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Supremazia.

By Silvana De Mari
15 Febbraio 2021
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I diritti d’autore dei libri di George Orwell sono scaduti. Tutti potranno pubblicare e ripubblicare senza pagare un centesimo. Saremo inondati dei tizi più incredibili che si dichiarano figli o al massimo nipoti dell’autore di 1984. Ma alla fine, chi ha vinto? Nel 1988 abbiamo avuto l’impressione che il comunismo fosse crollato. È stata appunto un’ impressione. È crollata l’Unione Sovietica, ma il comunismo è vivo e vegeto, e grazie a quel crollo è ancora più arzillo, più spumeggiante, più glamour, più cool, più smart.

Diceva Linus, l’amichetto di Charlie Brown che ha sempre con sé una coperta, il mondo si divide in buoni e cattivi, e i buoni decidono chi sono i cattivi. Lo stesso geniale concetto potete trovarlo nell’imperdibile libricino ”La destra e la sinistra “,  di Jean Madiran ( ed Fede e cultura).

La distinzione fra una destra e una sinistra è sempre un’iniziativa della sinistra, presa dalla sinistra a profitto della sinistra: per rovesciare il potere o per insediarvisi. C’è una destra, peraltro stupita di esserlo e mal consenziente, nella misura in cui la sinistra si forma, la designa e vi si oppone. Le cose cominciano, o ricominciano, proprio così, mai in senso inverso. Coloro che instaurano o rilanciano il gioco “destra-sinistra” fanno parte essi stessi della sinistra, delimitano una destra, per escluderla e per combatterla. In un secondo tempo, la destra, così designata e individuata, serra le fila, d’ordinario né tempestivamente né efficacemente, si organizza, si difende, contrattacca, qualche volta con successo: non è mai altro che difesa e contrattacco, e anche rappresaglia.  Questa forma di lotta politica era sconosciuta prima del 1789. Da nessuna parte prima del 1789 si è vista formarsi una destra che si ponesse all’opposizione, che prendesse l’iniziativa della divisione e della lotta, designasse una sinistra e aprisse contro di essa l’ostilità. È di destra colui che la sinistra designa o denuncia come tale: il contrario non è mai vero. Designazione e denuncia implicano criteri che variano molto secondo tempi e luoghi; ciò che non varia affatto è l’imperativo: hoc volo, sic jubeo (lo voglio così comando)  sovranamente arbitrario e ciò va da sé. Non esiste una distinzione oggettiva fra destra e sinistra, una distinzione che sia causa della loro costituzione in gruppi politici. Vi è all’origine un atto di volontà pura, che instaura il gioco “destra-sinistra” o, più esattamente, il gioco “sinistra contro destra”. Quelli che inventano, impongono, dirigono, arbitrano questo gioco sono gli uomini di sinistra. Coloro che lo rifiutano o lo subiscono e, comunque, non giungono mai a controllarlo sono gli uomini di destra. La sinistra si definisce da sé e la destra è designata dalla sinistra. La sinistra lancia il gioco “sinistra contro destra” e fissa le regole del gioco. La destra percepisce più o meno chiaramente che è costretta al gioco senza poterne modificare le regole. …. La destra non ne ha il diritto, né la possibilità; non è la destra che affibbia le etichette. È la sinistra, per contro, che gestisce il gioco.

Questo gioco maledetto non è stato spontaneo. Nel 1920 fiume di denaro sono stati sottratti ai sciagurati popoli dell’Unione Sovietica per finanziare una campagna sistematica di destabilizzazione dell’Occidente. Fiumi di denaro che sono andati a università, a mediocri professori universitari, che sono andati all’arte, agli artisti mediocri, ai registi mediocri, ai saggisti mediocri, perché creassero questo gioco di specchi. Qualcuno si è mai reso conto di quanto sono incredibilmente mediocri Sartre e Pasolini?  Se non fossero stati di sinistra qualcuno li avrebbe mai presi in considerazione con tutta la loro abissale mediocrità? È possibile per un artista non di sinistra avere successo nell’arte? E qui arriva la parte divertente: con il 1988 la supremazia della sinistra è aumentata. Non deve più dar conto a nessuno dei crimini sovietici. Dispone ugualmente di finanziamenti, enormi finanziamenti, che arrivano dalla Cina, ma la Cina nell’immaginario collettivo è lontana. Inoltre la Cina è molto più spietata di quanto fosse stata l’Unione Sovietica, a fronte di un’apparente apertura, e non ha gli intellettuali dissidenti che in qualche maniera avevano aperto le nostre coscienze.

