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Beata ignoranza

By Silvana De Mari
30 Luglio 2025
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Chi riassume la bellezza del sapere, la potenza dell’aver studiato, è Niccolò Machiavelli in una lettera a Francesco Vettori, dove scrive Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini…Quando viene sera mi spoglio dei miei abiti sudici e mi rivesto di abiti degni di un re o un vescovo, perché mi siedo allo scrittoio e mi immergo nei libri degli antichi grandi uomini… La cultura era bellezza, la cultura era amore per l’uomo. Il tutto si è infranto con l’illuminismo, il movimento ideologico da cui è nato quello spaventoso bagno di sangue innocente che è stata la rivoluzione francese  “Beata ignoranza” in teoria è un modo ironico per indicare la serenità di coloro non abbastanza acculturati da comprendere i problemi a lunga distanza, per esempio la tragedia del  cambiamento climatico che ci ucciderà. Da quando sono in grado di intendere e di volere qualcuno preannuncia la fine precoce del pianeta per motivi climatici: nello spazio di 15,20 anni al massimo saremo tutti morti. Poi la data fatidica arriva, il mondo resta vivo, e sla data dell’apocalisse si sposta di nuovo di altri 15 vent’anni e così via. Il motto quindi va inteso alla lettera, beati coloro che hanno evitato l’indottrinamento scolastico e possono seguire l’ovvio. La cultura ha smesso di essere amore e bellezza con l’Illuminismo, micidiale ideologia che ha avuto come prodotto quell’incredibile bagno di sangue, dolore e ingiustizia che è stata rivoluzione francese. Illuminismo è stato “cultura disprezzo”: ha disprezzato la religione, ha disprezzato la storia, ha disprezzato il popolo. La mitica Enciclopedia è un meraviglioso condensato di cultura anti cristiana, superficialità e nozionismo, che limita per ogni argomento un solo punto di vista spacciandolo come qualcosa di oggettivo. Illuminismo è stato l’inizio della cultura woke, cioè dell’antiumano, vale a dire dell’antifisiologia.  Odia il cristianesimo, in particolare il cattolicesimo, quindi odia la storia del suo popolo, e dà tutto il potere allo stato. La scuola pubblica è teoricamente una lodevole istituzione, perché saper leggere e scrivere ci permette di accedere al sapere, aumenta le sinapsi nel nostro cervello e diminuisce o ritarda il rischio di una demenza. Occorrono però insegnanti che abbiano il coraggio di essere neutrali, perché altrimenti la scuola diventa il formidabile mezzo di indottrinamento da parte dello Stato. La persona colta, la persona che ha studiato, ha quindi interiorizzato molti concetti a scuola: la rivoluzione francese è stata una bella festa, il plebiscito con cui Roma ha chiesto di far parte dell’Italia, con poche decine di voti contrari, è stato sicuramente autentico perché i romani ci tenevano a non essere più il cuore ricchissimo del cattolicesimo, ma diventare la capitale di un qualsiasi staterello così che anche sui cittadini potessero provare l’ebbrezza del servizio militare, i vaccini sono tutti efficaci e sicuri, il pianeta è condannato ma mangiare insetti lo salverà. Una volta acquisiti i dogmi prima dei dodici anni, restano stampati dentro di noi per l’eternità. Quando qualcuno da mettere in dubbio queste certezze lo tratteremo da folle. Il secondo caposaldo è il marxismo, che aggiunge all’odio per la religione, l’odio per la famiglia. Il marxismo è puro distillato di odio, camuffato da amore per la giustizia sociale. Ha due figli, uno legittimo e uno bastardo che sono rispettivamente il socialismo internazionale e il socialismo nazionale, comunismo sovietico e nazismo tedesco. Il marxismo crea l’intellettuale che afferma concetti illogici e che prova disprezzo per l’incolto che resta attaccato al concetto che due più due faccia quattro. È fondamentale, perché le dittature funzionino, che l’indottrinamento sia fatto a scuola. È grazie all’ indottrinamento scolastico che viene annientata l’etica, la legge, i dieci comandamenti: non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza. Onora il padre la madre: per il figlio delle dittature è denunciare i genitori come traditori del popolo. In Unione Sovietica c’è il mito della spia: il quattordicenne compagno Morozov denunciò il proprio padre che invece che consegnare tutto al solito si è tenuto in casa un po’ di grano. Aveva imparato a scuola che l’amore per Stalin deve essere