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Le gemelle K.

By Silvana De Mari
21 Novembre 2025
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Erano alte, uguali tra di loro, di origine tedesca, mostravano gambe lunghissime, su tacchi vertiginosi. Come ballerine erano mediocri, e non mi riferisco solo a un eventuale paragone con la danza classica, che a piccole dosi potrebbe benissimo essere presente in uno spettacolo di grande intrattenimento, ma anche un paragone con la danza moderna, da quella libera di  Isadora Duncan, a quella più tecnica e strutturata di Martha Graham e Doris Humphrey, per poi espandersi in infinite coreografie. La televisione poteva usare la potenza dello spettacolo del sabato sera per mostrare cultura e bellezza, per incentivare le scuole di danza, per premiare i migliori con il successo televisivo. Per quale motivo la televisione invece di mostrare qualche balletto fatto di cultura e bellezza ha mostrato le gemelle Kessler? L’imbarbarimento è cominciato allora, perché è stato normale trovare normale che in televisione non andasse la ballerina più brava: Alice ed Ellen non lo erano. Erano quelle con le gambe più lunghe, con una gemella a fare da specchio, che può aumentare una fantasia erotica. Il loro ballo non era il più bello, ma quello reso più sexy dall’uso dei tacchi a spillo e di piume di struzzo sul sedere: possiamo considerarlo un inizio della corsa all’imbarbarimento, oltre che il diritto riconosciuto alla cafonaggine? Le coreografie erano mediocri, I costumi atrocemente pacchiani, è stato un primo addestramento al grossolano,  le canzonette, a cominciare dall’orrido Dadaumpa, onestamente brutte e poi ti si piantavano nel cranio. La prima volta che comparvero in televisione le gemelle Kessler “i bacchettoni” furono scandalizzati o almeno perplessi, poi si sono abituati: questo è il compito della televisione: abituare al mediocre, abituare al sexy. Sexy vuol dire che ha a che fare con la sessualità, che può causare un’erezione, non è neutro, non può entrare dappertutto, non può essere sempre presente. Guardando i loro spettacoli non ascoltiamo musica molto bella e la coreografia non è basata sull’armonia dei movimenti per donare il senso della bellezza. Presenta un’idea della femminilità basata sull’essere sexy, fatta di lustrini e piume di struzzo. All’epoca fu un piccolo scandalo, uno scandalo piccolino, certo, ma non fu uno spettacolo che scivolò in maniera completamente liscia sulla nazione. Le gemelle Kessler riferirono in un’intervista  come all’inizio l’ufficio censura della Rai fosse perplesso davanti a uno spettacolo che aveva l’unico scopo di mostrare le loro gambe: avevano trovato il compromesso di calze molto spesse, che, dissero loro, sembravano quasi pantaloni.  Era proprio il compromesso trovato per scandalizzare meno. Lo spettacolo che facevano, oggi considerato normale, anzi ingenuo, all’epoca non lo era, ma grazie a loro lo divenne immediatamente. Era uno spettacolo da cabaret, un tipo di spettacolo quindi dove, prima della televisione, non si portavano i bambini né la vecchia nonna, uno spettacolo artisticamente basso. La televisione però raggiunge tutti. Il cervello umano è basato sull’imitazione. Gli uomini non portavano i bambini e soprattutto le bambine al cabaret. Fino agli anni ’50 i bambini non erano esposti a spettacoli sexy. Le bambine non vedevano donne succinte sculettare, non desideravano imitarle. I bambini non sapevano che quel tipo di donna era considerata più desiderabile della loro madre con la gonna e le scarpe normali. L’unico corpo che entrava nella casa era il corpo della madre. Gli uomini sbirciavano altri corpi, ma non all’interno della casa, al cabaret, appunto, o su appositi giornali e calendari che si trovavano solo in ambienti maschili, barbiere e meccanico. Nessuno avrebbe portato quei giornali a casa propria, per umiliare sua moglie e mostrare un modello distorto alla propria bambina. I corpi di Alice ed Ellen Kessler sono entrati con prepotenza nelle case, senza nessuna motivazione di cultura e bellezza, come nel balletto classico. Ora è trovato normale che una donna sia umiliata nel vedere il suo uomo che inevitabilmente guarda il corpo di un’altra donna, coperta di lustrini e sculettante, e lo desideri. Allora non lo era. Molte donne ne furono scandalizzate e umiliate, poi si sono abituate, a tutto ci si abitua. L’inizio dello sciagurato fenomeno della ipersessualizzazione dei bambini è nato con spettacoli ammiccanti e sexy trasmessi in prima serata, possiamo considerarli ingenuamente ammiccanti e sexy, ma sempre ammiccanti e sexy sono. Poi le dosi dell’ammiccante e del sexy sono state talmente aumentate, che oggi con difficoltà ci rendiamo conto che i balletti delle sorelle Kessler non erano affatto neutri, erano un modello in contrasto con quello della madre, che non somigliava alle sorelle Kessler, a quello della famiglia come unico sogno di felicità possibile. E questo è stato un peccato, perché una famiglia vera, fatta da gente che ti vuole bene, da figli e nipoti che ti tengano la mano mentre muori così che tu non debba desiderare di anticipare la morte come unica possibilità di porre fine all’angoscia del vuoto, è tra tutte le felicità possibili forse la più grande. Cominciò proprio con loro l’abitudine della televisione di usare la propria infinita potenza non per creare bellezza e cultura, per trasmettere in prima serata musica magnifica e balletti magnifici, così che anche chi non  era mai entrato in un teatro potesse vederli, ma robaccia, canzonette a ogni decennio più brutte e balletti a ogni decennio più sguaiati, per arrivare ai video osceni di Miles Cyrus o quelli satanici di Marylin Menson, per scandalizzare ed educare verso il basso. Sono morte insieme, nel terrore del vuoto. Nessun figlio a tenere loro la mano, nessun nipote, nessun Dio a ricordare che la vita è sacra perché appartiene a Lui e ogni istante può contenere pepite di luce. La loro è stata  una vita fatta di lustrini. Nessuno le ha consolate, al punto da far desiderare ancora un pezzetto di vita. Ancora più triste della loro morte è il battage pubblicitario che ne stanno facendo. Il Corriere della Sera ha dedicato pagine e pagine, tutti le presentano come eroine della libertà, grandissime nella vita, grandissime nella morte, eroine in entrambi i casi della emancipazione.  Sono state eroine del vuoto. I loro balletti erano brutti, la loro morte pure. L’eutanasia è la prossima frontiera. La morte cercata come la vita del nascituro soppressa sono insulti a Dio. Che siano finanziati con denaro pubblico è una violazione della libertà religiosa garantita dalla Costituzione. L’eutanasia è un diritto e quello che è un diritto rapidamente diventa un dovere, come in Canada e come in Olanda, con fiumi di denaro risparmiato e le cure che scompaiono. Più facile ottenere la morte che la sedia a rotelle. La nuova Chiesa 2.0 tace o, peggio, acconsente, troppo preoccupata a salvare l’Artide, sempre che sia in pericolo. Una bella morte senza Estrema Unzione è un diritto, come senza battesimo sono i bambini abortiti, nella convinzione della nuova Chiesa che Cristo sia morto in Croce per salvare il pianeta, visto che la salvezza dell’Artide, sempre che sia vero che sia in pericolo, interessa di più della salvezza delle nostre anime. A nessuno è interessata la salvezza delle anime di Alice e Ellen. L’unico amore della loro vita è stato l’affetto reciproco, e non potevano rinunciarci. Che infinita tristezza.

 

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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