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Cei, comunità eretici ipocredenti

By Silvana De Mari
11 Dicembre 2023
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Alla Conferenza Episcopale Italiana che mi sembra paurosa, ridicola, indifferente e succube del Governo

La CEI ha supinamente accettato quanto il Presidente del Consiglio aveva affermato e deciso in relazione alla fase 1: “Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. Dpcm 8 marzo 2020.  

La CEI è venuta  meno a quanto afferma l’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede art.1 e art. 2. 

La CEI si è adattata e ha chinato la testa senza opporsi. La salute pubblica ha prevalso sulla salute spirituale. 

La CEI ha avvallato ciò che il Governo non poteva richiedere senza il suo consenso.

La CEI in base al Concordato non deve chiedere allo Stato il permesso di celebrare i sacramenti, può e deve recepire le esigenze di sicurezza sanitaria disposte dall’autorità preposta al bene comune temporale, ma non chiedere il suo permesso. 

La CEI, aveva una seconda possibilità di riabilitarsi, dopo due mesi, come organismo autonomo e separato dal Governo, invece ha supinamente accettato e condiviso quanto il Presidente del Consiglio ha affermato e deciso in relazione alla fase 2: “Restano sospese le funzioni religiose, mentre dal 4 maggio sono permessi i funerali, limitati alla sola presenza dei familiari del defunto e per un massimo di 15 persone”. Dpcm 26 aprile 2020. 

La CEI non ha preteso nemmeno quanto hanno preteso, giustamente, gli imprenditori al Governo:”Dateci le regole di sicurezza e poi lasciateci lavorare”. Le fabbriche riapriranno con i dovuti parametri di sicurezza richiesti dal Governo, ma lo stesso Governo, verificato tali parametri, non entrerà in merito alla produzione e alle modalità di produzione. Le chiese edifici valgono così poco, nemmeno quanto le fabbriche?

La CEI cosa ha fatto come risposta alla fase 2? Ha scritto in data 30 aprile 2020 la lettera: “Esequie, nota complementare al testo del Ministero dell’Interno”. In questa lettera  recepisce quanto affermato dal Dpcm del 26 aprile e dopo aver affermato: “La Segreteria Generale sta affrontato le condizioni con le quali, gradualmente (con queste gradualità speriamo forse nel 2025), riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali”. Poi entra nello specifico delle celebrazioni delle esequie come si devono svolgere: controllo della temperatura corporea dei fedeli all’ingresso della chiesa, distanza tra le persone, mascherine…  e vista la possibilità, concessa dal Governo, di celebrare le esequie con la Santa Messa al massimo con quindici fedeli. Chi ha stabilito quindici fedeli massimo? In base a quale regola?

La CEI non si è posta nemmeno la possibilità di chiedere quale era il criterio adottato dal Governo. Ha accettato subito, la risposta è stata repentina. Se ci teneva ai fedeli, e ai funerali poteva concordare con il Governo come tutte le altre imprese: quanti fedeli per area?  E’ così problematico  per le chiese e non per le fabbriche? Es. per il distanziamento di un metro ci può stare al massimo una persona per metro quadro della superficie della chiesa, per il distanziamento di due metri ci può stare al massimo una persona per quattro metri quadri della superficie della chiesa. Se si vogliono si trovano le soluzioni. 

La CEI  se vuole esempi di celebrazioni in chiesa, che si sono sempre svolte, senza interruzioni durante questo periodo di epidemia, può consultare la Conferenza Episcopale Polacca.

La Santa Messa con il funerale fino a quindici fedeli sì, senza il funerale niente Santa Messa o forse con due chierichetti massimo, altrimenti arrivano le multe per i preti e per i fedeli, lasciati nel più completo abbandono dai loro vescovi.

Subito però, con la notizia appena uscita il 30 aprile della CEI, il 1 maggio l’Arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, il vescovo che durante la processione (da solo) del Venerdì Santo vide staccarsi il Crocifisso dalla Croce, considerato un grande teologo in Vaticano, si è ben guadato di permettere i funerali con i fedeli anche se per sole 15 persone, e ha diramato una comunicazione alla diocesi: “Considerata l’età avanzata di molti sacerdoti della nostra Arcidiocesi e la conseguente esposizione al pericoloso rischio di contagio; nonché l’impossibilità per molte delle nostre piccole parrocchie di ottemperare a tutte le condizioni elencate nella Nota complementare; al fine di uniformare la prassi nella nostra Arcidiocesi di Chieti-Vasto si continuerà, fino a nuova comunicazione, a benedire la salma come fatto finora”. 

Bravo mons. Bruno Forte hai chinato il capo più della CEI. Come saranno contenti i tuoi diocesani di questa bella comunicazione.

Mi è giunta una notizia, che se è vera mi sembra ridicola: “Celebrare le messe all’aperto solo durante i giorni feriali”. Anche se ci fosse la celebrazione nei giorni festivi rimarrebbe sempre ridicola. Quando piove dove si celebra? Se non c’è spazio esterno dove si celebra?

Alle fabbriche è richiesto di lavorare all’aperto? No. Alla CEI Si ? Perché questa differenza? Vedremo !

La CEI si è dimenticata che l’Eucarestia è la fonte e il culmine di tutta la vita ecclesiale, non solo dei presbiteri e dei vescovi (loro  in questi mesi  hanno potuto celebrare, anche se in privato, noi laici niente partecipazione), ma di tutto il Popolo di Dio? 

Sono queste “le gradualità delle riprese delle celebrazioni con il popolo?”.

La CEI mi sembra più paurosa, più ridicola e più indifferente di due mesi fa. 

La CEI cosa intende fare, dopo due mesi dall’inizio delle restrizioni, con sei milioni di cristiani italiani che non possono accedere ai sacramenti? Ha progetti? In quali tempi? A quando i sacramenti? Nel 2025?

La CEI aspetta fino a quando il Governo deciderà in merito e ancora così si dimostrerà  sempre e solo paurosa, ridicola, indifferente e succube del Governo stesso, senza farsi carico delle richieste di moltissimi cristiani?

La CEI è più interessata ai morti fisici che a quelli spirituali? 

La CEI vuole lasciarci morire spiritualmente? 

La CEI come ha potuto permettere che morissero migliaia di persone senza i sacramenti, senza una benedizione?

Inviato il 3 maggio 2020 quarta domenica di Pasqua. Festa dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli. 

Cordiali saluti 

Franco Rebecchi, 

Presidente del Comitato Famiglia e Vita    

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Silvana De Mari

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