La verità è nei dettagli
Il tardo pomeriggio di mercoledì 24 giugno del 1981 nel paesino di Medjugorje nella Bosnia-Erzegovina un gruppo di ragazzi che ha rubato delle sigarette si ritrova a fumare e ad ascoltare musica rock. Ragazzate come questa scandalizzano soltanto chi ignora che Dio spesso chiama a penitenza anche i peccatori più scettici e distratti. A Medjugorje però ci sono molte contraddizioni, che nascono da una primitiva, sostanziale, menzogna. Nella prima pubblica e appassionata confessione i veggenti avevano parlato di sigarette rubate e di musica rock, ma in seguito, incalzati dalle domande insistenti di chi voleva ricostruire la storia, senza dare alcun peso all’orario inverosimile e dopo aver giurato sul crocifisso, danno una versione diversa e più coerente al ruolo di veggenti: eravamo usciti a pascolare le pecore. Quando però ci si appellò alla loro prima dichiarazione, una delle veggenti ammise che erano usciti a fumare sigarette rubate e ad ascoltare musica rock. Molti adolescenti fumano sigarette e ascoltano musica rock, ma è ingenuo credere che uno possa mentire, dopo aver visto la Madonna e goduto la bellezza della Verità eterna. La prima visione della Gospa è confusa. I ragazzi dicono di aver visto in una grande luce una figura che si confondeva con la luce stessa, e di non aver compreso cosa fosse quella luce. Un veggente Ivan spaventato scappa. Finalmente riconoscono in quella luce una donna bellissima, che una veggente vede fluttuare, un’altra vede apparire e scomparire, e un altro nota addirittura che ha le mani tremanti. Uno degli attributi della Madonna è la potenza, seconda soltanto a quella di Dio, ed è blasfemo persino pensare che a Colei che molti santi definiscono “onnipotente per grazia” possano tremare le mani. Alla Madonna non tremano né le mani né la voce, e lei non appare e scompare, rimanendo in silenzio. Altro dettaglio assurdo. Il Cielo non irrompe nella vita degli uomini se non ha qualcosa di sconvolgente da comunicare. In tutte le apparizioni, finora riconosciute dalla Chiesa, i veggenti sono sopraffatti dal divino, ma a Medjugorje alcuni veggenti corrono incontro alla Vergine e la abbracciano, quasi fosse la vecchia nonna, e lei si mette a ridere. Questi eccentrici veggenti riferiranno in maniera curiosa e contraddittoria questa loro esperienza: era come avere dita di acciaio che rimbalzavano sulla Madonna. Essi condividono le prime apparizioni con i frati francescani che le registrano, per poterle poi raccoglierle in numerosi libri, tuttora disponibili. Sorprende nei racconti di questi veggenti l’ignoranza delle Vergine, che chiede sorpresa a loro dove si trova chi non è presente alla sua apparizione. Ma alla Madre di Dio nulla è ignoto. La Sedes sapientae non chiede le informazioni, le porta. Ai veggenti che le chiedono fino a quando apparirà, la Gospa dà una risposta sorprendente, incredibile: fino a quando voi lo verrete. E quando le chiedono un segno, ella compie un miracolo fermando le lancette di un orologio, che un orologiaio troverà ferme per il solo fatto che quell’orologio era caduto e si era rotto. Quando poi le chiedono aiuto per un parente che dev’essere operato, lei dice di pregare molto per lui. Costui morirà durante l’intervento chirurgico! Medjugorje costituisce una novità assoluta nel panorama della mistica cristiana. Finora la Chiesa, ammaestrata dall’ammonimento dell’Apostolo: «Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere» ( 2Cor 11,14-15) e dalla millenaria esperienza ascetica dei santi aveva sempre esaminato con rigorosa attenzione le apparizioni, ben sapendo che esse possono rappresentare sia un autentico evento soprannaturale, sia un temibile inganno di Satana, che da angelo delle tenebre si presenta come angelo di luce, sia un’allucinazione di una mente malata, sia una squallida macchinazione di una persona in malafede, tesa a soddisfare la propria sete di potere e di denaro. Spesso sono i dettagli che ci permettono di distinguere il vero dal falso. Un’apparizione della Madonna non è autentica se non è degna di Lei. Solo allora è magnifica, e irradia e genera umiltà e santità nella vita dei veggenti e di tutti coloro che lei attrae. Solo per fare qualche esempio, chi non ricorda le prove, il dolore e la fedeltà a Cristo che hanno segnato la vita di San Giovanni Bosco, dei veggenti di Lourdes e di Fatima, di don Orione, di P. Pio da Pietrelcina, di P. Candido Amantini, l’esorcista della Scala Santa? Chiunque è in buona fede conosce la distanza abissale che separa la vita dei santi da quella autoreferenziale di questi veggenti, che, con la stessa leggerezza, non esitano a imporre le mani sulla testa di sacerdoti per benedirli, attuando un’inversione del mandato sacramentale del Signore, e a ingaggiare la nota, avvenente