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Mors tua vita mea: il cattolicesimo 3.0 riscrive l’etica

By Silvana De Mari
8 Luglio 2021
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Nulla sarà più come prima. i  vaccini Covid sono sacri ed è vietato parlarne male. La federazione degli ordini dei medici , fnomceo, scritto in minuscolo non per una dimenticanza, minaccia la radiazione a chi oserà sconsigliarli. Eppure si tratta di farmaci in fase sperimentale che non potrebbero essere somministrati a meno che non ci sia emergenza, vale a dire mancanza di cure alternative. Non c’è emergenza, le cure ci sono e sono ottime. La fnomceo ha trovato giusto e normale l’obbligo vaccinale al personale sanitario con farmaci sperimentali che contrastano la malattia rendendola meno grave , ma non impediscono l’infezione, cioè il contagio, ma fa sentire la sua voce per imbavagliare le voci critiche. Il farmaco, ripeto, è in fase sperimentale, quindi con effetti collaterali che sono tutti da scoprire, che sarà difficile scoprire se le voci critiche vengono azzittite.

Poi c’è il problema etico: si tratta di farmaci fabbricati usando le piccole vite vivisezionate di due creature umane abortite volontariamente proprio per fornirle alla vivisezione. Alcuni negano questa verità. Milena Gabanelli, il 16 giugno scorso, nella sua rubrica Dataroom (Corriere della sera) ha pubblicato un video a proposito delle fake news. La giornalista affronta il tema dell’uso delle cellule fetali per produrre i vaccini e del fatto che questi  possano contenere tracce di DNA umano. La signora Gabanelli afferma che ciò che è contenuto nei vaccini è pubblico e non contengono nessun materiale cellulare. Il professor Paul Offit è uno dei maggiori esperti di vaccini a livello mondiale, afferma che è vero, che negli anni’60 vi furono due aborti volontari praticati uno in Svezia ed uno in Inghilterra. Le cellule ricavate da questi feti abortiti sono state utilizzate per produrre diversi vaccini: il vaccino contro l’epatite A e altri Sono  linee cellulari derivanti da quelle ottenute negli anni ’60 quindi non sono stati praticati altri aborti terapeutici per produrre vaccini, ma la risposta alla domanda se nei vaccini esiste una piccolissima quantità di tramilena gabanelli, cce di DNA, derivante da quelle cellule fetali, è affermativa. Dunque il DNA fetale è presente in molti vaccini, anche nei vaccini Covid ad Adenovirus usati in Occidente, ad esempio quelli prodotti dalle case farmaceutiche AstraZeneca e Johnson & Johnson. Paul Offit, nel gennaio del 2021 spiega che ci sono due vaccini  in uso in quel momento negli Stati Uniti: uno Pfizer e l’altro Moderna, entrambi ad RNA messaggero, nessuno dei due derivato da cellule fetali, ma la dottoressa Pamela Acker con un lavoro estremamente documentato afferma che i due farmaci a RNA sono stati testati su cellule umane, ovviamente, e che le uniche cellule umane su cui possono essere stati testati sono quelli derivate dai feti abortiti. Si tratta di feti abortiti al quinto mese, quando i fasci spinotalamocorticali che portano l’informazione del dolore sono perfettamente formati, che vengono sezionati vivi, le cellule devono essere vive, e senza anestesia, che danneggerebbe i preziosi tessuti prelevati.

Le gerarchie cattoliche che raccomandano i vaccini e addirittura sedicenti esponenti del mondo prolife hanno serenamente giustificato il tutto con i due motti anticristiani che il fine giustifica i mezzi e che si sceglie il male minore. Chi sceglie il male minore sta scegliendo il male ed è fuori dalla legge di Cristo.

Particolarmente prezioso quindi è il libro MORS TUA VITA MEA. Il fine non giustifica i mezzi

Sulla illeicità morale dei vaccini che utilizzano linee cellulari di feti vittime di aborto volontario (Edizioni Maniero del Mirto Collana Moralia et Scientia) che ha una preziosa prefazione di Monsignor Carlo Maria Viganò, e contiene articoli di  Monsignor Athanasius Schneider, Don Curzio Nitoglia, Dom Giulio Meattini (OSB), Massimo Viglione, John-Henry Westen, Giovanni Turco, Clara Ferranti, Gianfranco Amato, Paolo Gulisano, Pilar Calva Mercado, Wanda Massa, Cristiano Lugli, Daniele Trabucco, Francesco Lamendola, Marilena Maioli e contributi, Nicodemus, Antonio Bianco, Alfredo De Matteo e un piccolo contributo mio.

Nell’epoca del Covid-19, tutto sembra passare in secondo piano rispetto alla salvaguardia della vita fisica.

