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La riscrittura della storia del Terzo Reich

By Silvana De Mari
11 Marzo 2021
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La storiografia è strutturalmente marxista, salvo qualche rara e negletta eccezione. Lenin è un grand’uomo, la famiglia dello zar meritava di essere sterminata, i gulag sono stati luoghi un po’ severi ma giusti.

Il triangolo rosa in teoria era il segno di coloro che hanno violato la legge antisodomia nel terzo Reich, (la parola usata è sodomia, non omosessualità). In realtà su questo ci fu una mostruosa ambiguità, ambiguità negata dalla sinistra, che di nuovo ha alterato i libri di storia.  È  scomparsa dai libri di storia la strutturale omosessualità di una parte delle ideologie e dei movimenti che hanno covato l’uovo del serpente, quello che schiudendosi ha fatto nascere la svastica. Tutto questo è molto nitido negli scritti anteriori agli anni 60, scompare dal 1980 in poi. Non si è trattato di una omosessualità casuale, ma strutturale, era il perno di un’ideologia. Questa ideologia non è stata l’unica matrice del nazismo, ma ha avuto la sua importanza e il suo peso.

L’idea era che, da sempre  i guerrieri migliori, l’élite, fosse costituita da uomini che amavano altri uomini. Le donne servivano per pulire casa, cucinare e mettere al mondo bambini. La donna quindi era solo l’inevitabile  mezzo con cui il guerriero produce un altro guerriero.

Il vero guerriero non ama la donna che succhia la sua forza e lo indebolisce. Vero: Chi ama una donna e mette al mondo dei figli amati con lei rischia di amare la vita. Il vero guerriero dedica ogni sentimento ai  commilitoni. Il riferimento storico non è Federico il Grande, che era “accidentalmente”  a comportamento omoerotico, ma un’ideologia per cui essere omosessuali è meglio e non esserlo è sbagliato, vale a dire la mitica “falange tebana”, volontariamente omosessuale,  trecento uomini ognuno dei quali combatteva in coppia con l’uomo con cui aveva una relazione, ognuno guardava le spalle dell’altro, ognuno moriva piuttosto che indietreggiare e non mostrarsi eroico. Furono l’esempio per le SA, il primo corpo d’assalto nazista, che si riuniva all’inizio nel locali omosessuali di Monaco. Rohem, il comandante delle SA era di un’omosessualità più che manifesta, sbandierata. La base ideologica di tutto questo era la concezione di Blüher,  un filosofo all’epoca, che vedeva nella donna la negazione della creatività che appartiene all’uomo e che zampilla dove le società siano maschili, fatte la maschi legati eroticamente tra loro. Blüher ebbe grande importanza per il concetto di volk, un’anima collettiva. Nel suo libro Die Deutsche Wandervogelbewegung als erotisches Phänomen (Il movimento del Wandervogel come fenomeno erotico), pubblicato nel 1912 parla diffusamente del Wandervogel, il movimento giovanile che ebbe un’importanza enorme nella genesi del nazismo. Le spinte omosessuali generano secondo lui potenza, coesione e creatività. Omosessuale  è meglio. In questo ambiente un qualche ragazzo che si porti nascosta nello zaino la foto della fidanzatina, andrebbe con dolcezza e fermezza corretto, o non si arriva al Männerbund, la società di soli uomini. Altrettanto importante è raggiungere la forza fisica e la bellezza attraverso ginnastica e  nudismo («luce e bagni d’aria»); in contrapposizione alla mollezza e a quella che viene definita l’ipocrisia sessuale borghese: un uomo che ama una donna ricambiato per tutta la vita, un uomo che ha la pancetta e i muscoli deboli perché invece che stare in palestra, lavora per sfamare i suoi bambini.  L’uomo deve essere legato eroticamente agli altri maschi e spiritualmente con un cordone ombelicale alla natura e la volk, un termine molto presente, corrisponde all’italiano volgo e all’inglese folk, è il popolo ma in senso etnico, volk è il popolo germanico. Nel cristianesimo come nell’ebraismo,  l’uomo è una carne sola con la donna, nel nazismo col volk.