e costosa cantante madrina dei Pride, Maja Šuput, per rallegrare il matrimonio della figlia maggiore di Mirjana Soldo (15 maggio 2016). In questa prospettiva, nessuno si meraviglia che questa decennale apparizione, ripetitiva fino alla noia, non ha convinto nessuno dei veggenti a consacrarsi a Dio, emettendo i voti. Né potrebbe essere diversamente visto che questa Gospa ha vanificato il Sacrificio del Figlio, dichiarando (1° ottobre 1981) che «Tutte le religioni sono uguali davanti a Dio» (René Laurentin, Messaggio e pedagogia di Maria a Medjugorje. Raccolta cronologica dei messaggi, Queriniana, 1988, p. 300. Cfr. p. 149). Se fosse così, Gesù sarebbe uno dei tanti profeti e lei non sarebbe la Madre di Dio. Le apparizioni di Medjugorje furono autorevolmente dichiarate false negli anni ’80 dal Vescovo di Mostar e dal Vaticano. Da sempre il vescovo della Diocesi in cui avviene una apparizione è stata l’autorità deputata a osservarla e a giudicarla, per stabilirne la veridicità, dopo aver interrogato i veggenti ed esaminato la loro vita prima e dopo l’evento soprannaturale che li ha investiti. Nella primavera 1982, anche la Prima Commissione d’indagine sui fatti di Medjugorje emette una relazione negativa. L’11 ottobre 1984 mons. Pavao Zanic, vescovo di Mostar, si vede costretto a una comunicazione sconcertante e molto coraggiosa: «Dichiaro che tutto è una grande truffa, un inganno… non ci sono “apparizioni” della Madonna… Io credo che c’è il Demonio!». Nella primavera del 1986, la Seconda Commissione d’indagine sui fatti di Medjugorje emette un secondo giudizio negativo, che il 12 maggio 1986 mons. Pavao Zanic invia all’allora Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede. Il card. J. Ratzinger chiede, a sua volta, alla CEJ (Conferenza Episcopale Jugoslava) di istituire una Terza Commissione. Tre anni dopo, il 17 agosto 1989 il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, in una lettera indirizzata a un sacerdote ribadisce con franchezza: «Devo dire che non ho cambiato il mio pensiero su Medjugorje. Dichiaro che tutto è una grande truffa, un inganno… La gente ingenua e desiderosa crede a tutto… stupidaggini incredibili! Non ci sono le apparizioni della Madonna, non ci sono messaggi! Nella mia diocesi, neanche un sacerdote diocesano crede nelle apparizioni… Questo è un doloroso episodio nella storia della Chiesa! In gioco vi è una quantità enorme di denaro! I veggenti sono manipolati molto bene, premiati, fatti ricchi! Io devo difendere la Fede e la Madonna; sono pronto a morire per la verità!». Durante la seduta ordinaria della Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi a Zara dal 9 all’11 aprile 1991 – dopo il lavoro della Terza Commissione presieduta da mons. F. Komariza, vescovo di Banja Luka, e costituita da ben 30 elementi tra sacerdoti e medici scelti e 20 Vescovi, divisi in tre Commissioni, e dopo più di 30 Sessioni – il 10 aprile 1991 la CEI, emette la Dichiarazione dubitativa che afferma: «Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali (Non constat de supernaturalitate, non si conferma la soprannaturalità). Medjugorje è la versione di un cristianesimo emotivo, completamente spogliato del Logos, che è la Sapienza e il Verbo eterno del Padre. A Medjugorje tutto si dissolve nel sentimentalismo. Medjugorje è menzogna! È la riduzione triviale della figura di Maria, Vergine Madre di Dio e nostra Corredentrice, a quella di una donnicciola che ringrazia quelli che si degnano di andarla a trovare. Questa insulsa Gospa, mentre si limita a elemosinare preghiere senza mai dare un giudizio sulla crisi che travaglia la Chiesa e la nostra storia, addormenta l’intelligenza dei Pastori e dei fedeli e distrugge la buona notizia del Vangelo, negando che Cristo è l’unica Via che conduce al Padre e dona agli uomini la Vita eterna, dopo aver dischiuso i loro occhi alla Verità, che è sempre Lui, il Salvatore degli uomini. Međugorje è la distruzione indolore dei dogmi cristiani, recisi dalla scure gnostica che odia il comando di Cristo di evangelizzare tutte le genti e pretende che tutte le religioni siano uguali. Il messaggio eretico di Medjugorje è accuratamente disperso in una miriade di messaggi banali, che richiamano a un’ascesi insensata per essere graditi a un dio che non ha più niente da dirci, visto che è morto annegato nel buonismo della nuova religione universale.
Satana è astuto e, come tutti gli avari, investe mille per guadagnare un milione. Sopporta conversioni e suggerisce preghiere, in cambio della emarginazione di Cristo dalla storia degli uomini e della banalizzazione di Colei che la Chiesa sempre onorerà come la Theotokos, la santa Madre di Dio. Egli inganna gli uomini, ma sa bene che solo in Cristo e «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).