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7 ottobre Bibas

By Silvana De Mari
7 Ottobre 2025
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I bambini Bibas sono i due bambini con i capelli rossi. La loro madre è stata ripresa dalle belve di Gaza mentre la trascinano via con i suoi due bimbi in braccio. Il 7 ottobre 2023 , i bimbi hanno rispettivamente quattro anni e otto mesi, sono facilmente riconoscibili per i loro sfolgoranti capelli rossi. Hanno appena assistito alla morte dei loro nonni, i genitori della mamma, massacrati a mitragliate dalle belve di Hamas. Hanno appena visto il padre con la faccia massacrata con il calcio dei mitra, trascinato via. Il 7 ottobre del 2023 sono rimasta talmente sconvolta che non sono riuscita a reagire: non ho scritto niente. Non ho fatto niente. Non avevo capito cosa esattamente fosse successo, arrivavano notizie folli, e soprattutto aspettavo che tutti si alzassero in piedi. Se tutti si fossero alzati in piedi il 7 ottobre 2023 a cominciare dal Papa, a cominciare da Putin, per finire con ogni singolo capo di Stato a dire due cose assolutamente vere: che è quello che era successo il 7 ottobre era atroce e imperdonabile e che bisognava liberare immediatamente gli ostaggi, tutti, la guerra sarebbe finita l’8 ottobre e Gaza sarebbe ancora in piedi. La guerra sarebbe finita l’8 ottobre e i due bimbi con i capelli rossi sarebbero ancora vivi. Sono stati rapiti molti bambini il 7 ottobre in Israele. Questi bambini sono stati trascinati a Gaza, in gabbie dove tutti hanno potuto sputare loro addosso. Hanno subito stupri e torture. Sono tornati in Israele vivi, con il corpo straziato e l’anima a pezzi, ma comunque vivi. Hanno cominciato l’anno scolastico qualche settimana fa, portando nelle aule le loro anime spezzate. Spero con tutto il cuore che non abbiano visto i cortei, che non abbiano sentito i latrati di coloro che portando la bandiera di Hamas inneggiano allo sterminio di ogni ebreo nel mondo. I due bimbi più piccoli tra quelli rapiti erano i bimbi con i capelli rossi. Di questi due fratellini mi sono preoccupata meno che di tutti gli altri; pensavo ogni giorno, anzi in realtà pensavo ogni ora a questi bambini israeliani rapiti spesso dopo aver visto i genitori uccisi, rinchiusi nel buio dei sotterranei di Gaza. I due fratellini con i capelli rossi erano in braccio alla mamma.
Per loro sarebbe stato meno terribile. Lei li avrebbe consolati, avrebbe raccontato bellissime fiabe dove gli orchi alla fine sono sconfitti. Gli orchi non sono stati sconfitti. I due bimbi con i capelli rossi e la loro mamma sono stati strangolati, ed è dannatamente verosimile che siano stati strangolati dopo un mese di servizie. Per strangolare una persona occorre un tempo lungo, di diversi minuti. I cadaveri sono stati restituiti in bare cui era stata fissata una foto: sulla bara più piccola la foto del bimbo di otto mesi con i suoi capelli rossi e il suo sorriso. Le bare sono state restituite in cambio della liberazione di più di 1000 criminali palestinesi, molti all’ergastolo per l’assassinio di civili israeliani spesso bambini. Le bare sono state restituite circondate da miliziani di Hamas, questa volta con le loro uniformi, belline, nuove, verdi e stirate, e bisogna dire che per essere un popolo che sta subendo un genocidio, quelli di Gaza se la cavano benino assai con le coreografie. Le due piccole bare dei fratellini con i capelli rossi erano circondate da bambini palestinesi che cantavano e ballavano per la gioia. Gli orchi esistono e non sono stati sconfitti. Tengo sulla mia scrivania un bellissimo disegno dei bambini con i capelli rossi e della loro mamma. L’ha fatto una carissima amica. Lo guardo in continuazione. Ho tolto l’amicizia a tutti coloro che fanno il tifo per gli orchi. Nonl’ho solo tolta su Facebook. Ho proprio cancellato il loro nome, cancellato il loro numero di telefono dopo averlo bloccato. Ho cancellato il numero di telefono, dopo averlo bloccato, di tutti coloro che fanno balletti indecenti, che squittiscono le varie idiozie sulla distinzione tra antisemitismo, antisionismo, antigiudaismo, spiegando che loro non sono antisemiti ma certo no per carità. E io continuo a guardare questo disegno. Il padre dei bambini con i capelli rossi è vivo e libero. Io non credo che in vita mia lo incontrerò mai, ma nel caso vorrei poterlo guardare in faccia senza vergognarmi. Io mi vergogno profondamente del mio popolo in questo momento. Io mi vergogno profondamente delle università del mio paese a cominciare dall’università di Torino dove ho studiato medicina. Io mi vergogno profondamente degli ordini medici del mio paese a cominciare dall’ordine dei medici di Torino che ha appeso la bandiera di Hamas, di coloro che hanno trucidato i bambini dai capelli rossi e sognano di uccidere ogni ebreo nel mondo. Mi vergogno del cardinale Pizzaballa che ha usato ogni parola e ogni gesto per buttare benzina sul fuoco e rende luridi i suoi paramenti portandoci sopra il foulard delle belve. Io mi vergogno profondamente di ogni italiano che sventola la bandiera delle belve. Io mi vergogno profondamente di aver potuto considerare un mio amico un tizio che parla dei protocolli dei Savi di Sion. Io mi vergogno profondamente di aver potuto considerare un mio amico, anzi un caro amico, un tizio che scrive sulla sua pagina Facebook che il cuore degli uomini liberi batte per Gaza batte quindi per la libertà di poter di nuovo bruciare vivi bambini ebrei, di strangolare i bambini ebrei, di poterli torturare e stuprare e restare impuniti .  Preferirei avere il braccio amputato a colpi di ascia che stringere la mano a questi individui  e mi vergogno profondamente di averla stretta in passato: non avevo capito chi erano. Io vorrei smettere di vergognarmi. Già il 7 ottobre pomeriggio sono cominciate le accuse di genocidio a Israele. Il 7 ottobre è stato fatto perché tutti gli idioti possano ripetere la calunnia del genocidio dando fondo allo schifo del loro antisemitismo spacciato per bontà di cuore

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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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