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Black Lives Matter: scristianizzazione ultima fase

By Silvana De Mari
27 Agosto 2020
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Il movimento Black Lives Matter, fiore all’occhiello del Partito Democratico statunitense in realtà è l’ultima fase del processo di scristianizzazione. Da un punto di vista statistico i cittadini neri assassinati dalle forze di polizia sono più frequenti di quelli bianchi, ma anche i crimini violenti commessi da neri sono a loro volta più frequenti di quelli commessi da bianchi. Se in numeri assoluti i neri sono più frequentemente uccisi dei bianchi, se si esaminano le percentuali, risulta che un sospetto criminale bianco inseguito dalla polizia ha addirittura una probabilità lievemente superiore a un nero di essere ucciso. Queste constatazioni non sono state ritenute di alcun valore perché, questo è il punto fondamentale, il fatto che i neri abbiano un più alto tasso di violazione della legge, è ritenuto colpa del sistema. Tanto più è fallimentare la vita di un nero, tanto più questo dimostra che il sistema è sbagliato. Se un nero delinque, questa è la prova lampante che il sistema non lo ha integrato, lo ha rifiutato, ha finto di dargli scuola e educazione, ma il prodotto buono lo ha dato ad altri, quello che è stato dato a lui è un prodotto fallato. Di conseguenza tutti conoscono il nome di George Floyd, nessuno conosce il nome di vittime, bianche e nere, di crimini non meno tragici compiuti da neri. Ovviamente. Se bianchi e neri sono uguali, se i secondi commettono più crimini dei primi, non può che essere colpa dei primi. Gli eventuali crimini commessi dai neri sono quindi irrilevanti o, anzi, ulteriore prova di discriminazione.

Negli Stati Uniti ci sono stati due movimenti apparentemente simili ma in realtà assolutamente antitetici. Il movimento di emancipazione di Martin Luther King, che ha chiesto sacrosanti diritti civili, in primo luogo il diritto alle scuole e all’università, così che anche i neri d’America potessero conoscere Aristotele, San Tommaso d’Aquino e Dante, e assumersi la responsabilità del proprio presente del proprio futuro e di una civiltà cui avrebbero contribuito da protagonisti. Il movimento del reverendo King è stato un movimento cristiano, profondamente cristiano, basato cioè sul Vecchio e sul Nuovo Testamento.  La Bibbia narra dell’Alleanza conclusa da Dio con un dato popolo, il popolo di Israele, così che la Storia acquisti un significato e un fine, non più un caotico susseguirsi di ingiustizia e dolore. Nel nuovo Testamento l’Alleanza è estesa a tutti i credenti in Cristo, che grazia alla fede in Lui, acquistano lo status di Figli di Dio, così che, come spiega San Paolo. Galati 3,28 Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.

Chiunque creda in Cristo è figlio di Dio, quindi nell’obbedienza a Dio diventa padrone della sua vita e del suo destino. Il cristianesimo sostiene la famiglia, quella banale costituita da un tizio e da una tizia che si vogliono bene e mettono al mondo dei bambini e che non divorziano e non cambiano partner. Fino agli anni ’50 e ’60 le separazioni e i divorzi erano rarissimi, anche nel mondo protestante, che pure ne riconosceva il diritto. Durante gli anni di Martin Luther King, il cristianesimo è stato il valore: le famiglie dei neri erano stabili, la maggior parte dei bambini neri era figlio di due genitori sposati tra di loro. I neri sognavano di diventare neurochirurghi e ingegneri e il risultato è che molti di loro sono diventati neurochirurghi e ingegneri. La segregazione inoltre aveva creato una società nera segregata e sempre più scadente rispetto alla versione bianca, ora finalmente tutti sedevano sugli stessi banchi. Il movimento di emancipazione è stato un movimento basato sull’amore: l’amore per i neri, certo, ma anche per i bianchi, per gli Stati Uniti d’America, per la bandiera, per la famiglia, e soprattutto per Cristo, ricordato all’inizio e alla fine di tutte le riunioni. Il movimento di emancipazione è stato una volontà d’acciaio a costruire il paese e il mondo, è stato una ciclopica assunzione di responsabilità.

La rivoluzione sessuale del 68 e la tolleranza alle droghe sono state due catastrofi per tutti, ma particolarmente per la comunità nera. In quegli anni è nato il movimento di liberazione dei neri: si tratta di un movimento che ha avuto due tronconi, uno laico, di ispirazione marxista, che ha avuto il suo massimo apogeo nelle Pantere Nere, e uno religioso, capitanato da Malcom X, basato sulla conversione all’islam, nella delirante teoria basata su una totale inversione della verità storica che vede l’islam, il maggior trafficante e proprietario di schiavi, come un movimento antischiavista. Lo schiavismo è previsto nel Corano, praticato tuttora. Per ogni singolo schiavo nero in mano all’occidente cristiano ce ne sono centinaia, forse migliaia, che hanno preso la rotta dell’Arabia e della Persia.