Richard Plant nel suo dolente libro The Pink Triangle, sulla tragedia delle persone considerati omosessuali (effeminati) nel lager, racconta nella prefazione della sua esperienza nel Wandervogel ( gruppo giovanile), dove finì per qualche mese benchè ebreo: spiega come in questo tipo di “fratellanza” andare con gli amici più grandi e con i superiori era talmente raccomandato, che il Wandervogel era conoscito col nomignolo di club dei pederasti. Richiard Plant, omosessuale e ebreo, riuscì a salvarsi in Svizzera, ma il padre medico che era voluto restare in Germania si suicidò con la seconda miglie immediatamente dopo la notte dei cristalli.

Come ricorda George Mosse, nel testo Le origini culturali del Terzo Raich “Né Gide né Proust né Oscar Wilde pensarono mai di servirsi dell’omosessualità o della sublimazione del sesso per farne il fondamento di una teoria cosmica, da cui dedurre alternative alla presente situazione sociale e politica. Blüher invece vuole rifondare la società. Mosse ricorda anche “Otto Weininger, che nel libro Geschlecht und Charakter (Sesso e carattere) pubblicato nel 1904, con una vasta popolarità, faceva della dicotomia maschio-femmina addirittura un principio cosmico. La teoria dell’Eros, maschiocentrica, destinava la donna a una posizione ancillare rispetto all’uomo. Nelle donne, affermava Weininger, mancava l’Eros proprio degli uomini: gli interessi delle donne erano il matrimonio, la riproduzione, la soddisfazione dei bisogni dei figli, ragion per cui era da escludere che fossero responsabilmente depositarie dell’Eros culturale. … non solo attribuì alla donna un ruolo inferiore, ma introdusse una componente razziale. Come la femmina era opposta al maschio, così l’ebreo si contrapponeva all’ariano. Le caratteristiche dell’ebreo erano equiparate a quelle della donna: l’uno e l’altra aspiravano a beni materiali a scapito degli interessi spirituali, l’uno e l’altra trasformavano l’amore in lussuria. Georg Lomer, propagandista del culto solare germanico, voleva il maschio ariano simboleggiato dall’astro del giorno, mentre l’ebreo, al pari della femmina, era come la luna, la cui luce è solo riflessa. A formulare la teoria fu Lothar Helbing il quale, nel suo Der dritte Humanismus (Il terzo umanesimo), dato alle stampe nel 1928, affermò che il genuino Eros dello stato dipendeva in primo luogo dalla purezza del retaggio del sangue

All’inizio della sua storia il nazismo ebbe forti componenti omosessualiste, intrecciate con l’antisemitismo,  presenti nelle SA. Le SA erano comuniste, proletarie, antiborghesi, contro il capitale, contro le banche, contro le chiese,  misogine oltre che violentemente antisemite.

 

Nel momento in cui il nazismo dovette smettere di essere rivoluzione  da strada per diventare governo, dovette rassicurare i borghesi. Vietò il nudismo ed emise la legge antisodomia. Le SA divennero ingombranti. In nazismo perse la sua componente proletaria, anticapitalista e antiborghese, massacrando fisicamente i vertici delle SA nella cosiddetta notte dei lunghi coltelli, rappresentata da Luchino Visconti nel film La caduta degli Dei. Molte camice brune, questo il nome delle SA,  confluirono nelle SS. L’antisemitismo fu spinto al parossismo. La borghesia si rasserenò: il nazismo non odiava la borghesia , ma solo la borghesia ebraica. La borghesia non ebraica non solo era al sicuro, ma sarebbe stata favorita dall’accaparrarsi i beni degli spogliati. Le donne vennero rivalutate in madri germaniche, l’omosessualità dovette ritornare sotterranea, ma non scomparve, anzi, restò molto presente.

Bluher , il teorico di quanto sarebbe necessario incoraggiare l’omosessualità in ogni contesto di maschi, smise di pubblicare, ma restò con i suoi amanti a casa sua dove è morto nel ’55 e nessuno si è sognato di arrestarlo e mandarlo in lager con un triangolo rosa. I triangoli rosa erano altri

