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All’attacco. Una proposta per salvare la Chiesa.

By Silvana De Mari
7 Febbraio 2020
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La nuova Chiesa 3.0 ci ha appena informato che Gesù era un uomo di Dio. A noi cafoni pareva ci fosse una precisa parentela,  pare ci siamo sbagliati. In fiduciosa attesa che il gesuita di turno ci spieghi che i Vangeli sono da intendere in maniera poetica e che la parentela diretta, la Vergine che partorisce e il falegname crocefisso che risuscita al terzo giorno sono metafore di grande valore letterario, non più ancorate alla realtà del fatto che Dante abbia incontrato Ulisse all’inferno, continuiamo a pensare che Sant’Ignazio da Loyola si stia rigirando nella tomba.

Un’impressione diffusa è la Chiesa sia diventata 2.0 nel marzo del 2013, e che sia da allora che abbia incrementato le capacità pirotecniche con nuovi effetti speciali in continua evoluzione. Esistono però molte correnti di pensiero che ipotizzano che la Chiesa abbia smesso di essere la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica già nell’ottobre dell’62, quando ebbe inizio l’ultimo Concilio che ha potuto usare come lingua il latino, perché all’epoca lo sapevano.  Un cattolicesimo sempre più carino, porzionabile, opionabile, discutibile, vegetariano e soprattutto gay friendly , fatto di pretini carini che ci presentano i fidanzatini ancora più carini di loro, in effetti non può essere  un’esplosione improvvisa e imprevista. È più verosimile sia il  semplice arrivo di una pallina messa decenni fa su un piano inclinato. Quella nata nel lontano 62, quindi è la nuova Chiesa 2,0, e il modello in pista dal 2013, dopo la bizzarra abdicazione di un Papa lucidissimo che non è tornato vescovo, è la Chiesa 3.0: la chiesa degli abortisti acclamati in Vaticano, della ossuta Pachamama sugli altari, della Madonna dichiarata una ragazza qualsiasi e la Chiesa cinese svenduta al partico comunista. Mentre Cristo viene offeso come non mail, mentre i cristiani sono perseguitati come non mai, la nuova Chiesa 3.0 si preoccupa di migranti e clima e del mito  massonico della fratellanza universale laica. Non funziona. Hanno già provato. Gli uomini possono essere fratelli solo in Cristo, altrimenti si scannano.

La società occcidentale sta morendo, si sta suicidando perché la Chiesa ha perso il dogma, cioè la verità.

Il termini più seri, la Chiesa ha subito con concilio una variazione drammatica, che ne ha causato una crisi totale: gli alberi si giudicano dai frutti. Modificando il culto si modifica la cultura e quindi la società. La terrificante crisi della chiesa ha causato una crisi totale della società, che si sta serenamente estinguendo e dopo aver creato leggi che liberalizzano la droga, depenalizzano lo spaccio, puniscono l’intralcio all’aborto e che dice che il bambino ha bisogno di mamma e papà, cioè una società al suicidio.

Il Concilio Vaticano II ha cambiato la posizione della Chiesa, non più rivolta a Dio, ma all’uomo. Inevitabilmente è cambiata la Liturgia, rivolta all’uomo, e Dio è scomparso dalla società che ne è rimasta tragicamente orfana. Gli adolescenti si suicidano, per overdose o per farsi un selfie, perché una vita buia di luce divina, come anche aveva avvertito Pascal, è dannatamente noiosa. Tanto vale vivacizzare ammazzandosi.

Ci sono molti libri che si stanno occupando di un argomento così terribile e definitivo. Uno dei più vecchi è addolorato Jota Unum, di Amerio, che ricorda come nemmeno uno jota, nemmeno una sillaba della legge può essere cambiata. La Chiesa Cattolica non può cambiare nulla di quanto Cristo ha detto. Non può adattarsi ai tempi, e nel momento in cui si adatta ai tempi ha commesso il crimine di non soccorrere più i tempi. I tempi restano senza salvezza.  Uno dei libri più nuovi, appena uscito è All’attacco! Cristo vince. di Enrico Maria Radaelli, che contiene una soluzione. Già nel titolo annuncia la battaglia da combattere: oggi la Civiltà Cristiana Occidentale  è sotto attacco, come non lo è mai stata.

Alla fine degli Anni ’50 gran parte dell’Occidente si è orientata politicamente, culturalmente e perfino religiosamente a “sinistra” sia per reazione alle sanguinose devastazioni dello sconfitto  materialismo nazista sia per la nuova pressante influenza del materialismo marxista che si era infiltrato, dopo Pio XII, anche ai più alti vertici della Chiesa malgrado il suo evidente spirito anticristiano, antiumano e malgrado poi i milioni di morti innocenti lasciati dietro di sé al pari del nazismo.

