Sodoma


Riconosciamolo: è evidente, anzi clamoroso. La cosiddetta omosessualità è sempre più presente all’interno della chiesa. La CEI adora i gay e vuole che restino gay. Un fiume di misericordia appiccicaticcia come la melassa si colora di falso arcobaleno, che arriva sino sugli altari. Mentre le malelingue parlano di conflitto di interessi, la CEI il giorno 25 ottobre dedicherà tutta la sua energia all’accoglienza della comunità LGBT. Un documento sinodale è in fase di approvazione: con inclusioni multiple: unioni di tizi dello stesso sesso, e tutta l’ ideologia LGBT. La nuova chiesa 2.0 ama appassionatamente lo “Spin Time”, è un locale che non paga né affitto né utenze, gliele paghiamo noi contribuenti, e questo configura un furto. Non rubare forse è fuori moda, come sicuramente fuori moda è Non commettere atti impuri, che è un altro campo dove allo Spin Time hanno qualche esperienza. Qui è cominciato il Giubileo dei movimenti popolari . Il cardinale vicario di Roma Baldassarre Reina ha apprezzato moltissimo questo posto sospettato di spaccio e atti non purissimi. Verrà pronunciata molto la parola omosessuale. Il termine è un termine assolutamente delirante coniato da pochi decenni, che si accompagna all’alto termine altrettanto delirante che è eterosessuale. Le due parole assurde sono state coniate per creare l’illusione di un qualche tipo di simmetria, di un qualche tipo di normalità semplicemente con diversa incidenza statistica, di due tipi diversi di “amore, o almeno di affettività, entrambi leciti e, soprattutto, entrambi genetici. Non c’è nulla di genetico, ormai è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio. Le due parole non hanno alcun senso. A meno che non siate amebe, che si riproducono da sole come i batteri, la sessualità è tra diversi, tra diversi da un punto di vista fisico, da un punto di vista psicologico e mentale. La sessualità serve alla vita, e ha due funzioni, far nascere bambini e tenere insieme due diversi, un uomo e una donna, che completandosi migliorano le proprie possibilità di sopravvivenza e la qualità della vita. La sessualità, l’unica, è solo da maschio e femmina, ed è quella che può creare la vita. Non tutte le volte che un uomo una donna si congiungono insieme creano una vita nuova, ma ogni creatura umana è nata dalla congiunzione di un uomo e di una donna. Se vogliamo usare termini scientificamente corretti non possiamo usare l’assurdo termine omosessualità, dovremmo usare il termine comportamento omoerotico. Si tratta di un comportamento, non di una struttura genetica, un comportamento da cui si può diventare talmente dipendenti da scambiarlo per una struttura, ma questo non lo rende una struttura. E si tratta di erotismo, non di sessualità, erotismo basato sul dolore della penetrazione anale ove questa e praticata. Se siamo credenti, il termine corretto è sodomia, un comportamento condannato da Dio. Si tratta di un comportamento. Chiunque affermi che un comportamento così antifisiologico, così gravato da complicanze di malattie sessualmente trasmissibili e a trasmissione oro fecale possa essere naturale, sta mentendo. Avere una persona che pratichi la sodomia era una dannazione: poteva contagiare enterocoliti mortali a tutta la tribù. Ora che esiste la possibilità di lavarsi le mani ed esistono gli antibiotici la pratica della sodomia continua ad essere una catastrofe dal punto di vista sociosanitario. Non oso immaginare che cosa fosse quando il lavarsi era problematico e prima dell’esistenza degli antibiotici. Esiste una forma di pensiero debole anche ecclesiale che distingue due divinità diverse: il Dio della Bibbia è estremamente severo, secondo i più squisiti antisemiti anche cattivo, persino un filino nazista, e il Dio del Cristianesimo, morbido tondo e paffuto. La CEI sta rendendo il