superiore a quello per il proprio padre. Quello che ancora più sconvolgente è il fanatismo totalitario dei cosiddetti intellettuali, parola dall’etimologia sempre più impenetrabile, dei paesi occidentali. Pourquoi les intellectuels se trompent, perché gli intellettuali si sbagliano, è il bel saggio di Samuel Fitoussi, spiega per quale motivo nelle grandi diversità statunitensi o europee, nei grandi circoli della cultura sempre ci sia stato questo amore per la ferocia più bieca e totale, per il più indecente annientamento dell’uomo: Lenin, Stalin Mao, Pol Pot, quel gran pezzo di gentiluomo di Che Guevara, Arafat e Hamas sono gli eroi di quelli che hanno studiato più di tutti. Già il filosofo Ellul nel suo libro Propaganda, pubblicato nel 1962 e ora tradotto anche in Italia, insiste che la scuola è il più formidabile mezzo di indottrinamento: in primo luogo arriva già su persone molto giovani, in secondo luogo usa il sistema migliore per vendere le menzogne: mischiarle con la verità. Noi troviamo scritte sugli stessi libri, con gli stessi caratteri, notizie vere e notizie false. Nella scuola inoltre un ragazzo si trova a confrontarsi con un adulto. L’adulto ha anche una laurea e ha superato un concorso e quindi ha una capacità dialettica micidiale. A meno che non abbia alle spalle una famiglia estremamente potente da un punto di vista culturale, che lo abbia addestrato alla dialettica, difficilmente il ragazzino potrà tener testa a chi cerca di inculcarmi nella testa la verità del momento. La propaganda deve sempre attecchire su un sentimento esistente. Questo sentimento esistente perché creato a scuola. Chi ha studiato sui libri scolastici è convinto che esista  un pericolo di morte del pianeta e dell’umanità legata a comportamenti assolutamente normali se non fisiologici, come vivere, respirare, usare una Panda e non mangiare insetti: prenderà a qualsiasi propaganda in questo senso per quanto platealmente scema. Solo persone che sono state preparate prima della scuola, per anni,  possono pensare che usare le bottiglie con attaccato il tappo possa salvare un’umanità in bilico sul disastro. Non è un caso che siano spesso fisicamente gli stessi che hanno creduto che un’epidemia si fermi con i banchi a rotelle. I banchi a rotelle erano innocui, non così per i terrificanti vaccini, che hanno avuto la strada spianata dal fatto che tutti hanno studiato sui libri di scuola, e se medici anche su quelli universitari, che i vaccini sono sicuri ed efficaci. Che un vaccino possa essere inefficace e pericoloso per loro è una contraddizione in termini, come affermare che l’azzurro può essere rosso oppure che il buio può essere luminoso. Con il ’68 i concetti di antifisiologia che si imparano a scuola aggrediscono anche l’essere maschio o femmina, il diritto di essere bianco e vivere senza vergogna. Aggrediscono anche il diritto elementare di vivere all’interno dei propri confini e girare nelle strade con sicurezza, senza essere aggrediti, derisi o assassinati dai maranza o altri immigrati non invitati da nessuno. E qui arriviamo al cervello rettiliano. Il bizzarro quotidiano Il Fatto ha scritto un articolo dove dichiara che coloro che votano per la destra, cioè per la possibilità di camminare senza essere aggrediti e la possibilità di mandare i bambini a scuola senza che nessuno insegni loro che il sesso è un’opinione, votano con il “cervello rettiliano”, per usare la dizione del neurofisiologo Mc Lean, cioè la parte più arcaica, quella su cui ci sono sovrapposti il cervello limbico e quello corticale, sede del pensiero, e quindi anche sede anche delle menzogne: il sesso è un’ opinione, i Maranza ci arricchiscono, mangiare vermi salverà il pianeta. La signora Meloni ha protestato per un’affermazione che vuole certamente essere ingiuriosa, ma che in realtà non lo è. Il cervello rettiliano è quello che sorveglia la nostra sopravvivenza e la nostra volontà di riprodurci, e che non mente. Il cervello limbico e quello corticale non devono mai contraddirlo. Chi vuole sopravvivere, chi vuole poter camminare nelle strade, non vedere la Sardegna sconciata da fotovoltaico e pale eoliche, mettere al mondo dei figli che non saranno assassinati dal maranza di turno, chi ha l’istinto ancora sano, non obnubilato dalle menzogne create nelle scuole e negli atenei, fa le scelte

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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