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Home›Generale›Tra i morti Covid, la Chiesa: raccomandiamoci a San Michele.

Tra i morti Covid, la Chiesa: raccomandiamoci a San Michele.

By Silvana De Mari
1 Ottobre 2020
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Coraggio Silvana De Mari Community

 

 

Se tutti i morti dichiarati morti covid fossero veramente morti covid, ci sarebbero poco più di trentacinquemila morti su sessanta milioni di abitanti lo 0,06% della popolazione. Non è più tempo di grandi eroi. Siamo l’epoca di Fantozzi e Woody Allen. Chi ci ha messo in ginocchio non è né l’ebola né la peste nera, ma un virus ingegnerizzato di alta infettività, ma di scarsa potenza. Il virus covid 19 nell’apogeo della sua oscura storia, ha ucciso migliaia di persone, migliaia, non milioni, le tragiche pandemie sono un’altra cosa e hanno altri numeri. I morti covid sono morti grazie anche a protocolli sbagliati arrivati dalla Cina, raccomandati e mantenuti grazie alla mancanza di autopsie, mancanza che è stata un crimine contro la scienza e contro i pazienti. Neanche nel suo periodo peggiore il miserabile covid 19, ormai soprannominato covid 1984, non attacca i bambini: questo dimostra ulteriormente come non si tratti di un virus forte. La normale influenza stagionale colpisce bambini nel 30 % dei casi, il covid colpisce bambini solo per lo 0,7 %.

Quando c’è un virus nuovo, i primi a essere colpiti sono i bambini, perché essendo al mondo da poco tempo, hanno conosciuto pochi microbi della stessa famiglia del nuovo arrivato, con qualche buon frammento somigliante, e contro di loro hanno fabbricato anticorpi crociati. Il virus influenzale colpisce i bambini prima di tutti, il covid 19, ormai covid 1984 li scansa sdegnosamente.

Eppure le scuole sono state blindate come se avessimo di fronte l’ebola.

La vittima ideale del covid 1984 è anziana, con gli anni portati male, e numerose patologie irrisolte, irrisolvibili, cronicizzate, incancrenite.

Tra le vittime del covid c’è la chiesa postconciliare, la ossuta liturgia novus ordo, povera, spoglia e protestante, che ha abolito la Messa come sacrificio, per trasformarla in un invito a cena. Le due liturgie sono completamente diverse. Distratti e ingannati dalla dizione, in latino, in italiano, molte persone pensano che si tratti della stessa Messa semplicemente tradotta. Sono due Messe diverse, antitetiche: la prima è un Sacrificio davanti al quale si assiste in ginocchio, la seconda un invito a cena, dove si sta seduti, la prima è stata il baluardo contro l’eresia di Lutero, la seconda è una delicata resa all’eresia di Lutero. A un sacerdote che celebra un sacrificio, non viene nemmeno in mente di profanare l’Ostia con i guanti, di permettere che i bambini subiscano i tamponi prima della prima comunione. Chi crede al Sacrificio non priva i fedeli della Messa e meno che mai della Messa di Pasqua. Chi lo ha fatto o non è credente, o ha scambiato la Messa per una mensa, cioè si è protestantizzato.  Nelle orrende chiese postconciliari, di una bruttezza ripugnante, spesso non ci sono nemmeno gli inginocchiatoi. La follia covid ha permesso di eliminare i pochi rimasti.

Il popolo portato al panico da migliaia di morti, che sarebbero state evitabili, e che non sono state evitate, enfatizzate in compenso fino al parossismo da media tutti appiattiti sulla stessa notizia, ha accettato. Anzi, ha rilanciato Alcuni valorosi sacerdoti che hanno celebrato Messe clandestine, che hanno rifiutato i guanti, sono stati denunciati dagli stessi parrocchiani. All’interno delle Chiese c’è il gendarme che controlla mascherine e distanziamento e che, se qualcuno si inginocchia, nel momento più sacro, viene a redarguirlo.

Nessun sacerdote che celebri la Messa in latino, ha osato profanare l’Ostia con i guanti. Una incredibile fetta di soi disant sacerdoti lo ha fatto. Dal punto di vista igienico è una cosmica boiata l’idea che il terribile covid sui guanti di lattice si sciolga come Superman davanti alla criptonite. Se l’Osta è messa in bocca a un fedele inginocchiato, si rispetta la sacralità teologica e si fa un passaggio in meno. Se viene data in mano a un fedele in piedi, non inginocchiato, è una sciatteria teologica (perché non ci inginocchiamo, siamo diventati pari grado?), e anche una bestialità igienica, perché c’è un passaggio in più, le mani del fedele.

E il punto più grave non è ancora questo. Il punto più grave è la perdita dell’anima, smarrita nell’amuchina, la perdita del valore della Morte come passaggio all’Infinito smarrito insieme all’anima sempre nell’amuchina.  Cristo ha detto chi vuol salvare la sua vita la perderà, Una Chiesa che non può che essere atea, ha scisso il corpo dall’anima e si batte per il corpo. Se il corpo è al sicuro, allora ci occupiamo dell’anima, forse, sempre che non disturbi troppo. In fondo l’Estrema Unzione è un po’? di olio, l’Ostia un po’ di pane e in tutte le panetterie hanno i guanti.  Ha abolito la Messa anche a Pasqua, una violenza inaudita. Quello che importa è il corpo. Che qualcuno abbia potuto perdere la sua anima lasciata senza sacramenti, è considerato irrilevante dalla nuova Chiesa 3.0, che all’anima non ci crede molto, sicuramente non crede all’inferno, al paradiso forse, ma non è certo, che afferma che la Madonna è una ragazzetta qualsiasi, che i miracoli sono metafora e qualche altra leggiadra scempiaggine di questo calibro.