I nazisti hanno perseguitato gli ebrei, tutti, ovunque ne trovassero uno. Sono sopravvissuti solo gli ebrei che sono riusciti a nascondersi e quelli che erano ancora vivi al crollo del terzo Reich. I nazisti hanno perseguitato non gli omosessuali, ma alcuni omosessuali, quelli che loro definivano effeminati, in contrapposizione al soldato che fa la legione tebana con il commilitone. La grandissima presenza di persone a manifesto comportamento omosessuale anche tra i gerarchi venne diffusamente  evidenziata nel ’45. Ne parla il saggista di origine ebraica  Igra Samuel nel saggio Germans national vice, in cui attribuisce  una parte non indifferente dell’antisemitismo germanico come odio contro il popolo della Bibbia, testo che condanna i rapporti tra uomini ipotizzando anche una pioggia di fuoco su Sodoma. Un analogo concetto è espresso in un Libro bianco britannico sullo sterminio degli ebrei ad opera  di Robert Smallbones edito nel 1945

E i triangoli rosa? Sono all’altro estremo, loro sì, quello delle vittime. La loro storia è raccontata anche nel libro The men with the pink triangle, di Heinz Heger. Contrariamente a Plant, che riuscì a espatriare in tempo, Heger è stato deportato in campo di concentramento: il suo non è un saggio, lui, racconta la sua storia. Racconta le atrocità, ma anche lui riferisce come la cosiddetta omosessualità, punita in maniera folle, sadica e atroce su di lui e su gli altri triangoli rosa, fosse serenamente praticata come “normale”, in tutti i contesti. I tringoli rosa erano l’altra faccia, erano coloro che rifiutavano l’iper maschio   disprezzatore di donne. Tra di loro c’erano veramente omosessuali, ma a volte l’etichetta fu data a oppositori politici o anche persone che semplicemente odiavano fare ginnastica e preferivano leggere poesie a marciare al passo dell’oca. E tra quelli che li hanno massacrati, moltissimi sognavano la falange tebana.   Quindi, in nome dei morti, ristabiliamo la verità storica. Ci sono state due omosessualità nel nazismo, una perseguitata, ed un altra, basata sul machismo sul militarismo, che era ai vertici. Lo spiega Heger nel suo dolente libro.  “Naturalmente, nell’organizzazione paramilitare delle SA, della Gioventù Hitleriana, ecc, Anche nelle SS d’élite, le forme di omosessualità che sono caratteristiche di tali corpi maschili erano comuni come lo sono sempre … era fondamentale per l’ideologia nazista secondo cui gli uomini dovevano essere propriamente “mascolini” … quando l’omosessualità maschile si traveste da culto della “virilità” e della mascolinità, è meno odiosa dal punto di vista fascista di quanto lo sia l’ammorbidimento della divisione di genere che l’omosessualità implica invariabilmente quando può esprimersi liberamente”.

Quindi l’omosessualità che diminuisce la differenza tra i generi era punita in maniera atroce, quella che accentua la viriltà era invece molto presente e non solo nelle gerarchie.

Lo storico Heinz Hohne’s nel suo libro The Order of the Death’s Head riferisce come le Camice Brine, le SA di Roehm reclutassero gli adolescenti dalle scuole secondarie, di come l’adolescente fosse il preferito nel reclutamento, e che gli incontri avvenissero in un locale di Monaco , il Bratwurstglocki, definito nei giornali dell’epoca per omosessuali, di proprietà di Karl Zehenter a sua volta, sempre secondo i giornali dell’epoca, omosessuale.

Gli uomini a comportamento omoerotico non sono tutti angeli, al contrario di come li descrive la sinistra, sempre innocenti e non sono sempre vittime. Sono uomini come tutti gli altri. E quindi, essendo uomini, tra loro ci sono i buoni e i cattivi, le vittime e i carnefici, quelli che è una fortuna incontrare e quelli che è una disgrazia incontrare, esattamente come per gli uomini che amano le donne. Quindi cominciamo evidenziare l’irrazionalità dell’ idea sempre più diffusa che siano sempre vittime, necessitanti quindi di leggi liberticide. Ci furono vittime e carnefici e quei carnefici su  qualcuno continuano a esercitare fascino, vista la presenza di svastiche su diversi siti porno gay.  In nome dei morti, qualcuno faccia sentire la sua voce.

Il saggio di Igra Samuel, Germans national vice, è tuttora reperibile su internet

 

TagsBlüherDie Deutsche Wandervogelbewegung als erotisches PhänomenGeorge MosseHeinz Heger.Le origini culturali del Terzo RaichNazismo.omosessualitàRichard PlantSAThe Pink Triangle
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