cristianesimo sempre di una religione opinabile, malleabile, posizionabile ma soprattutto gay friendly. Immagino che alla base di tutto questo ci sia un enorme fiume di benevolenza, e che quelli che parlano di un enorme conflitto di interesse siano . È necessario chiarire a tutti coloro che non lo sanno, ecclesiastici inclusi a quanto pare, che Gesù Cristo mette i suoi passi uno dopo l’altro sulla terra di Galilea, Giudea e Samaria, dichiarandosi sempre figlio del Padre, generato non creato della sua stessa sostanza. Il padre è il Signore degli Eserciti e Colui che ha distrutto Sodoma. Il punto fondamentale è che l’ira di Dio non è solo una componente della sua giustizia ma è la componente ancora più importante della sua misericordia. Diverse volte nei Vangeli Gesù Cristo nomina la distruzione di Sodoma, citandola come atto di giustizia irrinunciabile. Dio causa la morte degli abitanti di Sodoma e Gomorra, ce sono colpevoli, quindi li ha puniti. È comprensibile. Dio però causa anche la morte dei primogeniti degli egiziani (innocenti figli di malvagi), la morte del figlio di Davide e Betsabea (innocente figlio della colpa) e l’episodio più terrificante è la morte dei familiari di Giobbe. Cominciamo da Sodoma, anzi cominciamo dal concetto di morte. La morte sembra terribile e atroce a noi, noi ne siamo sconvolti, ne siamo terrorizzati. Questo fa parte dell’istinto di sopravvivenza, senza il quale metteremmo a rischio la nostra vita con estrema leggerezza, nessuno supererebbe l’adolescenza. Ora sostituiamo la parola morto con le parole Richiamato da Dio a Sé, nella sua luce, ricordando come, sempre, quando Dio causa direttamente la morte di qualcuno, come a Sodoma, come per i primogeniti di Re Davide e degli egiziani, come per i parenti di Giobbe, sempre, lo fa per dare loro la salvezza. A Sodoma e Gomorra vivevano nel peccato, erano corrotti e spargevano corruzione, in quanto davano scandalo, una corruzione che arrivava anche ai bambini. Anche Cristo ricorda che è meglio una macina al collo. Dio quindi decide di richiamarli a sé, e li richiama nel fuoco e nel dolore, perché solo quando ci troviamo circondati dal fuoco che finalmente riusciamo a dire la frase “mio Dio salvami e mio Dio perdonami”. Se morissero quietamente nel sonno, se Dio i levasse di torno semplicemente, le loro anime sarebbero perse, ma Dio non può uccidere senza salvare perché altrimenti violerebbe la loro possibilità di salvarsi in futuro attraverso il pentimento. La morte deve essere talmente sofferta da spingere verso di Lui, cioè verso la salvezza. La distruzione di Sodoma è misericordia. Dio ha donato a Davide e a Betsabea, come ai genitori egiziani la bellezza dell’alba e del tramonto, le onde del mare, la magnificenza della sessualità e del diventare genitori. Loro hanno disobbedito e lui li punisce prendendo i loro bambini per tenerli con Sé nella sua luce. Per i genitori di questi bambini è un terribile punizione. Per i bambini è la felicità eterna, esattamente come per i familiari di Giobbe: la sua è la storia più difficile da capire perché qui gli uccisi, in realtà i richiamati da Dio nella sua luce sono addirittura i figli del suo fedele servo. Dove è il senso? Giobbe ha fede. Vuol dire fidarsi. Giobbe si fida. Quando i suoi figli sono nati lui ha chiesto quello che tutti credenti chiedono alla nascita di un figlio come prima cosa: non la salute, la ricchezza, ma la salvezza della loro anima, saperli nella luce e nella beatitudine per l’eternità. Il resto sono inutili balle. La severità di Dio ha salvato le anime degli abitanti di Sodoma perché fa parte della Sua Misericordia, la melassa dei vescovi arcobalenati li lascerà nell’errore, nel peccato, lontani da Dio, dannati. Cristo ama i gay, anche per loro è morto in Croce, e vuole che smettano di essere gay







