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Home›Generale›Vendetta della storia.

Vendetta della storia.

By Silvana De Mari
23 Settembre 2021
1922
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Quando l’armata Rossa cominciò a riconquistare il territorio perduto, le violenze non solo sui soldati tedeschi ma sulle popolazioni civili che li avevano appoggiati sono state inenarrabili.

Le violenze sulla popolazione civile in Ungheria e in Pomerania sono documentate perché nella battaglia con l’ armata Rossa alcune zone furono perse e poi riconquistate dai tedeschi. Ne abbiamo quindi una documentazione fotografica conservata nel rapporto di Darmastadt. Anche sul fronte occidentale le cose non sono andate benissimo. La  12ª divisione SS includeva i bambini della Hitlerjughen arruolati come soldati. La 12ª divisione SS. chiamata dagli statunitensi  baby division era famosa per la sua ferocia, passavano sistematicamente per le armi prigionieri e civili. La 12ª divisione SS. è stata una delle  più feroci proprio perché costituita da ragazzini. Le baby gang sono più feroci delle gang adulte. I bambini non hanno una loro memoria che ricordi le regole d’onore, sono sempre più i fanatici. Il mito nazifascista del bambino soldato è un mito particolarmente crudele che non sacrifica solo la vita di bambino, ma anche la sua anima, facendolo diventare un assassino, e spesso un assassino particolarmente feroce, come anche le guerre africane hanno testimoniato. O ragazzini non hanno la saggezza sufficiente per sapere che non si sprecano proiettili ad ammazzare civili e prigionieri quando la guerra la stai perdendo e le fabbriche delle tue munizioni sono già in mano all’Armata Rossa. Non hanno la capacità di capire  che quelli che seppelliranno i cadaveri torturati con cui dissemini il terreno mentre ti stai ritirando, sono quelli da cui dovrai andare ad arrenderti.   Alcuni dei loro massacri furono interrotti dagli ufficiali della Wermach, che cercarono di spiegare agli entusiasti fanciulli che quando sei in ritirata non è il caso che dissemini  atrocità perché non c’è più nessuno che ti fabbrichi proiettili per sostituire quelli che stai sparando in testa a gente legata e perché prima o poi dovrai andare ad arrenderti da quelli che hanno visto i cadaveri che tu hai lasciato. Il rapporto di Darmastadt  mostra le foto di alcuni imberbi ragazzini mentre si arrendono agli angloamericane, poi le foto degli stessi ragazzini davanti al plotone di esecuzione. Per la baby division la convenzione di Ginevra non fu rispettata. Le condizioni di prigionia degli angloamericani furono comunque durissime, i prigionieri furono bizzarramente considerati unità combattenti, e non tutte le SS ci arrivarono. Questo non impedì a moltissimi di loro di sopravvivere e tornare indisturbati alle loro case con il loro vero nome, dove sono vissuti indisturbati, prendendo anche un premio Nobel per libri di discutibile e opinabile valore come Gunter Grass, perché la vendetta si abbatté, ma la giustizia fu parziale e carente. Il libro I volenterosi carnefici di Hitler di D. Golghagen ha rivelato questa verità.