Si direbbe che la nuova Chiesa 3.0 non vedesse l’ora di poter desacralizzare Cristo facendo toccare l’Ostia con i guanti e impedendo di inginocchiarsi, di poter ridurre la Santa Messa a uno spettacolo guardabile in streaming.

Alle Messe, dopo la riapertura, i fedeli si sono ridotti a meno del 50 %. Come era ovvio. Le Messe sono state sospese quando ancora i bar erano aperti, chiarendo che fossero meno importanti del cappuccino, ora sono “concesse” con regole ridicole. Al ristorante il virus non si contagia e non si porta la mascherina. Perché in Chiesa sì? Tanto in Chiesa si mangia qualcosa come al bar. Hanno ridotto la Messa a una mensa, che almeno siano coerenti.

Quando mi sono laureata ho comprato il Roversi: era un compendio dello scibile medico scritto piccolissimo su carta sottilissima, talmente compatto da stare nella borsa  del dottore. C’erano anche le regole su come somministrare il Battesimo: se un medico sperduto in mezzo al nulla si fosse trovato ad assistere il parto di un bimbo fragile, doveva essere in grado di battezzarlo. O se si fosse trovato di fronte a un moribondo non cristiano che chiedeva di diventarlo, doveva essere in grado di dargli questa possibilità.

Nella folle chiusura che la Cei ha preteso anticipando le richieste dello stato, bambini sono morti senza battesimo, e tutti i morti sono morti come cani, senza estrema unzione, soli, senza il conforto di un sacerdote. Non sono nemmeno state date le regole dell’estrema unzione collettiva. Siamo rimasti senza sacramenti a Pasqua.

I vescovi della CEI e tutte le gerarchie cattoliche sembrano estremamente fiduciosi nel vaccino, un vaccino contro un virus RNA, al punto da fare affermazioni che spingono alla obbligatorietà del vaccino, una violazione estremamente pericolosa sia della libertà sia della prudenza. Le gerarche cattoliche, soprattutto, sembrano molto preoccupate per la loro preziosissima salute.

Posso capirlo.

Dolo la morte c’è il Giudizio.

Mi rendo conto che quello che giudizio per molti sia una data che è meglio rimandare.

 

Oggi festeggiamo i santi Arcangeli: Gabriele, che ha portato l’annuncio a Maria, Raffaele che vegli sulla nostra vita, e soprattutto lui, San Michele. Ho la sua effige sul Rosario,  insieme a quella di San Giorgio che uccide il drago e a San Giuseppe con l’ascia. Sono i tre Santi Armati. San Giuseppe era falegname, non fornaio o sarto, perché i due Misteri più belli, un Bambino bellissimo e una Donna bellissima non potevano essere affidati a un uomo disarmato, e all’epoca, i falegnami avevano sempre l’ascia con sé. Michele ha la spada, più raramente la lancia, nel barocco andino l’archibugio.

Michele vuol dire Chi è come Dio, con la sua spada fiammeggiante, rinchiude Satana negli Inferi. La maggioranza delle sue rappresentazioni, pittoriche e scultoree, si inspirano al magnifico quadro di Guido Reni

Nella spettacolare immagine San Michele che è ovviamente white, ovviamente perché ogni artista fa istintivamente rappresentazioni mistiche simili ai propri caratteri somatici, in realtà ai caratteri somatici della propria madre, i primi che il bambino guarda e interiorizza, mentre il Demone ha la pelle più scura, anche perché deve contrastare, rossastra arancione. Non ha i caratteri somatici africani, che invece sono sempre presenti e ben riconoscibili in uno dei Magi che portano i doni a Cristo neonato. Cristo è universale, con Lui, per Lui e in Lui in razzismo è stato abolito, lo schiavismo anche. Ci sono voluti secoli, il razzismo e lo schiavismo hanno fatto  zampillare il loro oscuro liquame anche in ambiente cristiano, perché il male esiste e occupa il cuore dell’uomo, ma è in ambiente cristiano che sono stati sconfitti. Come scrive San Paolo, non c’è più distinzione perché  tutti con la stessa dignità davanti a Dio tra straniero e cittadino, tra schiavo e padrone. Il cosiddetto movimento dei BLM, in realtà un movimento più di bianchi che di neri, l’ultimo sussulti della sinistra di odio di sé e di odio contro Trump, al punto pur di abbatterlo di avvelenare i pozzi, è un movimento anticristiano. San Michele che calpesta un demone rossastro è bianco, come bianco è Cristo, quindi da abbattere. Una volta abbattuto il cristianesimo, le cosiddetta razze ritorneranno, e con essere la distruzione e lo schiavismo. C’è una sola umanità, e Cristo appartiene a tutti, come a tutti appartengono Dante, Shakespeare, Socrate e Guido Reni, o ci sono umanità frammentate, ognuna rinchiusa nel suo ringhioso vittimismo.

San Michele, difendici nella battaglia, perché il Nemico non è alle porte, il Nemico è dentro le porte. Noi ci affidiamo a te, e non abbiamo paura di niente. Tra i morti Covid, sembra esserci la Chiesa di Cristo, igienizzata e sterile, ma ci è stato promesso che le forze degli Inferi non prevarranno, quindi sappiamo che qualcosa sta per accadere, che qualcuno sta per intervenire.  Principe delle Milizie Celesti, compari con la tua spada.

Per il terrore della morte abbiamo permesso che la nostra vita sia distrutta

 

 

 

 

 

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Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)

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