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Home›Generale›Un ACE inibitore può fermare il covid?

Un ACE inibitore può fermare il covid?

By Silvana De Mari
3 Aprile 2021
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SARS 2 COVID 19 : una  nuova proposta terapeutica

 

Perché in Africa la Sars 2 covid 19 ha mietuto molte meno vittime che in Europa.

Le risposte che avevo dato io erano le seguenti:

clima più caldo, il coronavirus detesta i caldo, in termini più tecnici è un virus stagionale.

In Africa molti assumono idrossiclorochina come antimalarico e questo li ha protetti e ha interrotto la catena di contagio.

Avendo già a che fare con tubercolosi e lebbra endemiche, e non avendo una copertura mediatica come noi,  gli africani sono meno propensi agli isterismi, e quindi hanno evitato i tragici lockdown che hanno peggiorato l’epidemia.

Il mio amico dottor Fausto D’Amico, propone altre risposte.  Fausto D’Amico ha lavorato con gli ACE inibitori e li ha gestiti  come Direttore Medico-Marketing di Industria Farmaceutica. Gli ACE inibitori sono farmaci antipertensivi. L’acronimo “ACE” sta per “Angiotensin–Converting Enzyme”, ovvero “enzima di conversione dell’angiotensina”.

La SARS-CoV2  entra  grazie agli ACE2, il recettore ACE cioè è la porta di ingresso del virus.

Fausto D’Amico sapendo  che i Neri Sub-Sahariani non rispondono a questi farmaci ha dato per

scontato che avrebbero avuto molto meno casi.

Così come è stato( in Africa il Virus ha colpito in Sud Africa e nel Nord Africa di etnie diverse, ma non al Centro).

L’OMS in primavera, gridava l’allarme : in Ottobre la Pandemia scoppierà in Africa. Fortunatamente non è successo.

Fausto D’Amico ha coinvolto  in questi miei pensieri i Genetisti dell’Università di Siena che hanno scoperto che nei Sub-Sahariani esiste un polimorfismo del gene TLR3L412F a distinguerli.

Hanno anche  portato avanti un grande Studio (coinvolti 30 Centri italiani ed esteri) con un interessante risultato : hanno trovato che quando c’è la presenza di un  particolare cluster di 5 geni il paziente  una volta contagiato dal Sars-CoV2 è destinato ad una evoluzione grave della malattia.

È in ipotesi la  costruzione di un test che consenta uno screening rapido per poter individuare precocemente questi soggetti.

 

Contemporaneamente arriva la conferma :

E’ nel Sistema Renina-Angiotensina l’ambito in cui si gioca la partita con il virus sars-cov2 .

Quando ,finalmente, si sono avuti i dati sulla mortalità s’è visto che il 66% dei decessi vedeva come patologia di base l’ipertensione, il 29% il Diabete di tipo 2,

il 27% la cardiopatia ischemica. La concomitanza di 2 o più patologie rendeva ovviamente il quadro più grave.

Questa realtà sembra ulteriore conferma del ruolo determinante del Sistema Renina- Angiotensina .

Infatti l’attacco del Virus determina la down-regulation  dei recettori ACE2 e di conseguenza  l’incremento dell’Angiotensina II.

(Molti lavori a supporto di questo sono disponibili)

Ebbene  l’Angiotensina II è responsabile si dell‘ipertensione ma anche della formazione di trombi( + aggregazione piastrinica,- ossido nitrico,+TF della coagulazione)

e dell‘infiammazione(citochine,chemiochine,molecole di adesione,fattori di crescita).

A ciò bisogna aggiungere un’attività pro-diabetogena tramite insulino resistenza ed effetto controinsulare(vs le cellule beta del pancreas).

Tra li tantissimi lavori che confermano il ruolo dell’Angiotensina II nell’infezione da SARS-CoV2  illuminante  un lavoro pubblicato su Lancet  che vede l’utilizzo dell‘ACE2 ricombinante in casi gravi di Covid-19.

Le conferme da questa pubblicazione :

– i livelli plasmatici elevati di AngII sono  fortemente correlati  alla mortalità

– l’infusione di AngII è stata associata ad aumento degli eventi trombotici ed induzione della citochina IL-6

– l’obiettivo quindi è ridurre al minimo le lesioni a  più organi,inclusi polmoni,i reni ed il cuore,a causa dell’iperattivazione

del RAAS e dell’aumento  delle concentrazioni di AngII

– l’ACE2 può neutralizzare efficacemente SARS-CoV2.

– dopo la prima iniezione dell’ACE2 ricombinante (hrsACE2) è  marcata la riduzione dell’AngII con aumento dell’Ang1-7 ed Ang1-9,

– la diminuzione dell’AngII ha determinato la diminuzione della citochina IL-6,della chemiochina IL-8 e della ferritina

– si dimostra che l’ACE2 controbilancia gli effetti dell’AngII e quindi protegge il cuore,i reni e soprattutto il polmone

– l’AngII può portare a malattie cardiache, ipertensione, alterazioni fibrotiche nel polmone e nel fegato, nefropatia diabetica, infiammazione, costrizione dei vasi e lesioni polmonari  ma possono essere  affrontate contrastandone i livelli.

Nel paziente Covid-positivo aumentano i livelli di AngII mentre diminuiscono quelli di ACE2 , valori che ritornano ad essere normali quando il paziente torna negativo, come testimoniato da un bel lavoro dell’Università di Marsiglia).

 

Arginare la Pandemia in corso prevede due vie : la prima è combattere direttamente il Virus (terapie domiciliari , anticorpi monoclonali, futuri possibili farmaci)

e la seconda cercando di parare i danni che questo provoca all’organismo una volta al suo interno.

Nel frattempo abbiamo imparato ad usare meglio i farmaci tanto che la mortalità nelle Infettive è passata dal 50% al 10%  nella seconda fase.

S’è capito che si può e si deve ridurre i ricoveri ospedalieri ,soprattutto con l’arrivo delle varianti,attraverso una precoce assistenza domiciliare.

I protocolli che molti Medici di Famiglia stanno  attuando stanno dando buonissimi risultati.

Pochi farmaci essenziali possibilmente nel momento giusto.

Ma se è vero che è l’Angiotensina II la causa del danno da Covid  gli interventi attuali non sono sulla causa ma sugli effetti che ne derivano.

 

Secondo Fausto D’Amico  bisogna stoppare l’aumento di AngII appena  partono i Sintomi dell’infezione.

L’ACE2 ricombinante (hrsACE2) è  validissimo ma  è utilizzabile solo in condizione di ricovero,(così come gli anticorpi monoclonali) e quindi in fase avanzata della patologia.

Esistono però  farmaci mirati come gli ACE-inibitori o i Sartani  , manegevolissimi ,utilizzabili a domicilio  e che pur essendo degli antiipertensivi possono

essere  dati in sicurezza anche ai normotesi vista la gradualità con cui agiscono sui valori pressori(se si vuole abbassare velocemente la P.A.

bisogna usare i diuretici , i nitrati o i calcioantagonisti!)

Con il paziente ai primi sintomi  il primo farmaco da utilizzare  al volo  dovrebbe allora  essere un Ace-inibitore od un Sartano per  il controllo dell’Ang II

e  successivamente (o insieme perché no)antinfiammatori, solo più avanti cortisonici ,eparina ed antibiotico se utili .

Un comportamento di questo tipo sarebbe un ulteriore passo avanti nella gestione del paziente a livello domiciliare, e ridurrebbe significativamente

i ricoveri, più o meno gravi, in Ospedale.

TagsAce-inibitoreFausto D'Amicosartano. covid
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Silvana De Mari

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