Diventa perciò lecito sacrificare il settore economico, soprattutto le attività che più caratterizzano il nostro Paese: cultura, intrattenimento, ristorazione, il made in Italy, insomma,  lasciando senza lavoro imprese e, di conseguenza padri di famiglia. Sacrificare gli anziani a cui viene impedito di intrattenere le relazioni sociali, fondamentali per mantenere le funzioni cognitive. Sacrificare i ragazzi costretti alla didattica a distanza: non a caso sono aumentati nell’ultimo periodo i fenomeni di autolesionismo tra i giovani. In nome della salvaguardia della vita fisica diventa legittimo anche sacrificare feti abortiti volontariamente? A questa domanda, centrale per i Cattolici, ma non meno importante per tutti quelli che cercano la verità, risponde l’interessantissimo saggio Mors tua vita mea alla cui realizzazione hanno contribuito sacerdoti, scienziati, giuristi, filosofi. Ognuno in base alle proprie conoscenze, tutti accumunati dalla fede cattolica, gli Autori dimostrano, con un’ampia documentazione e bibliografia, che per la produzione di alcuni vaccini e, segnatamente per i vaccini conto il Covid-19, vengono utilizzate cellule derivate da feti vittime di aborto volontario. Spacciata per molto tempo come fake-news, il libro presenta le prove che l’affermazione corrisponde al vero. Il fatto che Bergoglio abbia consigliato a tutti di vaccinarsi e addirittura obbligato, pena la perdita del lavoro, i dipendenti del Vaticano al vaccino contro il Covid-19, ha contribuito ulteriormente alla confusione, ma, come ci ricorda Gianfranco Amato, uno degli Autori, citando S. Tommaso d’Aquino: nessun atto malvagio può essere giustificato anche se l’intenzione è buona. Dunque“Il fine non giustifica i mezzi”. La dichiarazione che il fine giustifica i mezzi è attribuita a Niccolò Machiavelli.  In realtà Machiavelli  si limita ad esprimere il concetto ne “Il principe”, ma le parole sono di Padre Hermann Bausembaum, guarda caso, un gesuita.

Sigle che riportano alla memoria altri orrori del passato, identificano le linee cellulari ottenute da feti abortiti volontariamente negli anni ’70. Le cellule destinate a diventare immortali, devono essere prelevate da un corpo in cui il cuore batte, cioè vivo, e senza anestesia per non alterarle. Il feto, contenuto nell’utero materno, quando viene partorito, (in questi casi con un parto indotto) e respira con i suoi polmoni, non è più un feto. È un bambino prematuro in grado di  provare dolore. Questi bambini sono stati dissezionati senza anestesia per prelevare gli organi da cui ricavare  le linee cellulari per creare i vaccini. I vaccini Astrazeneca e Johnson e Johnson sono stati prodotti coltivando i virus su queste cellule, quelli di Pfizer e Moderna le hanno utilizzate per i test di conferma. Per ottenere queste linee cellulari, sono stati necessari una serie di esperimenti, regolarmente documentati, che hanno richiesto l’uso di più bambini abortiti. A questo proposito, Wanda Masa, riporta le parole della Dottoressa Theresa Deiher, fondatrice dell’istituto di ricerca sulla sicurezza dei vaccini. La dottoressa Deiher dichiara che i vaccini prodotti con cellule fetali umane contengono residui di DNA umano, con gravi rischi di sviluppare malattie autoimmuni e cancro.  Si parla di vaccini, ma nel caso dei sieri prodotti contro il Covid-19 bisognerebbe più correttamente parlare di terapie geniche sperimentali. Terapie geniche sperimentali la cui reale efficacia non è nota, così come ignoti sono gli effetti a medio e lungo termine, mentre si sono già verificati casi di reazioni avverse fatali.

A Massimo Viglione il merito di aver analizzato la situazione generale mettendo i fatti in ordine cronologico a partire dai primi momenti dell’emergenza, evidenziando le contraddizioni delle scelte fatte a livello politico, la campagna mediatica martellante che da un lato ha terrorizzato la popolazione e dall’altro ha presentato il “vaccino” come unico elemento salvifico in grado di sconfiggere il Covid-19 avvertendoci nel contempo che  nulla sarà come prima…

Anche la nostra etica non sarà più come prima. I movimenti abortisti, giustamente, stanno deridendo i sedicenti Pro life che vogliono il vaccino perché il covid li terrorizza. Gli ordini dei medici (minuscolo) non prevedono questa obiezione di coscienza. Nulla sarà più come prima.

Cosa può essere passato nella mente di una donna che ha consegnato per denaro il suo bimbetto a chi ne causerà la morte nel dolore?

Il bimbo era nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro al mondo.

La mamma è il suo primo difensore sul pianeta, la signora dall’altra parte del cordone ombelicale è stata incaricata da Dio di proteggerlo, se non credete in Dio dalla vostra amata madre natura.

“Sono forse io il custode di mio fratello” diventa “Sono forse io la custode di mio figlio?”

E chi altri dovrebbe essere?

Nel tragico imbuto di Dante, tra i traditori, i traditori della patria, i traditori degli amici, Giuda che tradisce Cristo, questa ipotesi non è contamplata.

Forse è il caso di aggiornare

arte postmoderna silvana de mari community

Ringraziamo commossi l’Unione Europea che ha dichiarato l’aborto un diritto umano.  Ora arriverà il diritto alla salute, con l’obbligo vaccinale.

Altre palate di diritti umani.

Nulla sarà come prima.

TagsabortoAlfredo De MatteoAntonio BiancoClara FerrantiCristiano Luglidaniele TrabuccoDom Giulio Meattini (OSB)Don Curzio NitogliaFrancesco Lamendolagianfranco amatoGiovanni TurcoJohn-Henry WestenMarilena Maioli e contributiMassimo ViglioneMonsignor Athanasius SchneiderMonsignor Carlo Maria ViganòNicodemusPaolo GulisanoPilar Calva MercadoWanda Massa
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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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