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Schiavi

By Silvana De Mari
22 Ottobre 2025
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È sufficiente che ci sia un’unica pecora nera perché sia falsa l’affermazione che tutte le pecore sono bianche.

 

È sufficiente che ci sia un’unica sentenza che colleghi una vita distrutta nell’invalidità e nel dolore cronico ai vaccini covid, perché tutta l’imposizione si manifesti per quello che è stata: un crimine, non la difesa eroica della salute pubblica, come sostenevano tutti giornali, con l’eccezione de La Verità, e tutte le televisioni, con la sola eccezione di Mario Giordano. Un giudice di Asti ha stabilito nella sua sentenza un nesso causale tra vaccino covid e neuropatia di una donna di 53 anni, una over 50, obbligo vaccinale: resa invalidi in nome del popolo italiano. Coloro che vivono in una democrazia sono definiti cittadini. Essere cittadini è bello: lo spiegano i testi di educazione civica delle nostre scuole belle e democratiche, cittadini che si preparano alla felicità in terra contenuta nella cosiddetta agenda 2030, dettata al popolo dagli autocrati di Davos, e interiorizzata da tutti gli stati benché quelli di Davos non siano mai stati eletti da nessuno. L’agenda 2030 prevede la parola cittadine e cittadini con cui abbiamo sostituito uomini e donne, che aveva una valenza eccessiva. Il termine tondo e soffice è stato ereditato da quello spaventoso bagno di sangue innocente che fu la rivoluzione francese, è un termine sgangherato e classista perché esclude i cafoni, prende per buoni solo quelli che campano in città e non nasconde il disprezzo per i bifolchi che stanno in mezzo ai campi, da Robespierre, a Lenin per finire con Stalin, Mao, Pol Pot i contadini sono sempre stati odiati dai poteri atei. I contadini sono sempre stati invisi ai rivoluzionari, sono attaccati alla terra, alla realtà  e inevitabilmente a Dio. Per questo sono stati massacrati a filo di spada in Vandea all’epoca delle rivoluzione francese, uccisi con la fame nelle campagne ucraine, russe,  cinesi, nelle risaie della Cambogia, sull’altopiano etiope, negli arcigni tempi del socialismo reale. Troviamo evidente che non esista una democrazia in Russia, una democrazia degna di questo nome. In Russia si vota, certo, questo è lodevole, ma ci sono molti avversari di Vladimir Putin imprigionati o defunti in seguito a una qualche serie di sfortunati eventi, incidenti stradali, accidentale ingestione di plutonio, altro. Esiste quindi il sospetto che in Russia gli oppositori politici siano danneggiati o uccisi. Se questo fosse vero, sarebbe onestamente bruttino. Se fosse vero, vorrebbe comunque dire che in Russia sono danneggiati o uccisi coloro che costituiscono un problema per il regime, mentre coloro che non costituiscono un problema per il regime, vengono lasciati in pace. Questo è lo schema del totalitarismo logico, e coloro che vivono sotto un totalitarismo logico possono essere definiti sudditi. La Russia a quanto mi dicono non è una vera democrazia, e questo l’ho capito. Quella che mi sfugge è la risposta alla domanda: ma la vera democrazia saremmo noi? Putin non ha obbligato i suoi sudditi a inocularsi farmaci di comprovata inutilità e altrettanto comprovata pericolosità. In Russia l’età di incidenza del cancro del pancreas e dell’infarto non si sono abbassate di venti anni, nessuno ha perso il lavoro per aver rifiutato un farmaco che ha creato la morte per malore improvviso, bizzarro termine che sembra suggerire che, in violazione di tutte le leggi della logica e della fisiologia, improvvisamente, il cuore di persone sane si fermi, senza alcun motivo noto: i motivi ignoti resteranno ignoti perché non facciamo le autopsie. Qualcuno però le autopsie le ha fatte. Il 5 luglio 2023 la rivista The Lancet pubblicò una revisione sistematica dei risultati dell’autopsia nei decessi dopo la vaccinazione contro il COVID-19 (Nicolas Hulscher,  Ann Arbor, Paul E. Alexander) Gli autori hanno ricercato tutti i referti autoptici e necroscopici pubblicati relativi alla vaccinazione contro il COVID-19 fino al 18 maggio 2023. Hanno identificato 678 studi e, dopo aver selezionato i criteri di inclusione, hanno incluso 44 articoli contenenti 325 casi autoptici e un caso necroscopico. Tre medici hanno esaminato in modo indipendente tutti i decessi e determinato se la vaccinazione contro il COVID-19 fosse la causa diretta o avesse contribuito in modo significativo al decesso. La risposta è positiva nel 73,9% dei casi. Il sistema d’organo più implicato nei decessi associati al vaccino COVID-19 è stato il sistema cardiovascolare (53%), seguito dal sistema ematologico (17%), dal sistema respiratorio (8%) e da più sistemi d’organo (7%). Tre o più sistemi d’organo sono stati interessati in 21 casi. Il tempo medio dalla vaccinazione al decesso è stato di 14,3 giorni. La maggior parte dei decessi si è verificata entro una settimana dall’ultima somministrazione del vaccino. Un totale di 240 decessi (73,9%) sono stati giudicati indipendentemente come direttamente dovuti o significativamente contribuiti dalla vaccinazione COVID-19.  