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Home›Generale›L’ospite, come il pesce, dopo tre giorni puzza.

L’ospite, come il pesce, dopo tre giorni puzza.

By Silvana De Mari
21 Agosto 2025
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Questa regola aurea della convivenza civile, si applica in maniera ancora più potente agli ospiti che non sono stati invitati, quelli che si sono presentati da soli, di propria iniziativa, e si sono presentati su un barcone. In questa maniera hanno sfruttato in maniera incivile la regola civile di soccorrere la gente in mare, e hanno imposto la loro presenza a un popolo che ne avrebbe fatto a meno. Già nel lontano 1974 sono stati firmati a Bruxelles trattati ufficiali che garantivano tra gli scopi della non ancora esistente ma già disastrosa Europa Unita l’islamizzazione dell’Europa. Trovate il resoconto  di questi trattati ufficiali in due libri: Eurabia di Bat Ye’or, e La forza della ragione di Oriana Fallaci. Le due autrici spiegano come il fenomeno sia stato possibile con un fiume di quattrini arrivati a personaggi politici, burocrati di Bruxelles, esponente della cultura e magistrati. Ricordiamo che, come in ogni forma di corruzione, per esempio quella dovuta al fiume di quattrini che arrivavano dall’Unione Sovietica, che ha permesso alla parola comunista di diventare positiva, basta corrompere il 10 %: il resto si muove per conformismo. Si è creata un’ideologia per cui essere comunisti è etico e si è creata un’ideologia per cui è etico distruggere l’Europa con una immigrazione islamica feroce, religiosamente pericolosa, e ubriaca di odio sociale fomentato dalle nostre stesse istituzioni. Qualsiasi persona decente non può che trovare tenerezza davanti agli sbarcati dei balconi. Noi cafoni purtroppo siamo sporchi brutti e cattivi e non intendiamo migliorare, e li riteniamo, tutti senza nessuna eccezione, una catastrofe. A noi cafoni non importa un fico delle ragioni umanitarie, anche perché riteniamo una barzelletta. Nessuno scappa dalla fame. Dove esista la fame, non esistono più possibilità di fuga, oltretutto in un altro continente. Per quanto riguarda le guerre: esattamente da quali guerre sta scappando un tunisino? La disparità di trattamento in qualsiasi campo legale non incentiva la nostra simpatia. Se qualcuno di noi butta un sacchetto di spazzatura per strada riceve una multa che può arrivare 10.000 €, mentre normalmente nelle nostre città persone defecano nelle fontane, urinano per strada, spacciano serenamente, spaccano parabrezza, aggrediscono passanti e poliziotti  senza che nessuno disturbi. Nel caso qualcuno li disturbi vengono rimessi in libertà della magistratura. Quando un cittadino italiano durante una rissa a Fiano nel 2016 accidentalmente ha causato la morte di un immigrato nigeriano, che cadendo all’indietro ha riportato la fratture del cranio contro il marciapiede, addirittura due  rappresentanti del governo, Boschi e Boldrini, erano alle esequie. Quando quelli stuprati, mutilati, ammazzati come cani, presi a picconate, smembrati con il machete sono italiani, l’unica necessità è evitare di generalizzare. La dottoressa Carmen Di Genio, avvocato e membro del comitato delle Pari Opportunità della Corte d’Appello di Salerno ha spiegato che un africano non può sapere che in Italia non si può violentare su una spiaggia. Iris Setti è stata uccisa di botte da un energumeno nigeriano perché ha osato rifiutare lo stupro. Il commento del magistrato dottoressa Del Tedesco è stato che il gentiluomo aveva a proprio carico solo lo spaccio di droga, l’aggressione a due ciclisti e a due carabinieri, quindi non si poteva certo espellere, e si è congratulata per il suo fisico spettacolare degno delle olimpiadi. Se cerchiamo di liberarci di qualche sparita decina  mandandole  in Albania, i magistrati bloccano tutto e gli arcivescovi e vescovi insorgono. Bisognerebbe spiegare a molti vescovi italiani se non a tutta la CEI, che il primo compito del vero cristiano è convertire: loro non convertono gli immigrati islamici, negando quindi Cristo. Il secondo compito è impedire il male. Anche un unico stupro, uno solo, compiuto da un immigrato su una donna italiana, dovrebbe portare al blocco immediato dell’immigrazione. Le istruzioni per la misericordia cristiana le abbiamo nella parabola del buon samaritano. Il buon samaritano assiste un uomo gravemente ferito per le percosse, nemmeno in grado di reggersi in piedi. Il buon samaritano non assiste energumeni in ottima salute di 1,90 m per 1 m di spalle che  hanno dissanguato i loro villaggi e