Il marxismo leninismo continua a destabilizzare mondo occidentale. La sinistra non difende gli operai. I quartieri operai votano per Trump o per Salvini, nella vaga speranza che qualcuno cerchi di arginare l’invasione dei loro quartieri da parte di minoranze estranee e aggressive, e magari riporti il lavoro. La sinistra rimprovera come una colpa ai leader di destra di essere votati da cafoni bifolchi, cioè da lavoratori e da poveri.

La battaglia  della sinistra è sulla distruzione della storia, che viene descritta come una lunga serie di malvagità, della famiglia che viene descritta come un covo di vipere e adesso addirittura della normalità. Un maschio che sia maschio e una  femmina che sia femmina, fieri ognuno del proprio rispettivo essere maschio essere femmina sono guardati malissimo. Nel migliore dei casi sono giudicati non inclusivi, sempre più frequentemente sono giudicati fascisti. La parola fascismo quindi è il nuovo marchio di chi non si adegua a una distruzione della propria storia e della propria normalità.

Provo una certa nausea davanti a chi saluta col braccio teso. Sarei disposta però a combattere a morire per la libertà di fare questo gesto, di tenersi il busto del duce sulla scrivania e di chiamarsi camerati, perché la libertà di opinione e di parola deve essere assoluta.

Provo la stessa nausea per chi saluta col pugno chiuso. Mi domando sempre di quanti milioni di morti avranno bisogno costoro perché un sussulto di indignazione agiti le loro minuscole anime e le loro ancora più infinitesimali coscienze. Inoltre ritengo molto più pericoloso il saluto col pugno chiuso, perché il fascismo è definitivamente defunto nel ‘45 e non risorgerà, il comunismo è vivo e vegeto e fiumi di denaro arrivano dalla Cina. L’eroica resistenza italiana è stata infangata dei crimini dei partigiani rossi commessi soprattutto a guerra finita: innocenti ammazzati in maniera bestiale, donne violentate e uccise in maniera bestiale. Quanti sono i desaparecidos  spariti nel triangolo rosso, per i quali nessuno mai pagato nessuno pagherà? Non erano ologrammi, erano persone, e spesso erano antifascisti valorosi uccisi perché si sarebbero ribellati al colpo di stato che i comunisti avrebbero dovuto fare. Non fu fatto perché la Jugoslavia di Tuto si disallineò, e non fu più possibile tecnicamente un colpo di stato militare, ma il colpo di stato allora fu ciovile: magistratura, media, spettacolo, scuola.

Ho guardato con orrore, in realtà con una certa nausea, il presidente Mattarella incaricare, o fingere incaricare, Roberto Fico per il nuovo governo. Fico saluta col pugno chiuso. Un uomo che saluta col pugno chiuso sta calpestando con gli scarponi chiodati 6 milioni di ucraini, di cui 1 milione e mezzo di bambini, alcune decine di milioni di morti nei vari campi di concentramento sovietici e cinesi.

Ripeto: la libertà e la democrazia deve essere sacra. La gente deve avere il diritto di salutare col pugno chiuso, ma ignobile che persone che stanno calpestando i morti possano avere cariche istituzionali. Sono rimasta interdetta anche dal silenzio del deputato Fiano davanti a questo scempio. Una persona che vuole vietare il saluto romano non dice nulla davanti a una carica istituzionale che saluta col pugno chiuso? Forse i 6 milioni di ucraini di cui 1 milione mezzo bambini non erano esseri umani? O erano esseri umani di categoria B? Oppure il mondo si divide in buoni e cattivi e i buoni decidono chi sono i cattivi.

Qualcuno dica a Fico di andare a portare un mazzo di fiori sulla martoriata terra ucraina o su quella siberiana. E magari un fiore portatelo anche sulla tomba di Orwell.

TagscomunismoFede e culturaGeorge OrwellJean MadiranLa destra e la sinistra
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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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