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Home›Generale›Violenza contro le donne

Violenza contro le donne

By Silvana De Mari
2 Dicembre 2019
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E anche quest’anno la giornata dedicata alla violenza contro le donne è passata. Ho aspettato un
paio di giorni a scrivere questo articolo per avere il tempo di fare tutte le verifiche. Qualcuno dei
big l’ha nominata la parola sharia? Nessuno ha nominato la parola sharia. Certo: perché la sharia
non è violenza contro le donne: è una forma di affetto, un po’ brusco certo, ma comunque affetto.
Ci sono le opinioni: le opinioni possono essere condivise o essere non condivise. Le opinioni
possono essere giuste o possono essere sbagliate, e decenza e prudenza ci dicono che in una società
libera, ma anche saggia, tutte le opinioni dovrebbero poter circolare, anche perché un’opinione
visibilmente “sbagliata”, francamente contro intuitiva, come quella che il sole stia fermo e la terra
giri intorno, fino a un certo tempo sono buffe e poi salta fuori che sono vere.
E poi ci sono i fatti. I fatti sono fatti. Se sulle opinioni possiamo discutere, sui fatti no. Un fatto può
essere trovato magnifico da qualcuno e orrendo da un altro, lo stesso fatto è festa nazionale per una
nazione e lutto nazionale per un’altra, ma un fatto è un fatto. Un fatto non può essere sotto censura,
nessuno può punire o minacciare chi lo sta raccontando. E se qualcuno è minacciato o punito per
aver riferito un fatto, allora vuol dire che non solo la libertà di parola è saltata, ma anche quella di
autodifesa. Se ti hanno fatto saltare la libertà di parola, è perché devi stare zitto e buono, legato e
anestetizzato, mentre ti fanno danni. Potete studiare la storia , potete verificare su internet, o, meglio
ancora, su un vero libro di storia, visto che al momento i libri di storia esistono ancora, che la
maggior parte delle fonti riporta che il Profeta Maometto, ha sposato una bambina di 7 anni, la sua
terza moglie e la più amata, anche se ci assicurano che per avvicinarsi a lei abbia aspettato i suoi 9
anni. Per questo motivo nell’islam sposare una bambina è permesso e criticare questa usanza è
vietato. Il Gran Bretagna patria del diritto ogni anno saltano fuori innumerevoli casi di spose
bambine, ma proprio bimbe, otto o nove anni, che vanno a scuola e si siedono sui banche
nascondendo il dolore di una deflorazione troppo precoce sotto la divisa scolastica uguale a quella
portata nella scuola di Harry Potter. La seconda legge reintrodotta da Komehini in Iran fu
l’abbassamento dell’età matrimoniabile in una donna a 13 anni ulteriormente abbassabile da un
tribunale a 11, la prima legge invece fu la reintroduzione della lapidazione.
Che Maometto reintroduca la lapidazione dell’adultera dopo che Cristo la aveva abolita e che quindi
da sette secoli nessuno applicava più, è un altro fatto.
La lapidazione è inelegante e sgradevole, il viso della donna di riempie di sangue, ecchimosi,
bruttissime fratture scomposte ed esposte e questa è un’opinione. Che l’Iran dove le donne vengono
lapidate faccia parte della Commissione ONU sui diritti della donne è un fatto. Che l’Arabia Saudita
che anche ha questa abitudine di prendere a sassate le signore, con le ossa che si spaccano e le
fratture scomposte che spuntano, sia nella commissione ONU per i diritti umani è un altro fatto, e
da qui possiamo tirare fuori quella che onestamente è un’opinione, che all’ONU delle donna, dei
loro corpi martoriati, delle loro vite distrutte, delle loro morti fatte da ineleganti ossa frantumate,
importi meno di zero.
Noi cafoni bifolchi con la passione del complottismo, possiamo anche sospettare dal basso del
nostro complottismo, e questa quindi è un’altra opinione, che tutto questo infinito parlare della
violenza contro le donne fatta da gente che riconosce ad Arabia Saudita e Iran il titolo di campioni
nella difesa dei diritti dell’umanità in generale e delle donne in particolare, debba servire ad altro.
Facciamo due conti, in Italia ci sono 130 “femminicidi “ l’anno. I maschi ammazzati da uomini o da
donne sono circa 400. I suicidi sono circa 4000, di cui 800 donne e 3200 maschi. La nostra
impressione è che l’emergenza sia il suicidio del maschio bianco, suicidio che ha due fondamentali
cause: il disastro economico, la solitudine.
​
Perché il me too è più grave della lapidazione? L’impressione di noi bifolchi è che una lunga serie
di signore, dalla De Beauvoir alla Butler stia vendendo l’odio per il maschio e la famiglia come
“contrasto alla violenza di genere”, ma perché l’ONU zampetta e saltella dietro questi evidenti
isterismi? Perché occorre abbattere il maschio bianco per invaderne il territorio, occorre
colpevolizzarlo per rendere tollerabile la presenza di enormi masse di maschi di etnia e religione
diversa che in piccole percentuali, meno del 10 % della popolazione, compiono la metà degli stupri,
la metà dal punto di vista numerico, ma fatti con la ferocia totale dello stupro di gruppo e dello
stupro etnico. Occorre devirilizzare i maschi, rendere una colpa il testosterone per poter mettere una
ragazzina smembrata in due trolley senza manifestazioni di piazza.
Quindi questa giornata non è una burla. È qualcosa di molto peggio. Rende le donne occidentali un
gruppo etnico, come gli ebrei o gli armeni. Non siamo un gruppo etnico, siamola parte femminile
della specie umana e gli uomini ne sono la parte maschile. Nella civiltà occidentale le donne
portano i gioielli, l’uomo si inginocchia davanti alla donna e, soprattutto, le donne vivono più degli
uomini. I gruppi veramente perseguitati vivono meno dei persecutori. Le donne dell’occidente erano
le uniche, grazie al cristianesimo ad avere ottenuto dignità e onore: dopo Cristo l’adultera non può
più essere lapidata, se la figura della Madonna domina nelle chiese la donna non può più essere
disonorata. Ma noi ci siamo lasciate convincere da calibri come la De Beauvoir, e la Butler,
rispettivamente una ex collaborazionista della repubblica di Vichi firmataria del
Manifesto in difesa
della pedofilia
nel 1977 e una tizia che si sveglia al mattino e non sa se è maschio o femmina, che i
nostri uomini non erano i nostri unici magnifici alleati, ma il nostro nemico.
In cambio del vittimismo, abbiamo amplificato le colpe dei nostri uomini, così che fossero castrati
socialmente, e così abbiamo disarmato la società giudaico cristiana, l’unica che ha dato valore alla
donne e alla libertà. E questa non è un’opinione: è un dannato fatto.
E ora facciamoci insegnare il rispetto per le donne dall’Iran, e il cerchio sarà chiuso.
TagsIranislamviolenza conrole donne
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