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Home›Generale›Islam e politicamente corretto.

Islam e politicamente corretto.

By Silvana De Mari
16 Dicembre 2019
1782
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Mentre noi usiamo il nostro tempo a preparare panettone e regali, che sono cose che fanno i vivi,
altri stanno utilizzando il loro, facendolo fruttare all’interno di una mostruosa cultura di morte. La
top ten dell’orrore non conosce limiti. L’unica cosa certa è che l’anno prossimo sarà peggio. Di
tanto in tanto un terrorista suicida sunnita stermina degli sciti in Iran facendo saltare una moschea,
chi semina vento raccoglie tempesta, non è che ci consoli, anzi aumenta il nostro orrore. Un
pachistano uccide altri pachistani, ma le vittime designate, le vittime preferite sono i cristiani.
Veramente la vittima preferita sarebbero gli ebrei, ma gli ebrei hanno dato le dimissioni dal ruolo di
vittima designata, non sono più disponibili, vivono dietro muri che li proteggono, come se non
bastasse hanno un micidiale esercito. E allora ci sono i cristiani. Tanto l’intellettuale di turno che ti
spiega che la colpa del terrorismo islamico è qualcun altro, il colonialismo, le crociate si trova
sempre, quindi chi ammazza i cristiani prende due piccioni con un’unica fava: elimina i cristiani e
aumenta l’odio contro di loro.
Che la cristianità sia stata cancellata a Mosul dimostra che una volontà di cancellarla esiste.
Non è, cancellare la cristianità, la volontà di uomini e donne che nell’islam sono nati e vivono in
pace, e che vogliono continuare a vivere in pace, ma loro non sono l’islam, sono uomini e donne.
L’islam è un’ideologia. Un’ideologia che parte male, fondata da un generale, un generale
particolarmente violento anche rispetto alla media dei suoi tempi, un generale particolarmente
feroce che fa lapidare l’adultera secoli dopo che era stata graziata, in un’epoca in cui già da secoli, e
parecchi secoli, nessuno le lapidava più, ma per tutta la sua travagliata storia l’islam non era mai
stato una cultura di morte. Stinchi di santo non lo sono mai stati e dieci secoli di schiavismo subito
non ce li ha tolti nessuno, era una religione o se preferite un’ideologia che vietava la filosofia,
asserviva i popoli, mancava dell’etica del lavoro, ma erano sani di mente.
L’islam
è diventato cultura di morte negli ultimi sessanta anni.
Il nazismo ha due anime : tedesca e islamica ( Adolf Hitler 22 novembre 1941). Come i mostruosi
horcraxus immaginati in Harry Potter, il mostro si è messo in salvo spaccando la sua anima e
cedendola all’islam, che era in una crisi enorme, avendo perso il califfato con la sconfitta ottomana
della prima guerra mondiale. Il nazismo sopravvive nelle terre dell’islam, Adolf è il nome
occidentale più diffuso, gli uomini di Hesbollah e Hamas salutano col braccio teso, ma non ce li
fanno vedere. La sconfitta della prima guerra mondiale fu un trauma insanabile. Se nel mondo non
c’è il califfato, vuol dire che l’Islam ha perso: intollerabile. L’islam nell’800 stava già agonizzando,
l’impero ottomano andava avanti per forza di inerzia. Senza il petrolio sarebbe forse già finito. Una
religione compatta e a struttura militare come l’islam è invincibile in epoca medioevale, appunto,
epoca del suo massimo splendore, dove gli uomini dell’islam fusero in maniera funzionale e
intelligente la loro potenza con le culture autoctone, siriana, indiana, spagnola, nord africana,
persiana e poi, ciliegia sulla torta, impero romano d’oriente.
È il periodo della grandi esplorazioni
geografiche, delle scoperte tecnologiche, Dal 1500 l’islam ha sospeso qualsiasi filologia: la
conquista di Costantinopoli, apparente apogeo, è in realtà l’inizio della fine. La invenzione la
stampa segna il divario invalicabile. In occidente il costo dei libri crolla e il loro numero si
moltiplica. L’occidente vince la sua battaglia contro l’analfabetismo. La stampa fu vietata nel mondo
islamico agli islamici, in quanto l’unico libro che avesse un senso era
il corano. La stampa fu poi
introdotto in Egitto da Napoleone, in medio oriente dai britannici, nell’impero ottomano dalla prima
guerra mondiale, ma a quel punto la frattura era insanabile. Nel mondo islamico la stampa fu
proibita agli islamici, non ai cristiani ed agli ebrei, che quindi (tutti, armeni, copti, eccetera)
diventano inevitabilmente gli intellettuali, coloro che detengono il potere scientifico ed economico,
tra una persecuzione e l’altra.
