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Se il covid era qui da settembre, allora si può affrontare vivendo normalmente

By Silvana De Mari
23 Novembre 2020
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Una ricerca dell’Istituto dei Tumori di Milano e dell’Università di Siena, condotta su soggetti sani arruolati per lo screening per il tumore al polmone, ha retrodatato a settembre 2019 la circolazione del virus in Italia recuperando i “vecchi” campioni di 959 persone, raccolti tra settembre 2019 e marzo 2020, e analizzandoli: gli anticorpi contro Sars-CoV-2 sono stati  nell’11,57% del totale,

anche  campioni raccolti a settembre 2019. Questo vuol dire che sarebbero 7 milioni di italiani contagiati a fine marzo 2020: numero molto vicino alle stime dell’Imperial College, che parlavano di 5,9 milioni di contagiati al 28 marzo.

Questo vuol dire due cose: la prima è che i contagiati sono moltissimi, e quindi il tasso di mortalità è molto più basso di quanto normalmente è considerato. Il dato di una mortalità dello 0,05% per gli under 70 ipotizzato da uno studio dell’OMS molto contestato sembra il più vicino alla realtà.

La seconda deduzione, ancora più spettacolare, è che il virus ha circolato serenamente per mesi senza alcuna chiusura e non ce ne siamo accorti. Siamo anche sopravvissuti.

Tutti gli anni da ottobre a marzo, i medici di medicina generale si trovano davanti, causa influenza,  polmoniti interstiziali, polmoniti atipiche di persone soprattutto anziane. Nell’inverno tra il 2018 e il 2019 le rianimazioni  del nord Italia e soprattutto della Lombardia erano piene per l’altro numero di polmoniti atipiche,  semplicemente i media non ne parlavano. Le polmoniti interstiziali e atipiche  si presentano nel 2019,  e vengono curate come sempre: sembra siano più numerose e più aggressive che di norma, ma ugualmente, come sempre, in maggioranza si risolvono nel giro  di qualche giorno,  con completa risoluzione dei sintomi, salvo una percentuale di casi che sono morti, costituita soprattutto da persone anziane con patologie pregresse. Forse ci sono state più polmoniti e forse sono state più aggressive, ma nel caso, non ce ne siamo accorti: abbiamo continuato a vivere le nostre vite con la normalità del quotidiano. I morti sono morti da esseri umani, non da cani, circondati dei loro cari, se ne arrivano, assistiti da infermieri, con l’ estrema unzione, se l’hanno chiesta. A fine febbraio arriva il Corona virus. Anzi no. In effetti lui è arrivato molto prima. A fine febbraio arriva il terrore per il coronavirus. Questo terrore è stato creato dalla Cina, con una spettacolare operazione di marketing. La Cina, questo è il colpo di genio, non ha mentito: ha denunciato poche migliaia di morti perché a avuto poche migliaia di morti su una popolazione sterminata, la cui notizia è arrivata in Occidente accompagnata da immagini terrificanti, girate da cellulari, con una geniale finzione di essere girate di nascosto: persone che crollavano per strada, l’esercito che richiudeva altre persone dentro casa inchiodando assi sulla porta. Tutti noi ingenui, prima, abbiamo creduto alla veridicità della  immagini e abbiamo dato per scontato che la Cina mentisse sul numero di morti, che non poteva che essere superiore, perché non è pensabile che una nazione venga paralizzata con la popolazione agli arresti domiciliari per la mortalità di una normale influenza o poco più. I numeri dati dalle autorità erano corretti, i video sulla terrificante pericolosità della epidemia non sapremo mai chi li ha girati e che ce li ha fatti arrivare. In questa maniera la paura ha distrutto l’ Occidente, in particolare l’Italia. A fine febbraio l’Italia è stata inondata di informazioni messe sul Web non si sa da chi che affermavano l’estrema pericolosità di dare infiammatori, e in particolare  l’aspirina e il Brufen, che tutti abbiamo in casa, e raccomandando il solo uso della tachipirina, che non è un antinfiammatorio, e quindi non ferma il covid 19, il cui meccanismo patogenetico è l’infiammazione.

Il Ministero della Salute  conferma di avere di fronte una malattia completamente nuova, assolutamente incurabile e ferocemente mortale. La malattia è nuova, non è affatto incurabile e ha fortunatamente una letalità molto bassa. Grazie al fatto che, sempre per volontà del Ministero della Salute non si fanno autopsie, la malattia resta completamente incurabile per un incredibile numero di settimane, “curata”, purtroppo, con la tachipirina, che è un antipiretico, non un antinfiammatorio. Non blocca la tempesta di citochine con cui il coronavirus 19 aggredisce e uccide, in compenso blocca la febbre, che, in mancanza di altro, è l’unica difesa dell’organismo. La tachipirina cioè gioca nella squadra del virus. Le persone malate sono state isolate: terrorizzate e isolate. Tutto quello che avevano era un numero telefonico messo a disposizione dal ministero, cui quasi sempre non rispondeva nessuno.