Puro scopo di vendetta ha il discorso di Himmler di Posen dell’ ottobre 1943. Un’altra idea scorretta che abbiamo interiorizzato dai film è che i vari gerarchi si amassero tra di loro, o almeno non si odiassero troppo. Quando Albert Speer, l’architetto di Hitler, si rese conto che aveva bisogno di prigionieri e deportati in ragionevole stato nutrizionale per poterli far lavorare a fabbricare  armi e munizioni, Himmler e Eichman continuavano a farli  morire di fame di stenti, sia per abitudine sia per l’antipatia che portavano a Speer. Nel 1943 era evidente a chiunque non fosse idiota che il Raich aveva perso  guerra, e qui si arriva a un’altra idea sbagliata: che i vari gerarchi amassero prontamente il Fuhrer. Non lo amavano così tanto. Himmler in particolare  sognava di prendere il suo posto. Aveva sostituito al concetto di Volk, idea mistica del popolo tedesco, fatto di carne, sangue e  terra, con  il concetto astratto di arianità. Le SS erano assolutamente internazionali, inclusive diremmo oggi. I carnefici stranieri di Hitler di Christofer Hale  ricostruisce la loro storia. La 13esima era la divisione islamica, bosniaco palestinese. Tra le SS nel bunker di Hitler non c’era nessun tedesco. La storia si era vendicata del Volk. Lo sterminio degli ebrei era un’idea assolutamente folle e “antieconomica”. All’inizio nessuno la prese in considerazione. Uccidere tutti sarebbe stata un’idea da barbari, da sovietici, si diceva. Bisognava conquistare la Polonia proprio per metterci detto gli ebrei così da metterli da qualche parte. Bisognava conquistare Unione Sovietica anche per mettere gli ebrei in Siberia. Un’altra idea sempre rilanciata era quella dell’espulsione di massa, così migliaia di profughi sarebbero finiti tra i piedi degli alleati. Nel novembre del 41 Hitler firmò un patto di acciaio di alleanza con il gran Muftì di Gerusalemme, in quell’occasione pronunciò la frase “il nazismo ha due anime, tedesca e islamica”. In tale occasione fu fondata la 13ª divisione SS. Molti storiografi sospettano che fu in tale occasione che si accantonano definitivamente l’idea dell’espulsione, che avrebbe aumentato la pressione sulla Palestina, e si prospettò per la prima volta l’idea assolutamente folle e oltretutto “antieconomica” dello sterminio. La soluzione finale fu sancita da febbraio del 1942, e fu sancita in assoluta segretezza è sempre con intenti segretezza fu portata avanti. Questa segretezza è stata infranta con il famoso discorso di Himmler a Posen nell’ottobre del 43, accuratamente registrato. Il gerarca dichiarò pubblicamente che ammazzavano gli ebrei, che ammazzavano tutti, anche donne e bambini. Il discorso fu fatto a tizi che conoscevano perfettamente questa verità. Non uno solo di loro ne era ignaro. Stavano ammazzando donne e bambini da un anno e mezzo, perché dichiararlo platealmente registrando le parole? Lo scopo del discorso non era informare gli altri gerarchi e i loro sottoposti, era informare gli alleati quando alla fine avrebbero vinto la guerra che tutti erano colpevoli. Senza quel discorso alla fine la colpa sarebbe stata data a Hitler, Himmler e le divisioni SS. Tutti gli altri avrebbero giurato sulla testa delle loro madri che passavano da lì per caso fermamente convinti che da qualche parte all’est esistessero queste misteriose città abitate dagli ebrei non assassinati. Himmler odiava gli altri gerarchi e voleva esporli la vendetta. O se preferite alla giustizia.

In guerra non esistono innocenti, a parte i bambini. Non aver fatto niente non è una scusante, piuttosto può essere un’accusa. Questo fu chiaro ai berlinesi quando ormai Berlino fu accerchiata. Il numero di tedeschi impiccati da altri tedeschi mentre i russi assediavano la città è altissimo. Chiunque non stesse combattendo fu accusato di codardia e impiccato. Andavano a prendere i soldati feriti per impiccarli. Fu una incredibile ubriacatura di ferocia che ornò tutti i ponti di Berlino di impiccati, con le loro donne che piangevano disperate accasciate lungo i marciapiedi.

Si trattava di uomini che non avevano fatto niente. Evidentemente questa era stata la colpa. Questo fenomeno dei morti  impiccati è ben rappresentato nel film La caduta, gli ultimi giorni di Hitler del 2004. Celeberrima la scena in cui Hitler parla con i suoi generali che, sudando per il terrore, confessano a questo ometto psicotico che la sua idea che la divisione Waffen  SS di Steiner contrattaccando potesse respingere l’armata Rossa, è fuori dalla realtà. La vendetta della storia stava quindi per abbattersi su Berlino e sul suo Fuhrer. Di quella scena esistono innumerevoli versioni comiche su YouTube: Hitler è arrabbiato perché c’è matematica agli esami di maturità, perché la Lazio non ha vinto campionato, perché la sua squadra del cuore è finita in serie B o per qualche altro motivo risibile. In effetti la scena originale nella sua drammaticità ha un’indubbia valenza comica, con questi generali carichi di armi e medaglie che tremano davanti a questo ometto, mentre nessuno di loro ha il coraggio di fare quello l’unica cosa sensata: sparargli in testa e alzare una bandiera bianca così da salvare la vita di qualche civile. La vendetta della storia è terribile. E si abbatte anche sui vili.

Quindi, quando la ferocia travolge il mondo, tanto vale combattere. Se non fai niente prima poi ti massacreranno. Tanto vale meritarsele. E comunque è molto più divertente morire per qualche cosa che vivere per nulla. Meglio morire per qualche cosa per essere uno di quelli che non hanno fatto niente.

Tags12ª divisione SSgran Muftì di GerusalemmeI volenterosi carnefici di Hitler di D. Golghagenrapporto di Darmastadt
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