Cortei pro pal violenti: chi poteva immaginarlo?
Con grande stupore i giornali riportano le bestiali violenze dei cortei Pro Hamas. C’erano moltissimi cosiddetti maranza, gli stessi fanciulli nordafricani che vivacizzano le nostre notti: hanno voluto ricambiare il favore che fa l’Italia a mantenerli mostrandoci la loro allegria spumeggiante nel distruggere il nostro paese e massacrare poliziotti con l’ordine farsi massacrare (posso scrivere questo perché sono in Italia, in Gran Bretagna mi arresterebbero, quindi approfitto). La bandiera di Hamas, cioè una delle bandiere del Califfato, sventola su Roma: quella bandiera vuol dire lo sterminio di ogni ebreo nel mondo, l’asservimento dei cristiani, la segregazione delle donne, la lapidazione delle adultere, l’esecuzione con sistemi creativi delle persone a comportamento omoerotico, e l’uccisione di ogni pensiero libero. Davanti alle stazioni devastate, alle strade e alle ferrovie bloccate da un arbitrio totale sul cittadino inerme, davanti a sessanta poliziotti in ospedale a fronte di nessun arresto, molti giornali minimizzano: parlano di disagi. Molti personaggi politici distinguono: il fatto che qualcuno distrugga una stazione per il solo piacere di distruggerla, non vuol dire che la maggioranza della gente non fosse pacifica e buona. Certo: le persone si sono riunite attorno alla bandiera di Hamas per esprimere il loro cordoglio per la morte dei bambini sudanesi, yemeniti, e di quelli ucraini, per non parlare dei bambini cristiani macellati in Nigeria. Dei bambini sudanesi, yemeniti, di quelli ucraini e di quelli cristiani non importa un fico a nessuno. In effetti nemmeno dei bambini palestinesi importa nulla, altrimenti tutti cercherebbero di fare il possibile per eliminare Hamas e porre fine alle loro sofferenze, mentre tutti da Macron all’ultima insegnante che ha osato presentarsi a un corteo di morte con i suoi alunni, fanno di tutto per sostenerlo così da rendere la guerra eterna. Un corteo con la bandiera di Hamas non può che essere violento. Esporre la bandiera di Hamas vuol dire condividerne i valori, quelli espressi nella sua costituzione, quelli urlati il 7 ottobre da miliziani che con la telecamera sulla fronte si sono filmati mentre bruciavano vivi bambini ebrei sotto gli occhi dei genitori e stupravano ragazzine per poi mutilarle e ucciderle. I valori di Hamas sono riassumibili nella frase “ammazza l’ebreo”. Hamas vuole la distruzione dello stato di Israele dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) e nel suo articolo 7 si impegna anche allo sterminio di ogni ebreo nel mondo. “Ammazza l’ebreo, ammazza l’ebreo!”, urlavano il 7 ottobre gli uomini di Gaza, mentre felici uccidevano per poi telefonare giulivi a genitori ancora più giulivi che facevano le congratulazioni per gli ebrei ammazzati. Grazie al 7 ottobre sta riesplodendo l’antisemitismo occidentale, che si era finto sopito dopo lo sterminio degli ebrei ad opera degli affiliati al nazismo. Il nazismo è stata un’ideologia anticristiana, nata su territori cristiani. il suo successo è stato dovuto all’antisemitismo. Lo sterminio degli ebrei è stato ordinato ed eseguito da persone battezzate, protestanti, cattolici e anche qualche ortodosso, tra le SS di origine ucraina. L’antisemitismo europeo è stato temporaneamente archiviato, nascosto, dopo la seconda guerra mondiale: Hitler ha tolto “dignità”, all’antisemitismo, ha dimostrato quanto fosse ripugnante e oscenamente pericoloso. Il popolo palestinese da più di mezzo secolo sacrifica ogni possibilità di pace e il benessere dei suoi figli per dare all’antisemitismo più becero la possibilità di rinascere, lussuosamente camuffato da antisionismo: l’ebreo piace solo se disarmato, nudo, alla mercè del dittatore di turno. Un sacerdote ha profanato la Messa, il sacrificio di Cristo sull’altare indossando come paramento sacro la bandiera di coloro che hanno stuprato ridendo ragazzine ebree, che