La coerenza osservata tra i casi di questa revisione con eventi avversi noti del vaccino COVID-19, i loro meccanismi e l’eccesso di decessi correlato, insieme alla conferma autoptica e alla valutazione del decesso guidata dal medico, suggerisce che vi è un’alta probabilità di un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e il decesso nella maggior parte dei casi. Lo studio si conclude affermando che sono necessarie ulteriori indagini urgenti al fine di chiarire risultati. Lo studio è stato ritirato dopo ventiquattr’ore in quanto inattendibile. Un enorme quantitativo di studi medici risultano inattendibili. È sorprendente che siano arrivati a questa conclusione in sole 24 ore. Dato che su ventiquattr’ore qualche ora è usata anche per mangiare e qualche ora per dormire, c’è stato qualcuno che è riuscito in otto ore massimo di lavoro a rivedere un quantitativo di dati impressionante. Qualcuno chi? Uno qualsiasi dei redattori di The Lancet,  spesso neanche laureato in medicina? Wow. Tutto da solo? Oppure nelle 8 ore di lavoro incredibile ha trovato anche il tempo di telefonare a un paio di esperti per farsi aiutare?  Quali esperti? E in base a cosa sono stati classificati esperti più sperimentati degli autori del lavoro? Il secondo punto importante è che non è stata seguita la raccomandazione degli autori del lavoro: i nostri dati hanno urgente necessità di indagini ulteriori urgenti. Mentre il siero continuava a essere somministrata milioni di persone nessuna indagine ulteriore è stata fatta. Un potere che danneggi e uccida a casaccio anche coloro che non si stanno opponendo, anche bambini, che condanni le donne incinte all’aborto o alla nascita di bambini con problematiche gravi, che regali il cancro, la miocardite, la polinevrite, che renda possibile l’Alzheimer a 30 anni e il Parkinson a 32, che potere è? Cosa erano gli abitanti delle isola Marshall, scelti per studiare gli effetti delle esplosioni nucleari sull’ambiente e sulle popolazioni civili, 35 bombe nucleari sganciate su Bikini, cosa erano gli abitanti di Cernobyl, evacuati con spaventoso ritardo e i contadini ucraini e bielorussi non evacuati mai? Non sto citando né Mengele né i suoi omologhi giapponesi dell’Unità 731, perché lì le vittime facevano parte di gruppi etnici, ebrei, manciù, considerati da ideologie psicotiche nemici dello stato. Qui le vittime sono stati gli stessi cittadini, quindi il nome cittadini non è più adatto come non è adatto nemmeno sudditi: la parola corretta è schiavi. Schiavi, la degenerazione della democrazia liberale e il ritorno dell’autoritarismo paternalistico è il titolo dell’ultimo libro di Max Del Papa, un racconto del dolore da  vaccino, somministrato con la menzogna: “non ti vaccini: muori e fai morire” come disse Draghi, e con il peggiore degli arbitri “I non vaccinati non invochino nessun diritto alla libertà”, sottolineò Mattarella. Con il suo stile aspro, appassionato di uomo perbene che ancora osa scandalizzarsi davanti al dolore inutile sparso a piene mani, Max del Papa ci parla della democrazia rinnegata, certo, ma qui non è stata rinnegata la democrazia, è stata rinnegata qualsiasi decenza e qualsiasi giustizia. I Borbone non erano democratici, ma non sottoponevano al dolore la popolazione civile, i bambini e le donne incinte, non imponevano di non dire la parola madre o accettare immigrati che ammazzano e odiano come un dono.  Parla del giornalismo venduto, dei ricatto, dell’enorme parassita che si chiama Unione Europea. Il libro mostra il raccordo tra vaccinismo tossico, genderismo, wokismo, islamismo e immigrazionismo: la distruzione dell’uomo e della sua etica, della sua vita, della sua salute “per il suo bene”, per il bene comune. Per i nostro bene la nostra vita è resa un inferno. È un libro da avere, la leggere e da lasciare i posteri, nella speranza che lo leggano con incredulità, perché nel frattempo qualcuno avrà raddrizzato il tiro. E un libro da leggere par raddrizzare il tiro.

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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