I trafficanti europei perdevano il 10% degli schiavi nelle traversate, quelli arabi fino al 50% nella terrificante marcia a piedi di almeno 1000 chilometri: la via della tratta è lastricata di scheletri. Nell’islam solo i non islamici possono essere schiavi. Agli schiavi non era permesso di avere figli perché costoro sarebbero stati islamici e quindi non avrebbero potuto essere schiavi. Dei milioni di schiavi quindi non resta nulla: non restano i loro discendenti, i loro cromosomi, la loro musica, nulla, quindi, complice anche il senso di colpa degli europei, la loro storia si è cancellata. I neri schiavi dell’islam, il cosiddetto oro nero, sono cortesemente scomparsi dalla storia insieme agli schiavi bianchi dell’islam, il cosiddetto oro bianco, i milioni di schiavi rapiti all’Europa meridionale dai saraceni e all’Europa orientale dai tartari. Il marxismo aveva bisogno di colpevolizzare l’occidente cristiano ingigantendo le sue colpe, annullando quelle degli altri, distruggendo tutti i suoi meriti, a cominciare dall’aver abolito lo schiavismo. Il marxismo quindi ha nell’islam l’alleato ideale in senso anticristiano.

Il movimento di liberazione dei neri, nei suoi due tronconi, marxista e islamico, è profondamente anticristiano. La cosiddetta liberazione sessuale, e quindi conseguente promiscuità, la sciagurata diffusione della droga, da un lato, l’introduzione della poligamia dall’altro abbattono la famiglia, moltiplicano i divorzi e le madri single, e abbattono di conseguenza il tessuto economico.

Lo schiavismo tra le sue più sciagurate conseguenze, ha avuto la distruzione della famiglia. L’abuso sessuale e la disgregazione dovuta al fatto che i membri della famiglia potessero essere venduti erano stati crimini disumani.  Il cristianesimo aveva ricostruito la famiglia e la famiglia forte è anche la prima cellula di un’economia forte. Gli uomini dei ghetti neri volevano sposarsi, essere fedeli alle loro mogli, o almeno provarci, volevano costruire l’America e avere figli che diventassero ingegneri e neuro chirurghi. Negli anni ’70 questi uomini sono disprezzati, accusati di voler scimmiottare il “modello bianco o borghese”. Il rapper con molte donne che disprezza, diventa un modello affascinante. Le Pantere Nere non si sposano, è borghese. Passano da una donna a un’altra. Per ogni uomo che ha molte donne, ci sono donne che non hanno un uomo, che diventano madri single di bambini che arrancano nella vita, e moltiplicano il loro rischio di morire di overdose o in prigione. Droga e disgregazione della famiglia, disprezzo per la laboriosità e la fedeltà coniugale, definiti borghesi,  sono i dubbi doni dei liberal ai neri d’America.

La maggiore tragedia del movimento di liberazione è la deresponsabilizzazione. Al contrario del movimento di emancipazione, non vuole vedere neri vincitori: il nero che costruisce il sistema, diventa un grande neurochirurgo, un ottimo ingegnere è chiamato zio Tom. Il movimento di liberazione non vuole i neri vincitori, vuole deresponsabilizzare i neri dal loro eventuale fallimento, li vuole fallimentari, così che si possa dare la responsabilità al sistema. Il nuovo sogno è essere rapper. Il sogno è la distruzione, non la costruzione. La tolleranza alla promiscuità sessuale e alla tossicodipendenza, i fiori all’occhiello dei liberal, hanno distrutto il tessuto sociale, morale e antropologico dell’America, soprattutto quella nera.

Il movimento BLM è fatto principalmente da bianchi, bianchi che hanno interiorizzato la immoralità marxista che nega la responsabilità personale e favore di quella tribale e che moltiplica le colpe dell’occidente cristiano perché deve distruggerlo.

La dottrina della colpa bianca ha invaso tutto il mondo culturale americano, profondamente anticristiano. Ha annientato la base del cristianesimo, il libero arbitrio, la responsabilità personale e ha dato la possibilità della definitiva cancellazione di Cristo dalla storia, ma lo schiavismo e il razzismo erano stati abbattuti grazie a Cristo.  Cristo deve essere abbattuto perché “bianco”. Chiunque sia qualcosa, diventa divisivo per coloro che non lo sono. Oltre che l’identità cristiana, il movimento BLM attacca l’identità sessuale.

Il maschio bianco etero sessuale cristiano è colpevole di tutti i mali del mondo.  Può riconquistare la sua innocenza solo combattendo per il BLM, che ha infatti la maggioranza dei componenti bianchi, distruggendo le statue e la storia. Il marxismo avrebbe dovuto conquistare il mondo. Non è riuscito a conquistarlo, alla fine degli anni ’80 l’inglorioso crollo dell’Unione Sovietica ha infranto questo sogno. Come Hitler nel suo bunker, il Marxismo è diventato il perdente radicale. Non ha conquistato il mondo ma almeno, anche a costo della propria morte, distruggerà il suo nemico storico, l’occidente cristiano, certo, ma soprattutto lui, Cristo. Questo è il vero scopo del BLM.

TagsBlack Lives MatterMalcom Xpantere nere
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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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