le loro famiglie per sottrarre le migliaia di dollari necessari per arrivare con un barcone. Arrivano con un barcone e non con l’aereo che costerebbe infinitamente di meno, per sottoporre un’intera nazione e un intero popolo al ricatto: o mi assisti e mi mantieni, e tolleri la mia presenza e i miei stupri sulle tue donne, i miei furti, i miei assassini, le tue chiese vandalizzate, oppure sei un cattivo razzista responsabile della mia eventuale morte in mare. Arrivano con i barconi anche persone originarie del Pakistan, della Nigeria, del Senegal, del Mali, della Costa d’Avorio: ricordo con assoluta certezza che nessuna di queste nazioni affaccia sul Mediterraneo. Bisognerebbe spiegarlo ai monsignori della CEI, perché evidentemente è un’informazione che loro manca. I cristiani perseguitati sono gli unici che dobbiamo e vogliamo accogliere. Cristiani sono stati assassinati persino sui barconi, come è successo nel 2015, nel silenzio della CEI. Con la cifra necessaria per arrivare  in Africa si può acquistare una mandria oppure una piccola fattoria. Sono molto poche le categorie di africani che possono avere una cifra del genere: ex mercenari, ex sfruttatori della prostituzione, affiliati alla mafia nigeriana, ex spacciatori, ingegneri minerari. Non abbiamo bisogno di tutti questi ingegneri minerari. Sono stata spesso in Africa: so che, come ci spiegano i vescovi africani, quelli che vengono qui, sempre, sono i peggiori, e peggiorano ulteriormente per la mancanza di controllo sociale, e per l’odio sociale esasperato dalle nostre sinistre. Gli uomini per bene restano in Africa ad amare la loro terra, la terra dei loro padri, per costruire un futuro migliore ai loro figli. L’uomo che il buon samaritano assiste non ha mezzi perché è stato derubato. Quell’uomo non può lavorare perché gli hanno spaccato le ossa, quindi esce, in quanto temporaneamente invalido, dalla regola di San Paolo: chi non lavora non mangia. Noi manteniamo nullafacenti. Il buon samaritano, quindi assiste una persona veramente vittima. Il fatto che sia una vittima però, in quella precisa situazione, non vuol dire che sia una persona perbene. Anche un malvagio potrebbe trovarsi nella situazione di essere aggredito. Il buon samaritano, quindi porta l’’uomo alla locanda e la paga con i soldi suoi, non quelli della comunità. La misericordia non può essere imposta. Il buon samaritano non porta lo sconosciuto a casa sua, dove ci sono sua moglie e i suoi figli, per il primo compito di un uomo per bene e difendere la sua famiglia e la sua casa. Il primo compito di uno Stato per bene e non far entrare estranei all’interno del territorio, territorio dove i suoi cittadini hanno il diritto di essere al sicuro. Il suicidio che ci è imposto dall’immigrazione con i barconi si basa su due linee ideologiche: la prima è il classificare ogni perplessità davanti a questo scempio come razzismo. L’inganno antirazzista di Stelio Fregoli è un bel libro che smonta questa costruzione. Il secondo punto è la compassione per il naufragio. Quando ormai l’esasperazione sta per esplodere, puntualmente, c’è il naufragio. Chi impone la sua presenza è un invasore e non un ospite, e ha lui tutta la responsabilità degli eventuali guai. La compassione per i palestinesi è la chiave di volta per l’esplosione dell’antisemitismo più ripugnante e la compassione per il morto nel Mediterraneo è la chiave di volta per l’invasione. Entrambi i processi, demonizzazione di Israele e l’immigrazione massiva, hanno come scopo l’islamizzazione dell’Europa, quindi è importante che noi blocchiamo la nostra compassione, soprattutto se vogliamo che i problemi di risolvano e la gente smetta di morire. Vorrei ricordare che della tragedia del Sudan, dell’orrore , della ferocia, di centinaia di migliaia di morti ignorati e insepolti, non importa niente a nessuno. Vorrei ricordare a tutti coloro che in questo momento hanno il cuore spezzato per l’incidente del Mediterraneo, 27 morti, che dall’inizio dell’estate abbiamo perso più di 400 vite umane in incidenti di montagna. Perché di questi non importa? Perché piangiamo per Gaza e non per il Sudan, per gli invasori morti in mare e non per i nostri figli morti in montagna? Perché le nostre emozioni sono manipolate, e diventano armi per il nostro suicidio. Chiudete i porti e non morirà più nessuno. Impedite che i porti siano chiusi? Voi siete responsabili dei morti.

 

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Silvana De Mari

Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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