Dopo circa quarant’anni, la scala di valori impiantati dalla fine della Seconda Guerra mondiale subisce un cambiamento:  si assiste al passaggio del popolo della Chiesa a nuovi valori più “civili” e “laici”: pacifismo, ecologismo, antisessismo, animalismo, egualitarismo, ecc.  In conseguenza di questo cambiamento la Civiltà Occidentale oggi si trova nel pieno di un fenomeno che ha tutte le proprietà e le dimensioni dei grandi rivolgimenti della Storia, quelli  dopo i quali niente è come prima: la Chiesa non parla più al mondo e il mondo non se ne dispiace, sta suicidandosi ed gli va bene così. Cosa più grave: la Chiesa non solo non  parla più al mondo, non parla più neppure a Dio nel modo dovuto. È da cinquantasette anni che la Chiesa si è ritirata sia dal mondo che da Dio.

Il saggio si propone  di individuare il focus teologico intorno a cui compattare questi strumenti: il mondo tornerà a Dio, l’ha detto Lui stesso perché è Dio che vince.

Il primo problema da risolvere  è  la  redenzione dolce,  un cristianesimo carino che non entri in particolari su come è morto Cristo, perché è una parte terrificante.  La Chiesa  è privata cioè del suo aspetto primario: l’aspetto sacrificale. La più perfetta eresia che si poteva escogitare Come è stato possibile? Il presupposto è che,  in base alla pastor aeternus promulgata dal beato Papa Pio IX, un Papa mai cadrà in una formale eresia: un Papa non sarà mai eretico. La pastor aeternus distingue il magistero papale fallibile dall’infallibile. Il primo costituito da ogni atto del Papa non manifestato attraverso una locutio ex cathedra, il secondo costituito solo da atti di questo tipo. Se un Papa si  impegna a non porsi mai nella locutio ex cathedra cioè nell’unico grado che lo costringerebbe all’infallibilità, potrà non solo esporre concetti fallibili, erronei, ma anche più che fallibili: eretici perché questi concetti non sono espressi nel loro grado formale; un’astuzia ben studiata: la formalità è salva . La Chiesa distrutta.

Secondo il filosofo cattolico André Malraux ogni civiltà si raccoglie sempre attorno a una religione, a un Dio, non c’è civiltà che non lo faccia, ma se la religione è la prima a voltare le spalle e a scappare, la civiltà non fa nulla per riacchiapparla perché crede e si convince che senza Dio sta meglio che con Dio.

Se la Civiltà Occidentale potesse sbarazzarsi di ogni Pastore e potesse quindi non avere più Dio di questo sarebbe felice. Ci sta riuscendo. La società ed i popoli che la compongono si sono dati dei propri insegnamenti, delle proprie morali, dei propri codici di comportamento, che ha chiamato “laici”, cioè senza più alcun riferimento a Dio. Codici morali e insegnamenti contro-natura, immorali, incoscientemente suicidi

È adesso il tempo in cui la Chiesa tornerà  ad essere limpida e netta come non è più da cinquant’anni. Solo ora si può attuare il delicatissimo meccanismo dell’Ordalia: un Giudizio di Dio sulla ereticità di una dottrina. La Pastor aeternus assicura che un Pontefice può incorrere formalmente nel delitto di eresia solo nel caso in cui esprima un pensiero eretico al grado più alto di Magistero, grado che si espleta esclusivamente in una locutio ex cathedra, ciò significa che per poter insegnare innumerevoli eresie sarà sufficiente che il Papa non si esponga mai a quel livello, esprimendosi sempre e solo al livello meno compromettente, possibilmente usando sempre un linguaggio equivoco. Come in effetti sta avvenendo.

Enrico Maria Radaelli propone di partire dalle sette asserzioni di Papa Francesco ritenute eretiche dagli autori della lettera aperta ai vescovi della chiesa cattolica, e le relative contro- verità  insegnate dalla Chiesa. L’Autore dimostra, con un’analisi approfondita , che nessuna delle asserzioni papali  può essere definita un “formale delitto di eresia papale”. L’unica cosa da fare davanti a un Papa “quasi eretico” è implorare quel Papa  di esprimersi  locutio ex cathedra poiché il Dogma dell’infallibilità papale  esclude in senso assoluto che un Papa possa cadere in un’eresia formale. Ciò spiega perché i Papi degli ultimi cinquant’anni  hanno voluto e vogliono tutt’ora utilizzare sempre e solo il grado “pastorale”.

Secondo Radaelli, la  Chiesa dovrebbe muoversi per compiere l’Ordalia sulle sette eresie papali denunciate in una  Lettera Aperta ai vescovi della Chiesa Cattolica scritta da una ventina di eminenti personalità nell’aprile del 2019.

Se su circa cinquemila Vescovi, almeno cinquecento si muovessero concordi chiedendo,  con insistente ed ostinata inflessibilità al Santo padre la salita in cattedra, fino al suo cedimento, la vittoria del Dogma è assicurata. Purtroppo è difficile immaginare oggi che cinquecento vescovi siano tanto spiritualmente forti, se però dovessero contarsene  anche solo cinquanta sarebbe  già un risultato insperato e decisivo perché diventerebbe complicato, per un Papa  già tanto discusso, sospenderne a divinis  cinquanta in un colpo solo. Da qui l’esortazione di Enrico Maria Radaelli ai Vescovi: tocca a Voi. “Si vada all’attacco”!

 

 

 

 

 

 

 

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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