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Home›Generale›Il Signore vestito di bianco è Papa?

Il Signore vestito di bianco è Papa?

By Silvana De Mari
12 Marzo 2021
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I Cristiani muoiono come cani nelle terredell’Islam, ma colui che secondo alcuni ostinati è il vicario di Cristo non li difende.
Nei lontani tempi della mia infanzia, sessant’anni fa, alla fine della Messa leggevano il primo magnifico pezzo del Vangelo di San Giovanni. Ce lo leggevano in latino e noi lo capivamo, perché se vai a Messa tutte le domeniche e la Messa oltre che essere completamente diversa da quella attuale, è anche celebrata in  latino, dopo un po’ il latino lo impari.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Il Verbo è Gesù Cristo. Presso Dio c’era Gesù Cristo, non Maometto, quindi chi afferma che Cristo e Maometto sono pari grado, o parenti, addirittura fratelli sta contraddicendo il Vangelo. C’è anche il particolare che uno dei due è risorto, e l’altro no, che marca una differenza non così trascurabile, Sempre in quel primo magnifico pezzo del Vangelo di San Giovanni è specificato che solo coloro che credono in Cristo, e solo loro, sono resi dal credere in Lui, figli di Dio. Non basta essere creature umane, è specificato con molta chiarezza. Credere nel nome di Cristo ci fa nascere non dal sangue né dalla volontà della carne e nemmeno la volontà dell’uomo, ma da Dio. I nostri fratelli sono coloro che credono in Cristo. Musulmani e buddisti possono essere degnissime persone, ma non sono nostri fratelli. Solo chi crede in Cristo lo è. Quando incontriamo un non cristiano noi dobbiamo renderlo un nostro fratello convertendolo. E se non lo facciamo violiamo la verità che rende liberi, violiamo la volontà di Cristo.
Ripetere queste righe a ogni Messa rendeva chiaro  nella mente dei sacerdoti oltre che dei fedeli il fatto che sono nostri fratelli solo coloro che sono nostri fratelli in Cristo e che è un peccato per un cristiano non convertire cioè non rendere gli altri fratelli. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde, afferma Cristo, in una frase riportata identica nei tre Vangeli sinottici. I margini per il dialogo inter religioso non ci sono. Se credi in Cristo sei con Lui, se non ci credi sei contro di Lui. Non ci sono posizioni neutre, giustamente, e non ci sono posizioni unitarie. Cristo afferma di essere venuto a portare la divisione, è quanto di più divisivo esista, perché o credi in Lui o sei contro di Lui. Chi vuole l’unità con le altre religioni è contro Cristo, nega l’unicità di Cristo.
Eppure la nuova chiesa 2,0 è andata in Iraq per parlare con le gerarchie islamiche fraternamente, (ovviamente senza mascherina che è per i servi, non per le élite): in questa maniera ha negato il Vangelo.
Bergoglio ha detto che l’Ayatollah Al Sistani è stato una luce per lui. Per un cristiano l’unica luce è Cristo. Come può essere una luce per un cristiano qualcuno che non riconosce la divinità di Cristo? Bergoglio  salutato invocando Allah. Il Primo comandamento è stato violato.  La fantasiosa, affermazione che il Dio degli ebrei sia lo stesso di Gesù Cristo e sia lo stesso degli islamici, è fantasiosamente falsa. Ebrei e Musulmani non credono nella trinità, e quindi non è lo stesso nostro Dio, perché in principio era il Verbo, che era presso Dio. Nel notevole libro Tra nichilismo e Islam. L’Europa come colpa di  Gianni Baget Bozzo e Raffaele Iannuzzi troviamo scritte queste righe fondamentali.
 “La creazione è un concetto fondamentale del Cristianesimo proprio come realtà altra da Dio, anche se in Dio ha la sua origine e il suo fondamento. Per l’islam la creazione esiste solo come produzione costante della volontà divina: Dio è l’unica causa di tutti gli eventi. Il concetto di natura non ha quindi alcuna parte nel pensiero islamico, che non riconosce – differentemente dal Cristianesimo – alcuna autonomia alle causalità create”. Nella religione islamica, a rigore, il problema del male non si pone, come non si pone il problema del libero arbitrio: male è l’infedele, “un nulla che si ribella contro l’unica causa del suo esistere”. Un nulla che deve essere annientato: “È questa la sottile forma di nichilismo che pervade il pensiero islamico e che, non a caso, ha trovato nelle azioni annichilenti, cioè nelle azioni di guerra, la sua forma propria di azione civile e sociale. Al tempo stesso, l’annullamento, la morte in battaglia, è il modo con cui il musulmano entra nello spazio secondo della creazione che non è, come per il Cristianesimo, la vita in Dio, ma solo un’esistenza premiata”.
