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Mamma, li turchi.

By Silvana De Mari
26 Marzo 2025
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Terrorismo islamico

È il grido di avvertimento, storpiato nella dizione meridionale, che la morte e l’orrore stavano per abbattersi. Era la frase con cui si dava l’avvertimento. La morte e l’orrore erano i pirati barbareschi. Il mio popolo è stato un popolo di schiavi. Tutte le coste dell’ Italia sono orlate da torri di avvistamento e di guardia, che servivano, forse, ad avvistare il nemico in tempo per scappare. Combattere era impensabile. Le coste erano troppo lunghe perché potessero essere presidiate militarmente. Arrigo Petacco, nel suo bel libro “La Croce e la Mezzaluna, Lepanto 7 ottobre 1571” spiega la formidabile struttura militare dei corsari, cui non era pensabile potessero opporsi pescatori e contadini. Pirata e corsaro non sono sinonimi. Il pirata è un predone del mare. Il corsaro ha una struttura politica, paga un tributo ed ha una autorità di riferimento, in questo caso il Gran Sultano. I turchi sono, anzi erano,  un popolo  che arrivava dall’Asia Centrale, un popolo di terra incapace di navigare. Dopo aver rosicchiato la sua terra un pezzo alla volta, la terra dell’impero Romano d’Oriente, i turchi arrivarono a Costantinopoli, città magnifica fatta di oro e lapislazzuli, che nella sua arroganza si considerava invincibile e imprendibile, e sprecava  tempo e forze in drammatici dissidi interni ed eterne dispute teologiche. Il 29 maggio 1453 Costantinopoli cade. Il Mar Mediterraneo diventa un mare islamico, anzi un mare turco dopo che l’impero ottomano conquista il sultanato mamelucco nel 1516-1517,  così che l’Impero Ottomano da regno balcanico diventa un impero enorme che include i luoghi santi dell’Islam, la Mecca, Medina, Gerusalemme e le terre del Nordafrica da cui partono le incursioni dei barbareschi, che quindi diventano “turchi”. Le loro aggressioni sulle coste italiane sono programmate con intelligenza, svolte con disciplina militare, precedute da un’attenta raccolta di informazioni ottenute per confessioni estorte ai prigionieri o delazioni dei rinnegati, così da scegliere località ricche e poco difese.  Sono berberi, turchi, moriscos, rinnegati italiani, francesi, tedeschi e spagnoli. Sorgono le torri di guardia, e risuona il grido «Mamma li turchi!» Le aggressioni avvengono di notte così da cogliere di sorpresa, il saccheggio è metodico e sempre vengono distrutte le chiese e soprattutto le campane, sempre, perché non si tratta di semplici predoni, ma di una precisa azione di odio religioso. La ferocia era fondamentale: i vendibili erano rapiti, i non vendibili massacrati.  L’unica speranza degli schiavi era il riscatto, che solo per i più ricchi poteva arrivare, altrimenti finivano nei mercati degli schiavi di Tunisi, di Algeri o di Tripoli per essere venduti all’incanto al miglior offerente. In tutto questo vale la pena di notare come a favorire i turchi è la disunione  degli occidentali. In particolare la Francia, sempre, sarà alleata dei turchi, Francesco I sarà alleato di Solimano il Magnifico, esattamente come il secolo successivo il Re Sole sarà alleato di Maometto IV che invia il suo esercito ad assediare Vienna. L’Europa spaccata dalla riforma protestante, indebolita e immiserita dalla Guerra dei 30 anni non riesce a coalizzarsi.  Solimano cercò di conquistare Vienna, ma fu fermato e il suo assedio fallì. Quello che non fallì fu la guerra barbaresca, che fu un danno enorme. Milioni di uomini e donne rubati per essere ridotti in atroce schiavitù, famiglie distrutte. Le coste sono state abbandonate, i porti di sono insabbiati e impaludati, è arrivata la malaria. Le condizioni degli schiavi era durissima, la loro vita media era attorno i sette anni. Ma i popoli cattolici hanno costruito navi formidabili e hanno contrattaccato. Nell’ agosto del 1971cade Famagosta. Il generale Marco Antonio Bragadin dopo un‘incredibile  resistenza non può che arrendersi. Lo castrano, gli mozzano naso e orecchie, lo rinchiudono per giorni in una gabbia al sole a coprirsi di ustioni, infine ci saranno la fustigazione, il trascinarsi sulle strade trascinando sassi e infine lo scuoiamento da vivo. Due mesi dopo, il 7 ottobre la flotta ottomana è distrutta a Lepanto. Mentre i nostri antenati lanciavano l’avvertimento per cercare di salvarsi e vincevano le battaglie di Lepanto e Vienna, noi combattiamo l’islamofobia. La battaglia di Vienna è stata