Oggi, in tutto l’islam, dal Senegal all’Indonesia, un miliardo di
persone il numero dei titoli nuovi pubblicati ogni anno è inferiore a quello dell’Italia.
​
La causa del terrorismo islamico è la necessità di ricuperare un impero islamico, il califfato, caduto
con la prima guerra mondiale, con l’aggiunta dell’imbarazzo per il divario scientifico e tecnologico.
Tutte le volta che un islamico ha in mano un cellulare, ha in mano un oggetto costruito da persone
estranee alla sua cultura, idem per il computer, l’angioplastica, e il frigorifero.
L’islam non può reggere il confronto con la modernità.
La domanda è: l’islam imploderà prima o dopo aver occupato e distrutto l’Europa?
Mi è rimasto impresso un commento del 2010, dopo che un terrorista islamico pachistano travestito
da donna, con l’esplosivo nascosto sotto al burka, si fece esplodere davanti a una mensa dei poveri.
La mensa dei poveri non andava bene perché organizzata da occidentali. Se per questo anche gli
eterni e infiniti aiuti ai palestinesi e a innumerevoli stati islamici sono organizzati da occidentali: se
cominciassero a rifiutarli sarebbe una bella idea. Torniamo alla Svezia. Nel 2010 il gran Mufti della
Svezia, Cheikh Abdulaziz Al, che ha fatto sentire la sua voce forte e chiara contro
Al-Qaïda,
mandante della strage della mensa dei poveri. In molti attentati, incluso
quello in Pakistan contro
pakistani in coda davanti ad una mensa dei poveri finanziata da organizzazioni cristiane ed
occidentali, il terrorista era travestito da donna, avendo nascosto sé stesso e la sua cintura esplosiva
sotto un burka. Il gran Mufti di Stoccolma, che non so più se faccia parte dell’islam moderato e di
quello smoderato perché la distinzione tra i due è al di sopra delle mie capacità cognitive, ha
duramente criticato il fatto che un uomo si travesta da donna, che offende tutto l’islam, perché le
donne sono esseri inferiori e la non mescolanza, la non confusione tra i due sessi è il primo precetto.
Oltretutto dà adito a chi vuole vietare il burka di nascondere la sua islamofobia, di nascondere la
ferocia del negare alle donne islamiche la libertà di portare il burka,
sotto il pretesto della
sicurezza.
Quindi l’importante è non travestirsi da donna e forse anche non mettersi le dita nel naso: lo
sterminio di innocenti va benissimo.
Qui stiamo parlando non solo della morte di migliaia di innocenti a cominciare dai pakistani in coda
davanti a una mensa dei poveri, ma stiamo parlando della nostra morte,
e ogni popolo deve
proteggere la propria vita.
Noi siamo la prima civiltà dall’inizio dei tempi che sta finanziando e proteggendo i propri invasori, I
propri assassini e tutti i loro fan.
Da quel fantastico 2010 gli atti di terrorismo sono comparsi anche in Svezia e si sono moltiplicati.
Nessuno si è indignato col Gran Mufti 10 anni fa, e ora
La
Svezia
è dichiarata essere la nuova culla
del terrorismo islamico in Europa.
Afferma il ricercatore svedese
Peder Hyllengren
dello Swedish Defense College, intervistato
dalla
tv svedese
Stv
, “la Svezia è diventata un centro dell’estremismo islamico internazionale e
centinaia di residenti svedesi hanno messo in piedi una vasta rete di contatti islamisti”. Secondo lo
studioso, il fenomeno sta proliferando da almeno un decennio, cioè proprio da quando il Gran Mufti
ha fatto la sua sparata, uccidere innocenti è lecito, vestirsi da donna non lo è, e nessuno gli ha
chiesto ragione.
“Il politicamente corretto aiuta il terrorismo” conclude
Peder Hyllengren
.
Posso dire lo avevo detto io?
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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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