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Ultime notizie da una scuola folle

By Silvana De Mari
15 Ottobre 2020
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Ricevo dalla dottoressa Isabella Rigillo Insegnante, psicologa e psicoterapeuta questa mail, che riporto integralmente. Le parentesi sono mie.

Ore 8 ingresso nell’ospedale di malattie infettive “scuola statale italiana”: mettere mascherina, scanner usato da un collaboratore per misurare la febbre, seguire le frecce e linee posizionate a terra già dal cancello e fino all’interno delle aule. (queste disposizioni avrebbero senso in un gruppo di bambini reduci dal trapianto di midollo, cioè immunodepressi. Il Covid 19 è un virus ad alta infettività, ma bassa virulenza, che ha perso potenza a giugno. Queste regole distruggono la socializzazione e danneggia la psiche del bambino sprofondandolo nella fobia e soprattutto nella colpa: ti sei tolto la mascherina, tuo nonno morirà e sarà colpa tua. Anche al corpo non fa bene: il sistema immunitario per funzionare ha bisogno di restare in allenamento. Il distanziamento sociale lo indebolisce. Per diventare insegnanti occorre studiare per anni pedagogia, con master sulla socializzazione e la psicomotricità. Gli insegnanti hanno rinnegato tutto) Cambio mascherina con quella fornita dalla scuola. (11 milioni di mascherine sono state garantite a Elkam. Queste mascherine come vengono smaltite? Se fossero tossiche, se ci fosse il pericoloso virus dovrebbero essere rifiuti speciali, sono rifiuti qualsiasi. L’uso continuativo di mascherine, soprattutto in bambini, altera il microbiota orale e può favorire tonsilliti e faringiti.) Gel disinfettante da usare all’entrata ed ogni volta che bambini e adulti vanno al bagno sia prima che dopo. (alcuni gel aumentano il rischio di cancro alla tiroide, tutti modificano il microbiota delle mani e se troppo usati aumentano il rischio di dermatiti)  Al primo starnuto o accenno di raffreddore o malesseri vari mandare il piccolo nella stanza covid per controllo temperatura e invio a casa. (perché stanza covid? Non potevano continuare a chiamarla infermeria? Il covid è molto improbabile nei bambini. Perché il covid è l’unica malattia esistente?) Tutto ciò durante il tempo di permanenza in aula. Le finestre restano aperte per il cambio dell’aria. (anche di inverno? Tempra il carattere, ma piò causare parecchie malattie da raffreddamento, dette raffreddori, e poi si finisce nella stanza covid) Messaggio della dirigenza: “data la situazione si lavora molto sull’educazione civica e prevenzione da Sars cov 2, molto sulle regole del distanziamento, i saperi sono quelli essenziali, la didattica va solo su matematica e italiano”. (ottimo, i popoli analfabeti sono più felici)  Bambini sempre seduti anche durante la ricreazione, banchi monoposto mai arrivati, uno sta al posto solito e l’altro seduto al lato del banco senza potersi avvicinare e infilare le gambe sotto. Se parla uno l’altro deve tirare su la mascherina così se si alza per temperare una matita. L’insegnante può togliere la mascherina nell’area tra cattedra e lavagna garantendo due metri di distanza dagli alunni, non può toccarli nè correggere loro i compiti, va tutto sull’autocorrezione. Eventuali verifiche dovranno attendere due giorni prima di poter essere visti dall’insegnante. Sconsigliato farli cantare. In palestra impossibile svolgere attività perché occorrerebbe disinfettare attrezzi e palestra ogni volta oltre ad avere una distanza di almeno due metri tra i bambini. A mensa possono toglierla quando mangiano, ma sono a distanza da un metro ed ogni gruppo classe necessita di due lunghi tavoli, l’acqua deve versarla l’insegnante munita di guanti mentre loro devono restare seduti tutto il tempo. A solo due settimane dall’inizio dell’anno scolastico due classi sono in quarantena perché alcuni sono risultati positivi al tampone, ma nessuno ha l’influenza vera!! All’uscita anche i genitori indossano la mascherina e qualche volta pure gli occhiali da sole, rendendo complesso il riconoscimento. Non ci si può fermare a parlare con loro per evitare assembramenti e probabili contagi, ognuno prende il figlio e va via. I collaboratori hanno un quaderno nel quale annotano quando e cosa hanno fatto in ogni aula, con un nebulizzatore disinfettano gli ambienti, ora più sporchi e segnati da gocce di questo liquido di cui non si conosce la composizione chimica. Tutti sotto stress a protezione di un virus i cui dati si leggono su giornali e si vedono in televisione, invece nella vita pratica la gente muore per lo più di tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie. La scuola per quello che si conosceva è morta. Uccisa dalla “banalità del male”. I bambini stanno già cominciando a manifestare disturbi psicologici come pianto apparentemente immotivato, attacchi d’ansia, difficoltà di concentrazione e apprendimento. Gli adulti per ora insonnia, atteggiamento passivo di indifferenza, abulia e delega. E’ solo l’inizio dell’incubo se non si mette fine a questo lager per l’infanzia. Il silenzio non è mai stato così PESANTE e PERICOLOSO.

Isabella Rigillo Insegnante, psicologa e psicoterapeuta.

In conclusione riporto le parole del dottor  Alberto Villani del Cts. Il Cts vuol dire tizi non eletti danessuno, nominati esperti da tale Conte pure lui non eletto da nessuno in base a competenze che ci sono rimaste oscure: sia le competenze dei tizi chiamati a decidere di una nazione, sia le competenze del tizio che li ha scelti. Quello che ci è chiaro è l’incredibile fiume di denaro con cui sono pagati. Il vate Alberto Villani ha detto al Corriere della sera: non importa se le mascherine all’aperto hanno scientificamente un senso oppure no, sono un segnale.

Lo sanno che non c’è nessuna evidenza scientifica sul valore protettivo per virus, mentre già sono evidenti dermatiti, micosi e faringiti.

È un segnale. Un segnale di sottomissione a regole insensate, perché si obbedisce alle regole sempre. Il buon suddito fa così.

Un tampone per cercarli, un tampone made in China spesso già falso positivo, un tampone per trovarli un tampone che il suo stesso inventore ha dichiarato non idoneo a trovare i malati, un tampone per ghermirli ascludendoli dalla vita sociale, e nel buio incatenarli, un buio che potrebbe non essere casa ma una struttura idonea accuratamente preparata.

Sono tutte le mattine all’ufficio postale, io e gli impiegati ci scambiamo i pacchetti che spedisco , il modulo della raccomandata, i soldi. Lo stesso con le cassiere del supermercato, che toccano i prodotti che ho preso e poi i soldi con cui pago, mentre io tocco il resto.

Una maestra ha fatto soffrire per ore la sete a un bimbo di 6 anni per non toccare lei la borraccia che lui non riusciva ad aprire. Una maestra che fa una cosa del genere il giorno in cui andranno a prendere i bambini ebrei, o quelli armeni o quelli che hanno il cognome che comincia per M, li consegnerà senza fiatare lieta e giuliva di aver fatto il suo dovere e poi lieta e giuliva spiegherà agli altri bambini quanto è giusto e quanto è bello. Oppure consegnerà i bambini “positivi”, o quelli figli di genitori omofobi, come già fatto a Bibbiano e come normalmente faranno dopo che il ddl Zan Scalfarotto sarà stato approvato. Lo ha detto lo stato. È vero e giusto.

TagsAlberto VillaniazzolinaIsabella Rigillomascherinescuola.tampone
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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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