vinta il 12 settembre, ma è cominciata l’11 notte, quando l’esercito polacco ha cominciato il posizionamento sul Monte Kalemberg. La data di Lepanto è 7 ottobre. Sono due date che i musulmani odiano e che hanno forse riscattato con i due maggiori atti di terrorismo. Temere l’islam, religione che raccomanda di ammazzare gli infedeli ovunque si trovino, è considerata una forma di razzismo e di malattica mentale. Tutti combattono l’islamofobia, incluso il sindaco di Torino. Il comune di Torino  sperpera 150000 euro di denaro  pubblico per fare un Pride che non è un valore universale, quindi non potrebbe essere pagato con denaro pubblico. Ora persegue anche con un apposito sportello l’islamofobia. L’islamofobia sul suolo della UE è già un vero e proprio reato in molte nazioni  e la nuova Chiesa, che più nuova non si può perché non somiglia per niente a quella di prima, si trova anche lei sul suolo della UE e si adegua. Nelle nostre chiese abbiamo ricordato la nascita di Maometto, abbiamo fatto risuonare Allah Akbar, evitiamo la scortesia di ricordare i morti ammazzati in nome dell’islam. Islam e cristianesimo sono quindi pane e marmellata, e l’unico rosso che si vede è la marmellata di fragole. A Torino sarà redarguito, o direttamente punito, chi osasse chiedere conto delle parole “uccidete gli infedeli ovunque si trovino” contenute nel Corano, oppure dei sacerdoti sgozzati in Iraq e Nigeria, dei fedeli uccisi nelle chiese facendole saltare o bruciandole, degli studenti cristiani uccisi in Kenya, degli imprenditori italiani uccisi in Bangla Daesh, degli uomini vestiti di arancione che hanno invocato Gesù Cristo mentre li sgozzavano sul bordo del Mediterraneo, di tutte le vittime del terrorismo, i seimila uccisi in Siria, l’uomo cristiano cui aprono il torace con un coltello per strappargli il cuore. A Torino impediranno fratture  imbarazzanti per il delizioso clima di  cordialità e amicizia: la cordialità e l’amicizia si potrebbero sporcare col sangue degli sgozzati e il fumo delle esplosioni: ne ha creato uno sportello per denunciare l’islamofobia. La caccia islamofobia è stata fondamentale per favorire il terrorismo, sia negli Stati Uniti (come dimostrato dal libro Islamofobia, psicoreato di un futuro totalitario di Spencer e Horowitz), che in Europa. Impiegati, insegnanti, operai, studenti poliziotti e militari perplessi davanti a colleghi islamici che si stanno radicalizzando, se esternano la loro perplessità si trovano con la carriera distrutta, il marchio del razzismo, e un corso di rieducazione da fare in moschea. D’accordo, parlare del sangue degli sgozzati e del fumo delle esplosioni sarebbe stato poco elegante, meglio calpestarlo il sangue dei martiri. Per evitare rischi e per aiutare il Comune di Torino nella sua marcia verso l’islamizzazione coatta della popolazione  ho cercato di mettere a punto un test di autovalutazione (l’idea originale è dell’ottimo sociologo Ugo Volli): Le parole “uccidete gli infedeli ovunque si trovino” ti preoccupano? Sei contrario al fatto che se un islamico lascia islam, come per esempio Magdi Cristiano Allam sia corretto ucciderlo, o almeno minacciarlo di morte? Sei contrario al fatto che chi, islamico o non islamico, disapprovi Maometto debba essere ucciso, come il regista olandese Theo Van Gogh e il professore francese Samuel Pati, a meno che non riesca a nascondersi sempre come l’intellettuale Robert Redaeker? Sei contrario al fatto che sia moralmente e religiosamente lecito a un islamico stuprare le donne non islamiche per degradarle e per offendere gli infedeli? Sei contrario alla lapidazione delle adultere, pratica che lo stesso Maometto ha raccomandato personalmente quindi disapprovarla equivale a blasfemia? Sei contrario al matrimonio di un uomo adulto con una bambina di 8 anni, pratica che lo stesso Maometto ha messo in pratica quindi disapprovarla equivale a blasfemia? Sei contrario alle sterminio sistematico degli ebrei maschi adulti, cosa che lo stesso Maometto ha fatto personalmente quindi disapprovarla equivale a blasfemia? Sei contrario al fatto che le donne siano considerate giuridicamente inferiori e che debbano tenere la testa coperta, tutte, incluse le non islamiche? Hai risposto sì a più di tre domande? Sei islamofobo. Se sei fortunato te la cavi con la carriera distrutta, se sei sfortunato ti ritrovi con il ventre squarciato come Theo Van Gogh.

 

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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