hanno bruciato vivi neonati nei forni a microonde, che hanno rapito e strangolato dopo un mese di cattività due bambini di 4 anni e otto mesi e che desiderano appassionatamente, scritto nero su bianco sulla loro costituzione, la distruzione di una nazione di 9 milioni di abitanti, di cui 2 di origine araba, e l’assassinio di ogni ebreo nel mondo. Gaza è un luogo dove il 7 ottobre è stato possibile per un uomo che trascinava sulla sua moto il corpo seminudo di un ebreo ferito di passare tra due ali di gente festante. Gaza è un luogo dove il 7 ottobre una jeep che trasportava il corpo seminudo di una ragazza ebrea con le gambe spaccate in fratture scomposte è passato tra due ali di folla festanti. Gaza è il luogo dove una madre ebrea con in braccio i suoi bimbi con i capelli rossi è stata trascinata tra ali di folla che le sputavano addosso, prima di essere assassinata per strangolamento con i suoi bimbi. I bambini israeliani rapiti sono stati stuprati e torturati prima di essere restituiti. Nessuno ai cortei ha nominato i bambini cristiani macellati con il machete o bruciati nelle chiese che, quelli sì, andrebbero ricordati nome per nome prima di ogni Messa, non ha ricordato i bambini ucraini, che sono da tre anni in guerra, quelli yemeniti in guerra da venti, ma soprattutto non ha nominato i bambini sudanesi, le cui sorti atroci, il cui martirio in numeri atroci è irrilevante e che potrebbero essere salvati a decine di migliaia con un impegno internazionale a mandare aiuti. Lo scopo dei cortei quindi non è la giustizia, ma rilanciare l’antisemitismo europeo che come un fiume carsico è sempre in attesa di ricomparire. I bambini israeliani sono stati assassinati guardandoli in faccia, ridendo, infliggendo il massimo del dolore possibile sotto gli occhi disperati dei loro genitori. Gli ordini impartiti ufficialmente da Sinwar, capo indiscusso di Hamas sono «Mentre da qui partono i missili e tutti si rifugiano in casa, irrompete, uccidete, violentate, fatte a pezzi, bruciate, tagliate le teste e gli arti». Di chi? Di tutti. Compresi neonati, mamme, bambini, vecchi, ragazze e ragazzi. E di tutti i tipi sono gli ostaggi, perché l’osceno ricatto degli ostaggi scintilli in tutta la sua mostruosità, trascinati dentro Gaza, mai ricordati da coloro che dicono di piangere i bambini palestinesi, dato che basterebbe il loro rilascio per porre fine a tutto. Sinwar è stato un genio, ordinando una ferocia mai vista, i figli uccisi in braccio alle madri e le madri uccise di fronte ai figli, i neonati sono stati messi vivi nel forno acceso. Sono state violentate le donne di qualsiasi età, anche le bambine, sia da vive che da morte, e in modo tale da spezzare il bacino e le gambe, sono stati evirati uomini e i bambini. Intere famiglie sono state bruciate vive Questo ha reso Hamas alla testa dell’antisemitismo mondiale, una posizione vincente, basata sulla rabbia omicida come bandiera di vita, l’unica che ritiene possibile contro la civiltà. È un movimento che ha deciso che la civiltà ebraico-cristiana, ma anche la cultura dei diritti umani, frutto della storia e della religione ebraico-cristiana, sono vantaggi solo per i colonialisti bianchi e devono essere distrutti con qualsiasi mezzo. Ogni mezzo è lecito e sacrosanto per distruggere i “colonialisti”, gli “imperialisti”, i “razzisti”, i ricchi, i bianchi, e soprattutto, certo, gli Ebrei, anche mettere un neonato in un forno sotto gli occhi di sua madre e come di incanto di nuovo nascerà la fierezza per i forni di Aushwitz, e sarà invocato che vengano riaperti. Solo una cultura di morte può fare questo. Abbiamo visto cortei che inneggiavano a una cultura di morte. Sono stati violenti. Ma davvero? Mi chiedo cosa ha pensato il padre dei due bambini con i capelli rossi davanti alle immagini dei cortei dove la gente, dopo essersi convinta di star combattendo per la pace, in realtà latrava la sua felicità per l’assassinio di suoi figli.