La gente si è aggravata: qualsiasi tipo di polmonite atipica se invece di curarla con antinfiammatori, antibiotici e cortisone la curate solo con la tachipirina si aggrava.

I pazienti sono rimasti soli, con le loro polmoniti atipiche, in isolamento, disperati. Quando ,dopo una decina di giorni senza cure, è arrivata  la terribile tempesta di citochine, sono andati in ospedale in fin di vita e a quel punto la ventilazione meccanica non ha aiutato. Gli ospedali sovraffollati sono collassati. Medici e infermieri costretti a vedere solo pazienti covid, esposti a ripetuti contatti senza protezioni adeguate sono morti.

I morti sono morti di covid o di infezione ospedaliera?

Secondo la strampalata versione ufficiale, il covid ha distrutto le infezioni ospedaliere. Siamo uno sciagurato paese che perde ogni anno circa 40.000 pazienti di infezioni ospedaliere. Dove gli ospedali siano poveri, dove il taglio sulla sanità sia il mezzo con cui tutti risparmiano quattrini, aumenta il numero di infezioni ospedaliere. L’infezione ospedaliera è l’infezione da parte di un batterio contratto in ospedale, è quindi, per definizione, un’infezione difficile se non impossibile da trattare perché si tratta di un batterio particolarmente carogna, selezionato da una serie di battaglie durissime con cui hai imparato a resistere a tutti gli antibiotici.

Nell’emergenza Covid 19 i morti di infezione ospedaliera sono scomparsi. Le alternative sono due: o 2/3 dei cosiddetti molti covid sono “normali” morti da sovra infezione batterica su una sindrome virale non mortale,  oppure il covid 19 ha distrutto i batteri antibiotico resistenti fino all’ultimo streptococco. L’ipotesi più verosimile mi sembra  la prima, ma non vorrei essere accusata di negazionismo. Non sono morti da covid, ma da infezione ospedaliera. L’infezione ospedaliera l’hanno contratta perché avevano il covid, certo ma non l’avrebbero contratta nel caso se ne fossero rimasti a casa. Qualsiasi patologia non curata casa moltiplica i decessi persona infezioni ospedaliere. Un ministro della salute dovrebbe fare tutto il possibile perché le patologie siano curati a casa.

Il ministero della salute non ha fatto nulla per incentivare il fatto che le persone siano curate a casa anzi ha fatto il contrario. Ora il Tar ha affermato che i medici di base non possono assistere i pazienti covid a domicilio. Una catastrofe. Una catastrofe costruita.

La demonizzazione dell’idrossiclorochina, un antimalarico dal costo bassissimo che permette di controllare l’infezione da coronavirus e la beatificazione della tachipirina stanno portando a un disastro sanitario, senza il quale non sarebbe possibile il disastro civile dell’annullamento delle libertà più elementari. Un popolo che ha perso l’anima è talmente terrorizzato dall’idea di perdere la vita da adattarsi alla rinuncia della totalità della totalità dei suoi diritti umani, con un’economia distrutta, una scuola distrutta, la religione e le tradizioni più importanti e fondamentali distrutte. Non siamo stati gli unici. L’impressione molto forte è quella di una regia globale.

Nel frattempo a Davos, ridente cittadina della Svizzera tedesca, si parla ossessivamente di “resettare”. Il professore Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum di Davos scrive addirittura libri sul gran reset, il titolo è Covid 19 the great reset, dove spiega l’incredibile fortuna che è stata questa epidemia. Grazie lei si riuscirà resettare un’intera civiltà, le sue buffe abitudini, le sue buffe famiglie, la sua buffa religione, e fare la quarta rivoluzione industriale: una rivoluzione digitale. A causa del virus, tutte le libertà saranno annullate meno quella di stare davanti a uno schermo. Tutte le attività produttive saranno trasferite alla Cina, dove l’idrossiclorochina si può usare e il PIL vola.

Non c’è bisogno di avere fatto corsi post universitari di complottismo, bastano elementari e medie e la storica capacità di fare due più due e a arrivare a conclusione che fa quattro, per cominciare ad avere grossi dubbi che qui ci sia un micidiale disegno che abbia necessità di morti, non tantissimi, ma qualcuno sì.

Una delle poche voci che lo ha detto chiaramente e quella di padre Livio di Radio Maria.

Una delle poche voci che lo ha detto chiaramente e quella di monsignor Viganò.

Il nemico è dentro le porte ma non tutti i pastori hanno abbandonato. Padre Livio monsignor Viganò hanno fatto sentire le loro voci. Migliaia di medici della mutua infischiandosene delle direttive sta veramente curano i malati. Centinaia di anatomopatologi tutto il mondo infischiandosene delle direttive hanno fatto le autopsie e reso una malattia curabile. Milioni di uomini e donne in tutto il mondo si stanno rendendo conto della trappola, e la stanno infrangendo.

Forse Trump non molla.

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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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