Filmopoli e culturopoli

Finalmente ce ne siamo accorti. Il finanziamento pubblico, vale a dire i soldi di sempre più disperati ed esangui contribuenti, fluisce florido come un torrente dopo le piogge di primavera a opere cinematografiche, teatrali e artistiche di cui a nessuno frega niente, in quanto mediocri o orrende o addirittura inesistenti. Non importa quanto tu sia mediocre: l’importante è che tu sia di sinistra. Il concetto nasce da Lenin, rilanciato da Gramsci e applicato da Togliatti: se la rivoluzione armata non si può fare, se i carri armati non possono arrivare, occorre occupare le casematte del potere, scuola, ovviamente magistratura, giornalismo e soprattutto spettacolo. Abbiamo finanziato film mediocri e inguardabili, questo ha truccato le carte, e il vero cinema, quello straordinario del dopo guerra, è silenziosamente defunto. Senza finanziamenti pubblici, abbiamo prodotto straordinari film drammatici, ma soprattutto abbiamo inventato la commedia all’italiana, che alternava struggente ed esilarante; è scomparsa sostituita da filmetti a volte carini a volte solo sguaiati, ma niente che abbia la potenza narrativa de Il Federale o di Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa, I soliti ignoti e tutti gli altri film che hanno trattato argomenti drammatici con una straordinaria comicità. Abbiamo finanziato film inguardabili, mentre continuiamo a guardare Don Camillo, che ha trattato temi drammatici con la potenza dell’ironia di Guareschi. Perché un attore francese, Fernandel, recita la parte del protagonista? Tutti i registi italiani, tutti, si rifiutarono di dirigere un film che osasse sfottere il Partito Comunista. Il film ebbe un regista francese, Julien Duvivier, che si portò dalla Francia il suo attore preferito. In realtà “filmopoli” è la ciliegia sulla torta di un malcostume che ha sperperato il denaro degli italiani per abbattere la cultura, quella vera, ed imporre una verissima censura. Nell’improbabile ipotesi che io possa mai diventare Presidente del Consiglio, comincerei a risparmiare quattrini e censura eliminando i ministeri dannosi. I ministeri sono come gli interventi chirurgici, se non sono utili sono dannosi, non esiste l’inutile, non esiste la posizione neutra. Occorre eliminare immediatamente il Ministero della Cultura e quell’indegno carrozzone che è il Ministero delle Pari opportunità. Abbiamo già la Costituzione che garantisce pari opportunità, non serve altro. Il Ministero della Cultura è per definizione ridicolo e clientelare: chi stabilisce cosa è cultura e cosa non lo è? Ogni dibattito culturale è cancellato da una possibilità clientelare. Chi ha deciso che i filmetti di Ginevra Elkan valgono qualcosa? Chi stabilisce chi debbano ospitare e da chi siano organizzati gli infiniti festival della letteratura, filosofia, architettura e altro? Quanti soldi dei contribuenti vanno a festiva della letteratura che non ha aumentato di una sola unità il numero dei lettori? Non solo nei festival, ma purtroppo anche nelle scuole sono assenti i nomi di Giovannino Guareschi, Eugenio Corti, Dino Buzzati, non solo cattolici, ma addirittura anti laicisti, e tutti gli altri grandi autori a favore del solito festival della mediocrità fatto di libri pieni di immigrati sempre intelligenti e buoni, gay sempre buoni e intelligenti, bambini che vogliono essere bambine e bambine che vogliono essere koala. Essere anticristiani, l’immigrazionismo selvaggio e l’ipersessualizzazione precoce di bambini sono due altri elementi obbligatori per ottenere denaro pubblico in nome della cultura. L’associazione culturale Hamelin ha in pugno le menti dei bambini: forma bibliotecari e insegnanti sulla letteratura per bambini, quali libri dare in mano ai cittadini di domani. Usano proprio le parole futuri cittadini nei loro sempre più inclusivi comunicati. Le parole futuri uomini e future donne evidentemente non sono abbastanza inclusive. Un cittadino è per definizione un esecutore di leggi, potrebbe anche essere un servo, un uomo e una donna potrebbero anche essere liberi. E chi forma Hamelin, chi insegna a questi cosiddetti esperti cosa è etico e cosa no? Il circolo gay il Cassero di Bologna, celebre per la sua irrisione della Crocefissione. I libri con cui gli esperti di Hamelin sono formati all’inclusione all’etica e a come insegnare inclusione e etica ai bambini, ovviamente stipendiati dai contribuenti, sono Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli (Noi checche rivoluzionarie noi possiamo sedurre i vostri bambini, noi faremo l’amore con loro) e Is the rectum a grave? (Il retto è una tomba? spoiler: sì lo è ed è per questo che è amato perché la sodolia è culture di morte, spiega l’autore) di Leo Bersani. Une decina di anni fa fu fatto leggere in un liceo di Roma “Sei come sei” di Melania Mazzucco. Con una scrittura noiosa e sciatta il libro celebra la bestiale e lurida pratica della gestazione per altri: una bambina viene fatta nascere senza madre dal bestiale e lurido desiderio di due tizi di avere il giocattolo e lo status simbol, che così riducono le donne a corpi che, a costo di malattie aumentate, fabbricano bambini. Il massimo di poesia del libro è la descrizione di una fellatio e della celestiale gioia che uno dei protagonisti prova a inghiottire lo sperma: l’apogeo della sua vita. Quello che è nauseante nel libro è la descrizione ridicola dei sentimenti, anzi dei non sentimenti, dei protagonisti, che hanno anime di plastica rosa, o forse arcobaleno: la bambina comprata, Eva, è tutta lieta per la gentilezza dei suoi acquirenti che hanno ridotto sua madre a una vacca fattrice e che le vogliono tanto bene da averla fatta nascere senza madre, la più lurida e bestiale delle violenze. Un disgraziato studente che osasse scrivere che trova ripugnante la bestiale e lurida pratica della gestazione per altri, che trova squallida e ripugnante la descrizione della fellatio avrebbe la speranza della sufficienza? Nel fascismo il tema era “il mio amore per il duce”. Nel fascismo post fascista il tema è “ trova il parallelismo tra la fellatio e il dolce stil nuovo e spiega perché il personaggio di Eva, la giuliva bambina comprata, è credibile”. A leggere questa roba è stato sperperato tempo che avrebbe potuto essere usato a leggere Il cavallo Rosso o il Deserto dei tartari. Sul mio nome c’è il divieto a entrare nelle scuole, ovviamente a Rai 3 non si citano mai gli autori non di sinistra, non anticattolici e non inclusivi, nel senso letterale del termine. 800000 euro sono stati dati a Franco Kaufmann, tizio che si presenta lui, come regista cinematografico, al momento indagato per omicidio volontario della compagna e di sua figlia bambina. Gli sono stati dati per un film fortunatamente inesistente. Ci siamo probabilmente risparmiati le fellatio di ordinanza.
Nell’imagine la crocefissione del Cassero, finanziato dal ministero della culture in quanto partner di Hamelin e dal ministero dell’interno attraverso l’UNAR in quanto ente morale che combatte l’omofobia. Perché l’omofobia deve essere combattuta? Rivendico il diritto all’omofobia. provare schifo davanti alla crocefissione del cassero è un dirittoumano.