 Cristo è morto per noi così da renderci, attraverso la fede in lui, figli di Dio. Nell’Islam noi siamo servi di Allah, non figli.
È venuto quindi il momento di lasciar perdere la paura, il terrore di uno scisma, l’orrore di picchiare ulteriormente su una santa madre Chiesa che rantola per terra in mezzo a pozzanghere arcobaleno, e invoca un vaccino fatto su cellule di feti umani abortiti volontariamente come unica salvezza. Il momento è venuto di unirci alle voci sempre più insistenti che spiegano l’assoluta irregolarità, per usare un termine eufemistico, dell’elezione a Papa del signore che ha appena dichiarato un ayatollah la sua luce e ha salutato in nome di Allah.
Sono sempre più numerosi gli avvocati che analizzando il testo dell’abdicazione di Sua Santità Benedetto XVI non possono che rilevare che quel testo sta negando l’applicazione. Ora si è aggiunto  anche l’avvocato Taormina. Il Cardinal Pell ha affermato che il Papa che abdica deve tornare vescovo o cardinale, se sua Santità Benedetto XVI continua a vestire di bianco e a comportarsi da Papa vuol dire che è Papa: la sede non era vacante all’elezione di Bergoglio, quindi elezione  invalida.  Marco Ansaldo, giornalista de La Repubblica nel libro “Un altro papa. Ratzinger, le dimissioni e lo scontro con Bergoglio” , sottolinea l’incompatibilità delle due visioni e la falsità dell’immagine edulcorata di due Papi felici e concordi, dando un’involontaria ma potente coltellata all’idea che il passaggio non sia avvenuto sotto coercizione.
Frà Alexis Bugnolo, uno dei maggiori latinisti al mondo ha esaminato la Declaratio di rinuncia di Benedetto XVI, rendendosi conto che è invalida, oltre che infarcita di errori ortografici nella prima edizione. Il Papa non rinuncia, ma dichiara di rinunciare, formula che non vuol duire nuulla, e non rinuncia al Minus papale, cioè all’essere Papa. L’Avvocatessa argentina Acossa ha scritto 300 pagine che affermano l’invalidità.
Sul suo ottimo blog Marco Tosatti, ripubblica un formidabile articolo dii Sergio Russo in commento alle affermazioni del Papa, l’unico, fatte al Corriere della Sera: c’è un solo Papa.
Dal quotidiano Libero e dal suo blog, Andrea Cionci articolo dopo articolo ha raccolto tutte le prove, ha ricostruito tutti i passaggi, perché non ci siano più dubbi.
Sempre più numerosi sono i sacerdoti che celebrava la messa una cum Benedetto, molti degli Stati Uniti, qualcuno in Italia. Don Enrico Roncaglia, è uno di coloro che non celebra la messa in unità con Francesco, ha pagato carissima questa sua scelta. Mi ha parlato del profondo dolore di un sacerdote nel celebrare la messa, la Santa Messa in unità con un supposto Papa che nega il Vangelo praticamente ogni giorno, e che arrivato al soglio pontificio con una elezione clamorosamente dubbia, un dolore  che è diventato intollerabile davanti al Vangelo contraddetto, ai Comandamenti violati al punto tale che questo sacerdote ha rinunciato tutto, alla casa, lo stipendio e soprattutto  alla sua parrocchia, dove era amato dai suoi parrocchiani,  dove poteva celebrare in una magnifica chiesa del ‘600 incastonata tra le montagne. “Ma – ricorda Don Enrico- la propria coscienza è molto più importante di qualsiasi cosa, perché essere fedeli a Cristo è molto più importante della casa, della sicurezza, addirittura dell’affetto dei parrocchiani. Noi sacerdoti siamo i figli prediletti della Madonna, noi non possiamo mentire”.
Sono sempre più numerosi i sacerdoti sia in Europa, ma soprattutto negli Stati Uniti che fanno la stessa scelta. Lo scisma c’è già. Chiediamo ai cardinali ancora fedeli alla Chiesa di prenderne atto e di intervenire. Non lasciate soli i sacerdoti coraggiosi che, figli prediletti della Madonna, stanno pagando prezzi enormi per la verità. Lo scisma c’è già. Raccogliete attorno a voi il piccolo resto con una fede impavida e guidatelo.
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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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